Migliore cooperazione tra i servizi di intelligence nazionali, proposte contro la radicalizzazione, tracciamento dei finanziamenti al terrorismo o predicatori dell’odio e aiuti alle vittime

Ecco alcune delle misure proposte dalla Commissione parlamentare sul terrorismo. La Commissione è stata istituita nel luglio 2017 per valutare le carenze nella lotta contro il terrorismo. Le sue conclusioni e raccomandazioni saranno discusse durante la plenaria di dicembre 2018 a Strasburgo.

Cooperazione e condivisione delle informazioni

A causa del suo carattere internazionale, la lotta contro il terrorismo richiede una risposta forte e coordinata oltre a una rapida condivisione delle informazioni fra i paesi europei.

“Ci sono ancora delle lacune nello scambio di informazioni tra gli Stati membri, come lacune tecniche nell’interoperabilità. Se vogliamo incrementare lo scambio di informazioni, l’Europol e l’Eurojust devono essere rafforzate e usate come centri nevralgici di informazioni”, ha dichiarato la responsabile della relazione Monika Hohlmeier, eurodeputata tedesca del Partito popolare europeo.

La co-responsabile della relazione Helga Stevens, eurodeputata belga dei Conservatori e riformisti europei, ha sottolineato il problema della decrittazione: “La decrittazione forzata è estremamente difficile per gli Stati membri più piccoli perché richiede molte di risorse umane e tecniche. La mia proposta è quella di investire l’Europol dell’autorità di specialista della decrittazione, così che possa assistere gli Stati membri. In questo modo si potrebbe permettere ai pubblici ministeri e alla polizia, per esempio, di accedere ai messaggi su WhatsApp e Messenger. Azione attualmente molto difficile, dal momento che le compagnie di social media si rifiutano di permettere l’accesso ai tribunali”, ha spiegato.

Maggiore protezione dei confini esterni

Alcuni degli attacchi terroristici recenti hanno mostrato delle mancanze nel controllo dei confini europei. La relazione non solo invita gli stati membri a investire nell’aggiornamento delle strumentazioni informatiche e delle telecomunicazioni che permettano i confronti fra i database, ma sottolinea l’importanza sia di usare i dati biometrici che di assicurare l’interoperabilità dei database.

Prevenire la radicalizzazione

I contenuti radicali sui social media, nei libri o nei media audio-visivi, il contatto con persone radicalizzate, con i predicatori dell’odio o fra i detenuti nelle prigioni sono tra i principali canali di radicalizzazione.

Nella relazione si richiede una legislazione che obblighi le aziende a rimuovere i contenuti terroristici online entro un’ora e a segnalare l’incidenza dei contenuti terroristici.

“Dobbiamo garantire lo scambio delle migliori pratiche per favorire l’integrazione”, ha dichiarato Hohlmeier. L’eurodeputata Stevens ha invece parlato dell’ampia lista europea di predicatori dell’odio, perché per ora possono operare in modo nascosto, soprattutto se si muovono da uno Stato membro all’altro.

Finanziamento del terrorismo

Per affrontare il finanziamento, nella relazione si richiede una migliore tracciabilità degli oggetti d’arte e d’antiquariato, specialmente per quelli provenienti dalle zone di conflitto, così da monitorare i flussi di denaro, oltre all’identificazione degli utilizzatori di portafogli elettronici, carte prepagate, piattaforme di crowdfunding e sistemi di pagamento mobile. Un altro requisito è di rendere le moschee e le istituzioni religiose più trasparenti sui fondi ricevuti, soprattutto se c’è il sospetto che questi provengano da paesi terzi autoritari.

“Tutte le istituzioni religiose dovrebbero essere trasparenti e mostrare da dove provengono i finanziamenti, di modo che le autorità competenti possano effettuare i dovuti controlli, se necessario”, ha aggiunto Helga Stevens.

Altre misure

Nella relazione si sollecitano gli Stati membri affinché proteggano meglio le infrastrutture critiche, come le reti elettriche o del gas, e mettano in atto delle strategie di effettiva reazione. Si insiste inoltre per la creazione di norme più severe contro il traffico illecito delle armi da fuoco e per la prevenzione contro l’acquisto di sostanze chimiche utilizzate per costruire esplosivi. Nel 2015 e nel 2016 gli esplosivi sono stati impiegati nel 40% degli attacchi, mentre il più usato è stato il TATP (perossido di acetone, un potente esplosivo primario) che può essere prodotto facilmente a casa.

Nella relazione si invita la Commissione europea a proporre una legislazione che chiarisca lo stato delle vittime di terrorismo, i loro diritti e i livelli di risarcimento.

1 commento

  1. Se non ci si rende conto di essere oggetto di una guerra culturale, non si riuscirà mai ad aver ragione sul terrorismo islamico. Le „Costituzioni“ degli stati europei, scritte almeno 50 o 60 anni orsono, quando i mussulmani erano minoranze insignificanti, vanno attualizzate con correzioni fondamentali: L´Islam non e´ una semplice „religione“ ma un sistema giuridico e sociale del quale la religione e´parte. Resisi conto di tale realtà e visto come non sia possibile ad un europeo prendere cittadinanza di Paesi mussulmani, già solo per il principio di reciprocità non dovrebbe venir riconosciuta cittadinanza europea a mussulmani, ma bensì soltanto permesso di soggiorno, rinnovabile o revocabile, così da poter espellere al Paese d´origine chi non rispetti leggi e principi di diritto europei, o chi, dietro premesse eventuali o casuali possa divenire elemento pericoloso per radicalizzazione. L´Europa e´casa nostra e non sta a disposizione di chi arrivi straniero con fini di „sostituzione“! La vecchia concessione di cittadinanza a mussulmani, in Francia dovuta a scopi militari (Non dimentichiamo le „marocchinate“ permesse ai suoi soldati nordafricani dal Gen Juin nel 1944/45), e´problema francese ereditato da vecchie politiche coloniali. Il non voler capire le circostanze ed i pericoli connessi a certe premesse culturali, sia per ignoranza o per finalità politico-elettorali, e´pericoloso.
    Non va dimenticato come Stati Federali si siano formati su basi difensive (Es. Svizzera, Germania, USA, Messico ecc.) e come l´Inghilterra abbia sempre ostacolato la creazione di una Difesa Comune Europea: Il concetto „Brexit“ ha radici lontane che iniziano dalla supremazia su colonie da sfruttare nei limiti del possibile ed ancor oggi in certi cervelli non appare estinto. L´Africa avra´ tra poco 4 miliardi di abitanti ed una Europa debole e senza piani di contenimento e formazione di responsabilità africana, l´onda d´invasione non sara´ contenibile che con una Difesa opportuna. Bourghiba negli anni ´60 diceva: „Vinceremo l´Europa con i ventri delle nostre donne“ va oggi aggiunto „Se la stupidità degli europei sarà tale da non volerlo capire“. Problemi complessi vanno risolti con sistema e pazienza in accordo tra partecipanti coscienti e disposti a collaborare e non senza piani, da avventurieri. o da approfittatori.

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