È centralissima, moderna, ben attrezzata e accogliente la nuova sede del Centro Italiano della città natale dello scrittore Hermann Hesse, premio Nobel per la letteratura e autore de Il lupo nella steppa e Siddharta.
In questa città della Foresta Nera, situata a 50km a sud-ovest di Stoccarda, vive una comunità italiana di un migliaio di connazionali, provenienti maggiormente da Mirabella Imbaccari e Licata. Essa è molto legata alle tradizioni popolari religiose, tant’è che dagli inizi degli anni 80, con cadenza annuale, si festeggia per le vie cittadine la Processione del Venerdì Santo e di Santa Maria delle Grazie.
Dopo un anno di ricerca, finalmente il nutrito gruppo dirigente ha trovato dei bei locali nella Lederstrasse 30, in zona pedonale e a pochi passi dalla Marktplatz. La nuova sede, oltre che essere centrale, accogliente e moderna offre spazi di oltre 100m² che consentono a bambini, giovani, adulti ed anziani di potersi incontrare per attività ludiche per tutte le età e per manifestazioni volte a render viva e attiva la partecipazione sia degli italiani, sia dei loro amici e parenti tedeschi o di altre nazionalità. Un’apertura, quindi, a 360 gradi per render viva e far conoscere la propria lingua, cultura e tradizione.
È senza dubbio un nuovo modo di concepire e vivere oggi il Centro Italiano.
Questo luogo rappresenta oggi uno snodo importante per la vita di una collettività, ben integrata nel tessuto scolastico, sociale e lavorativo locale, ma comunque legato da quel cordone ombelicale della prima e seconda generazione di italiani in Germania. Col ricambio generazionale l’istituzione “Centro Italiano” non è scomparsa ma si è comunque trasformata.
Infatti, volgendo lo sguardo ai primi anni 60, si legge che fu Stoccarda a dare i natali al primo Centro Italiano in Germania.
La cronaca riporta la data del 31 luglio 1960. Fu in occasione della visita del Cardinale Marcello Mimmi in visita alla comunità italiana, assistita dall’instancabile e indimenticabile don Battista Mutti, che l’allora Oberbürgermeister Arnulf Klett consegnò all’alto porporato le chiavi della dismessa fabbrica Kolb esordendo:
“Ecco, Eminenza, questa struttura è per i Suoi italiani”.
Quella struttura di 6 piani era ubicata nella Böheimstrasse 8, adiacente alla nota Marienplatz . Grazie a quella struttura donata, nacquero spontanee squadre di operai italiani, pronti da dedicare ogni ora di tempo libero ai lavori di ristrutturazione, creando spazi per una grande cucina, una grande sala, uffici per l’assistenza sociale, una cappella per la Messa della Domenica e delle festività e un dormitorio per donne in attesa di trovare un’abitazione con i propri mariti. Nei sottoscala, o meglio negli scandinati, si crearono alcune sale-prove per complessini musicali che iniziarono a formarsi per allietare con musica italiana le serate da ballo e di accompagnamento a voci nuove in concorso, tipo festival della canzone italiana. Sulla scorta della riuscita esperienza di Stoccarda, la Caritas delle diocesi di Rottenburg e Friburgo istituirono nel Baden-Württemberg una ventina di Centri Italiani.
Se negli anni 60, 70 e 80 la Chiesa italiana inviava in Germania preti e suore, la Chiesa tedesca si preoccupava di istituire e sostenere finanziariamente Missioni Cattoliche, Uffici di assistenza sociale e Centri di ritrovo per italiani.
Negli anni 90 arrivò però la svolta delle diocesi di Rottenburg e Friburgo. In virtù di una auspicata integrazione nelle Unità Pastorali delle parrocchie tedesche iniziò un’azione di smantellamento dei Centri Italiani, degli Uffici di assistenza sociale della Caritas e persino delle Missioni cattoliche per carenza di sacerdoti italiani. Con la crescita della seconda e terza generazione, però, le due diocesi si ritirarono da questa esperienza, lasciando alle singole realtà la decisione di mantenere o meno questi luoghi d’incontro. Calw fu ed è una delle pochissime realtà a volersi dare una propria dignitosa struttura, in gestione autonoma. Infatti, pur in epoca e con esigenze diverse, il concetto di Centro Italiano è rimasto in quanto luogo d’incontro culturale per italiani e loro famiglie, ben integrato nel tessuto sociale locale.

Infatti, la comunità si è addossato tutte le spese, oggi di 1.300 euro al mese, pur di mantenere vivo lo spirito di aggregazione e consentire anche ai connazionali di terza e quarta generazione di avere un luogo in cui al centro degli obiettivi ci sia la nostra lingua e la cultura nelle svariate forme di usi, costumi, tradizioni ed attività per tutte le età.
Su questo binario Calw si è messo fin dalla fondazione del proprio Centro, avvenuta nel 1992. In effetti, come per l’allora amatissimo presidente-fondatore Rosario Scollo, stroncato recentemente da un male inguaribile, così per il giovane successore Angelo Averna l’obiettivo primario del Centro era ed è un luogo di ritrovo culturale e di tempo libero autogestito.
“Da quest’anno – ci riferisce il 35enne Averna – abbiamo la possibilità di ritrovarci in una sede dignitosa, ampia ed accogliente, inaugurata con una grande cerimonia nel febbraio scorso alla quale hanno preso parte il sindaco di Calw Florian Kling , l’europarlamentare Marco Falcone, il sindaco di Mirabella Giovanni Ferro con la sua Amministrazione, l’on. Mario Caruso, impreziosita dall’esibizione canora del maestro Enzo De Eugenio. Abbiamo inoltre dato vita al torneo di calcio giovanile dedicato alla memoria di “Rosario Scollo Cup”. Inoltre abbiamo organizzato una grande Festa Italiana con artisti e cantanti italiani, acquisendo nuovi soci e nuovi sponsor per poter finanziare le molteplici attività.
Quali sono state le necessità di cambiamento delle ultime due sedi nella Bahnhofstrasse?
La prima sede in Bahnhofstrasse è stata lasciata perché il cambio di proprietà non ci ha più consentito di usufruirne. La penultima sede, invece, si è rivelata troppo piccola per le nostre esigenze; non era adeguata ad accogliere eventi, feste o attività dedicate ai bambini.

Qual è la vera natura del Centro Italiano oggi?
È quella di mantenere vive le nostre tradizioni e le origini della comunità italiana, trasmettendo la nostra cultura e i nostri valori anche qui in Germania. Un’attenzione particolare è rivolta ai giovani e ai nostri figli, affinché non si perda il legame con il nostro modo di vivere e con la nostra identità.
Quale l’onere finanziario che dovete sostenere per l’affitto e gli accessori al mese?
Ovviamente l’affitto della nuova sede è certamente più elevato rispetto a quello delle sedi precedenti, ma la posizione centrale ci offre molte più possibilità di rientrare nelle spese, comprese quelle necessarie per finanziare le attività attraverso l’organizzazione di feste ed eventi e la partecipazione attiva al Mercatino di Natale e promuovendo feste di Carnevale, di Natale e la colazione italiana alla domenica mattina.
Come sta andando questa fase di avvio?
I primi mesi sono stati sicuramente molto impegnativi, ma ho potuto contare sulla collaborazione di tutto il comitato e di diversi soci. L’organizzazione della nuova sede, la suddivisione degli spazi e l’ambientamento sono stati momenti intensi, ma necessari per rendere l’ambiente funzionale e accogliente per tutti coloro che frequentano il Centro.
Che spazio trovano i bambini, giovani, adulti e anziani?
La nostra sede offre spazi dedicati a tutte le fasce di età. I giovani e gli adulti possono trascorrere il tempo nella stanza con il calcio balilla e la carambola, mentre gli anziani hanno a disposizione una sala per giocare a carte. I bambini possono muoversi liberamente e giocare in diverse aree, compreso un angolo attrezzato con giochi, pensati appositamente per loro.
Ci sono soci tedeschi tra i membri del Centro?
Sì, tra i nostri soci ci sono anche cittadini tedeschi, che apprezzano molto la nostra cultura, in particolare la cucina, il modo di vivere, di festeggiare e la nostra accoglienza. Anche loro si sono dimostrati entusiasti della nuova sede e delle attività che proponiamo per tutte le età come per esempio, un gruppo di danza per bambine dai 5 ai 12 anni, tornei di briscola, carambola e calcio balilla, oltre a serate di karaoke per giovani, adulti ed anziani.
Beneficiate di contributi finanziari da parte del Comune di Calw?
Sì, in occasione dell’inaugurazione della nuova sede abbiamo ricevuto un contributo dal Comune di Calw ed usufruiamo di alcune agevolazioni in occasione delle feste cittadine, beneficiando di una riduzione delle tasse.
Quanti soci avete?
Quest’anno il Centro conta circa 50 famiglie iscritte.
Qual è la quota sociale che richiedete?
La quota sociale annuale è di 40 euro per i singoli e i pensionati, mentre per le famiglie è di 60 euro.
Avete uno statuto che regola l’assemblea del Centro e un comitato esecutivo?
Sì, il Centro dispone di uno statuto, creato nel 1992 e aggiornato l’ultima volta nel 2000. L’Assemblea generale si svolge una volta all’anno, solitamente nell’ultimo trimestre. Il Comitato esecutivo è composto da 11 membri, eletti ogni due anni.
È facile o difficile chiedere ai soci di investire tempo non retribuito?
Coinvolgere i soci diventa più semplice quando li si invita a dare una mano nelle attività o nelle feste del Centro, rendendoli partecipi, valorizzandone il contributo e accogliendo le loro idee. In questo modo si sentono parte integrante della comunità e motivati a collaborare volontariamente.
Quali sono i vostri grandi appuntamenti per l’anno sociale 2025-2026?
Il 2025 ci ha già visto protagonisti di numerosi appuntamenti importanti, e per il 2026 abbiamo programmato diverse iniziative di rilievo. Tra queste, la tradizionale festa di Carnevale, la nuova edizione del torneo “Rosario Scollo Cup” e una grande Festa Italiana in una sala più ampia, con la partecipazione di artisti e cantanti. Inoltre, prevediamo di organizzare una gita collettiva in Italia.

































