
Gaetano Senese, in arte James Senese, è stato musicista, compositore, cantante, attore e, soprattutto, sassofonista
E come sassofonista ha ottenuto riconoscimenti mondiali mentre come uomo ha guadagnato la stima e il rispetto di tutti quelli che lo hanno frequentato, dalla gente di strada ai colleghi d fama mondiale, tra cui : Gil Evans, Bob Marley, Ornette Coleman, Pino Daniele, Tullio De Piscopo ed Enzo Avitabile.
Ma io lo ricordo dai tempi del suo primo gruppo “The Showmen”.
Avevo una decina di anni quando nel mio quartiere si sparse la voce che la Cadillac degli Showmen era parcheggiata a piazza Gianbattista Vico.
Corremmo in gruppo per vederla ed era li. Non ho idea cosa facessero nel mio quartiere James Senese, Mario Musella e i loro compagni del gruppo The Showmen.
Ma erano veramente lì, già circondati da una piccola folla e quando fecero per partire si accorsero che io e altri due o tre scugnizzi eravamo in piedi sull’enorme paraurti della Pink Cadillac.
Ci scacciarono a male parole “Scinnite, disgraziate, vi facite male!”
Oltre trent’anni dopo ero seduto nel mio studio radiofonico a Saarbrücken ed avevo di fronte James Senese ed Enzo Gragnaniello.
Era stato Christos Acrivulis a scritturarli nel 2001 a Saarbrücken nell’ambito della sua rassegna culturale “Frammenti”.
Nel corso dell’intervista, raccontai a Senese di quell’episodio da bambino e lui ne rimase colpito, dicendomi “Ah eri tu uno di quelli che ci scassavano la Cadillac”.

Si ero io uno di quelli. Uno di quelli che inconsapevolmente ammiravano un gruppo Funky Rock quando a Napoli nemmeno sapevamo cosa fossero il jazz, rock, soul e il funky.
Almeno noi, gente di strada, non lo sapevamo ma la sentivamo già nostra questa musica perché era la musica dei neri e noi quello eravamo: i neri d’Italia, neri come James Senese.
Ed è stato lui a dare metodo a quella che era un’esigenza forte ma mai formulata, fondando quella stagione musicale passata alla storia come Neapolitan power e fondendo ritmi blues e soul con l’animo napoletano.
È stato lui ancor prima di Pino Daniele, Prima di Enzo Gragnaniello, Tullio De Piscopo, Tony Esposito.
James è stato il caposcuola, il maestro di un’intera generazione di musicisti napoletani fino a Gigi D’Alessio e a Sal Da Vinci.
Addio James, “’O Niro”. Addio e grazie.
Tu hai imparato a non vergognarti della tua pelle nera e ci hai insegnato a non vergognarci di essere nati in una Napoli che non è solo monnezza.
Quando alla radio gli raccontati di aver comprato il mio primo sassofono perché volevo suonare come James Senese, mi disse secco e aspro, come solo suo sapeva essere, “famme verè stu coso!”.
E scrisse sulla custodia “A Pasquale, con grande sentimento, James”.
Addio James “O Niro”. Addio e grazie. Ora, quando sentiremo la tua musica, insieme a quel sentimento di orgoglio e di appartenenza alla nostra terra, dovremo aggiungere anche una lacrima di tristezza, purtroppo.


























