Ogni anno all’inizio di novembre si tengono celebrazioni nei quattro Cimiteri Militari Italiani in Germania (Francoforte, Amburgo, Berlino e Monaco) per commemorare migliaia di soldati, gli internati militari (IMI) ma anche lavoratori e lavoratrici coatti civili, prigionieri politici e persino bambini che trovarono la morte nei campi di lavoro per stenti, per azioni di rappresaglia, che morirono sotto le bombe dopo l’8 settembre 1943 e fino alla fine della Seconda guerra mondiale.
Qui riportiamo una cronaca e un discorso rispettivamente della commemorazione al Cimitero Militare Italiano Westhausen di Francoforte (2 novembre) e al Cimitero Militare d’Onore italiano di Amburgo Ojendorf (9 novembre) alla presenza delle autorità consolari, di associazioni e del missionario della locale comunità cattolica italiana, don Matteo Laslau (Francoforte), don Pierluigi Vignola (Amburgo).
Commemorazione al Cimitero Militare Italiano di Westhausen
- di Renzo Sechi
Il 2 novembre 2025 si è svolta una toccante messa commemorativa presso il cimitero militare italiano nel quartiere Westhausen di Francoforte sul Meno, in onore degli italiani caduti durante la Seconda Guerra Mondiale.
Organizzata dal Consolato Generale d’Italia, numerosi ospiti e rappresentanti politici e sociali si sono riuniti nella cappella del cimitero per dare memoria agli oltre 4.700 italiani – internati militari, lavoratori forzati, civili, donne e bambini – qui sepolti.
Alla cerimonia hanno preso parte, tra gli altri, il Console Generale Massimo Darchini, Renzo Sechi, presidente del consiglio distrettuale dell’Hochtaunuskreis, Massimo Agosta, rappresentante del comune di Eschborn e Luigi Brillante, consigliere comunale di Francoforte.
Dopo la celebrazione si è tenuta la deposizione di una corona commemorativa, a sottolineare l’importanza del ricordo dei defunti provenienti da oltre 650 località italiane. L’evento ha ribadito il valore del dialogo e della riconciliazione in Europa.
Foto della cerimonia commemorativa al Cimitero Militare Italiano di Westhausen. Al centro si trova il Console Generale Massimo Darchini, a sinistra Massimo Agosta, Consigliere Comunale di Eschborn, a destra Renzo Sechi, Presidente del consiglio distrettuale dell’Hochtaunuskreis. Sono presenti anche rappresentanti dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (A.N.P.I.), degli Alpini e cittadini impegnati. I partecipanti sono riuniti davanti al monumento commemorativo in un momento di riflessione e memoria.
Cimitero Militare d’Onore italiano di Amburgo Öjendorf
Discorso di Giuseppe Scigliano, Consigliere del CGIE, alla cerimonia commemorativa di organizzata dal Consolato generale d’Italia, domenica 9 novembre.
Illustrissime autorità, gentili Signore e Signori, cari amici,
eccomi nuovamente in questo luogo della memoria, del silenzio e della riflessione per rendere omaggio a 5.839 vite italiane spezzate da un sistema in mano a gente senza scrupoli e che voleva essere un modello da imporre al resto del mondo…
Uomini e donne che hanno attraversato la guerra, la prigionia, i lavori forzati e che qui, nel suolo di Öjendorf, sono stati seppelliti per trovare riposo.
Con queste corone, non portiamo solo fiori, discorsi ed inni… ma portiamo altresì il peso e la luce di una memoria che non deve svanire e la gratitudine per i valori che ci hanno trasmesso… e che dovrebbero essere monito per non ripetere le brutture del Nazismo. Ogni nome inciso su queste lapidi è un frammento di dignità, di dolore, di suppliche, di tristezza, di rassegnazione, e per chi ancora credeva, la speranza di andare a raggiungere la pace eterna…
Ogni tomba è un ponte tra passato e presente, tra dolore e speranza.
Inchinarsi qui significa riconoscere il valore della pace, il dovere della memoria, la forza della solidarietà tra i popoli.
Che queste corone siano un gesto semplice, ma profondo. Un segno di condanna per quanto altri hanno barbaramente commesso. Un segno per costruire ponti, non muri.
Purtroppo, attualmente sul nostro pianeta ci sono circa 59 conflitti attivi ed oltre 92 nazioni direttamente o indirettamente coinvolte.
Le vittime registrate nel 2024 si stimano almeno in 233.000 e gli sfollati sono più di 100 milioni.
Qui non posso che citare il grande filosofo tedesco Friedrich Hegel: “L’uomo ha imparato dalla storia che l’uomo dalla storia non ha imparato nulla”.

Volutamente, ho tralasciato un’analisi politica di questo preciso momento storico, non intendo ingrassare la tifoseria degli schieramenti di parte ma vi leggo, come ogni anno, una mia poesia.
GLI IMBECILLI NON HANNO MEMORIA
Le urla di dolore
Adesso come allora
Non hanno età
Non hanno colore
Per cancellare
Lo sguardo di bimbi
Le lacrime dei vecchi
I lamenti di chi soffre
Non basta guardare altrove
Né la pietà che asciuga le colpe
Se il cuore si ostina
A sentire degli altri il dolore
Alla mente non serve trovare parole
Per esprimere il silenzio di chi allora
ha taciuto…
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