Le foto sono state messe gratuitamente a disposizione da Francesco Frazzetta

Chiesa stracolma a Calw per la Patrona dei mirabellesi. Il maltempo ha impedito la processione

Sembrava che la 40esima edizione della celebrazione della festa di Santa Maria delle Grazie potesse essere festeggiata alla grande, ma la pioggia pomeridiana di domenica 21 settembre ha impedito che l’effige della Madonna venisse portata in processione per le vie cittadine accompagnato anche dalla banda musicale locale. Perciò tutto si è svolto nella Chiesa di S. Giuseppe, parrocchia degli italiani della zona.

Per l’occasione quest’anno è giunto in pullman un nutrito gruppo di mirabellesi interessati a conoscere e a condividere con i loro concittadini emigrati la trapiantata tradizione. A render omaggio all’iniziativa sono giunte anche quest’anno due importanti delegazioni: quella religiosa guidata dal Vescovo di Caltagirone S.E. Calogero Peri (con al seguito i parroci di Mirabella) e quella civile, capeggiata dal Sindaco Giovanni Ferro che tradizionalmente rende visita anche all’amministrazione comunale di Schönaich, cittadina gemellata con Mirabella.

La tradizione di questi festeggiamenti affonda le sue radici nel lontano 1984. Grazie all’interessamento del cappuccino Padre Santo D’Accorso, allora Missionario per Calw e provincia, i vescovi di Caltagirone e di Rottenburg, e le autorità comunali di Mirabella Imbaccari (Catania) e Calw (Foresta Nera) diedero “luce verde” per quest’ormai immancabile appuntamento religioso di fine estate.

L’importanza di questa manifestazione di fede popolare è entrata ormai a far parte della tradizione dei mirabellesi, e non, residenti anche in altre località. Quest’anno, come si ricorderà, ricorre il 70esimo anniversario dell’accordo italo-tedesco sul reclutamento della manodopera italiana in Germania, firmato nel lontano 20 dicembre del 1955. Ed essendo considerato l’atto di nascita del fenomeno migratorio su larga scala degli italiani verso la Germania post-bellica, i siciliani insieme ai veneti, friulani, pugliesi e calabresi costituiscono ancora oggi lo “zoccolo duro” della collettività italiana in terra tedesca.

Le foto sono state messe gratuitamente a disposizione da Francesco Frazzetta

Gran parte dei mirabellesi si insediarono intorno agli stabilimenti della Mercedes di Sindelfingen, dando così vita alle squadre di calcio (Bacigalupo di Sindelfingen e Tricolore Calw), a Centri italiani e Missioni cattoliche.

Per non tranciare il cordone ombelicale con le località di provenienza, soprattutto Mirabella Imbaccari (Catania) e Visciano (Napoli) istituirono addirittura una sorta di bus di linea che quasi settimanalmente trasportavano persone con pacchi e sacchi di prodotti agro-alimentari che in quel tempo in Germania erano quasi del tutto sconosciuti.

È intorno a quella gente della “prima ora” che la chiesa italiana si sentì vicina inviando sacerdoti missionari e corresponsabilizzante quella tedesca, con la creazione di strutture di riferimento e di assistenza sociale istituendo uffici di assistenza sociale Caritas, doposcuola, corsi di tedesco e  inseguito al crescente fenomeno del ricongiungimento furono istituiti anche corsi di lingua e cultura italiana per i ragazzi.

Quella prima generazione è ormai sulla via del tramonto. Ed è a quei bambini/ragazzi di allora che oggi tocca essere estensori e protagonisti del consolidamento e alfieri delle tradizioni popolari dei paesi d’origine dei propri genitori e nonni.

Questo percorso però non è scontato. Ed è per questo che, per esempio proprio a Calw, un nutrito gruppo di giovani ha accettato di mettersi in gioco, assumendosi l’onere di far parte del Consiglio pastorale che per la prima volta quest’anno si è dovuto far carico di tutta la macchina organizzativa che gravita intorno alla festa della Madonna delle Grazie:  dagli inviti alle autorità civili e religiose italiane e tedesche, alla redazione di un programma dettagliato di accoglienza, sistemazione logistica, vitto e assistenza agli ospiti, dall’arrivo alla ripartenza e a tutta la logistica delle manifestazioni religiose e socio-culturali.

Il cammino del nuovo Consiglio pastorale è senza dubbio faticoso, ma i giovani sono carichi di entusiasmo.