A Francoforte, tra memoria repubblicana e amicizia europea. Il Corriere d’Italia ha seguito la cerimonia ufficiale del Consolato Generale
La Festa della Repubblica Italiana è stata celebrata con grande partecipazione in tutte le sedi consolari presenti sul territorio tedesco, da Berlino a Monaco, da Colonia a Stoccarda, passando per Francoforte.
Il 2 giugno non è solo una data sul calendario: è il giorno in cui, nel 1946, il popolo italiano fu chiamato a scegliere tra monarchia e repubblica. Un momento decisivo per la nascita dell’Italia democratica, nel quale per la prima volta votarono anche le donne. La Repubblica nacque dunque da un atto collettivo di volontà popolare, e rappresenta da allora i valori fondanti di partecipazione, uguaglianza e libertà.
Oggi quella stessa Repubblica si racconta anche fuori dai confini nazionali, attraverso le sue comunità all’estero, che ne sono testimoni vivi e attivi.
La cerimonia si è tenuta negli spazi del Consolato Generale di Francoforte, alla presenza di numerosi ospiti: autorità italiane e tedesche, rappresentanti del corpo diplomatico, delle associazioni italiane in Assia, imprenditori, docenti, studenti e semplici cittadini. Una vera festa della collettività.
Il Console Generale Massimo Darchini ha aperto l’evento con un discorso intenso e sentito: „Il 2 giugno segna l’inizio del nostro percorso democratico. È una ricorrenza che ci ricorda chi siamo e da dove veniamo, ma ci interpella anche sul presente: sul valore del nostro impegno civile e sull’importanza del dialogo con gli altri Paesi. Germania e Italia condividono non solo interessi comuni, ma anche una visione europea fondata su cooperazione, cultura e solidarietà“.
Il Console ha poi rivolto un pensiero particolare alla comunità italiana residente nella circoscrizione consolare, definendola „un ponte vivente tra due culture, capace di esprimere al meglio il carattere e il talento del nostro Paese“.
Tra gli interventi istituzionali più significativi, quello di Uwe Becker, Staatssekretär im Hessischen Ministerium der Finanzen, ha evidenziato il valore politico e simbolico del legame tra Italia e Germania: „Il 2 giugno rappresenta la rinascita di un’Italia democratica e libera. Oggi celebriamo non solo una nazione amica, ma anche un partner fondamentale nella costruzione dell’Unione Europea. L’Italia, con la sua cultura e il suo impegno, è un pilastro centrale della nostra Europa comune“.
Becker ha sottolineato anche l’importanza della comunità italiana in Assia, „una delle più attive e ben integrate, che contribuisce in modo decisivo allo sviluppo sociale ed economico del Land“.
Intervista a Uwe Becker, Staatssekretär im Hessischen Ministerium der Finanzen: „Il legame tra Assia e Emilia Romagna va oltre la politica“
Durante l’evento, ho avuto l’occasione di intervistare brevemente Uwe Becker. Il Segretario di Stato ha condiviso con noi alcuni dettagli sulla cooperazione tra il Land Assia e la regione Emilia-Romagna, tema accennato anche nel suo discorso.

Nel suo intervento ha citato il gemellaggio tra il Land Assia e l’Emilia-Romagna. Quando è nato?
Ufficialmente è iniziato nel 1992, quando è stato formalmente siglato il contratto. È un partenariato che si è sviluppato oltre i singoli comuni. Ad oggi contiamo 18 gemellaggi tra comuni dell’Assia e dell’Emilia-Romagna. Abbiamo notato che è importante supportare questi legami anche a livello regionale, non solo municipale.
Quali sono i progetti principali?
Uno dei progetti più significativi è la collaborazione con la scuola della pace, Friedenschule Monte Sole*. Qui, Assia ed Emilia-Romagna portano avanti attività congiunte e visite reciproche. È un progetto molto concreto, visibile e sostenuto collettivamente.
Ha partecipato personalmente a queste visite?
Sì, ho avuto la fortuna di visitare personalmente l’Emilia-Romagna, anche nel loro parlamento. Si avverte che non si tratta solo di una relazione istituzionale, ma anche umana. Negli ultimi anni credo che siamo riusciti a costruire qualcosa di molto autentico e importante.
Quest’anno si celebra anche il 70º anniversario dell’accordo bilaterale tra Italia e Germania. Cosa rappresenta per lei?
All’epoca l’obiettivo era la ricostruzione della Germania. C’era bisogno di manodopera e arrivarono tanti lavoratori italiani, i cosiddetti Gastarbeiter. Ma con loro sono arrivate anche famiglie, ed è nata un’amicizia profonda tra tedeschi e italiani. Oggi l’Italia fa parte integrante della società tedesca. Solo in Assia vivono circa 73.000 cittadini italiani: una presenza che equivale a una città di medie dimensioni. È un dato significativo.
Le piace l’Italia? Ha avuto occasione di visitarla anche al di fuori dei contesti ufficiali?
Sì, con mia moglie siamo stati due volte sulla costa, a nord di Gaeta, e naturalmente anche a Roma. Amiamo l’Italia non solo per il cibo – che è straordinario – ma per la sua cultura, la sua arte e l’accoglienza che si percepisce ovunque.
Der 2. Juni in ganz Deutschland gefeiert
In Frankfurt – zwischen republikanischem Gedenken und europäischer Freundschaft. Corriere d’Italia war bei der Feier des Generalkonsulats dabei
Der italienische Nationalfeiertag, die Festa della Repubblica, wurde in allen Konsulaten Italiens in Deutschland feierlich begangen – von Berlin bis München, von Köln bis Stuttgart, und auch in Frankfurt.
Der 2. Juni ist ein symbolträchtiges Datum: Am 2. Juni 1946 entschied das italienische Volk per Volksabstimmung über die Staatsform und wählte die Republik. Zum ersten Mal durften auch Frauen wählen – ein Meilenstein der italienischen Demokratiegeschichte.
Heute wird diese Republik nicht nur in Italien gefeiert, sondern auch von den italienischen Gemeinschaften im Ausland gelebt und getragen.
Die Feier fand in den Räumen des Italienischen Generalkonsulats statt und versammelte zahlreiche Gäste: Vertreter der italienischen und deutschen Institutionen, das diplomatische Korps, italienische Vereine in Hessen, Unternehmer, Akademiker, Studierende und Bürgerinnen und Bürger.
Generalkonsul Massimo Darchini eröffnete die Feier mit einer eindringlichen und würdevollen Rede: „Der 2. Juni markiert den Beginn unseres demokratischen Weges. Es ist ein Gedenktag, der uns an unsere Herkunft erinnert, uns aber auch auffordert, über unsere gegenwärtige Rolle nachzudenken: über unser zivilgesellschaftliches Engagement und den Dialog mit anderen Nationen. Italien und Deutschland teilen nicht nur gemeinsame Interessen, sondern auch eine europäische Vision, die auf Zusammenarbeit, Kultur und Solidarität basiert“.
Darchini betonte die Bedeutung der italienischen Gemeinschaft in Hessen, die er als „lebendige Brücke zwischen zwei Kulturen“ beschrieb.
Ein besonderer Moment der Veranstaltung war der Beitrag von Uwe Becker, Staatssekretär im Hessischen Ministerium der Finanzen. In seiner Ansprache hob er die politische und kulturelle Bedeutung der italienisch-deutschen Freundschaft hervor: „Der 2. Juni steht für den demokratischen Neubeginn Italiens. Heute feiern wir nicht nur ein befreundetes Land, sondern einen unverzichtbaren Partner beim Aufbau Europas. Italien bringt nicht nur Kultur, sondern auch Engagement in unsere europäische Gemeinschaft ein“.
Becker würdigte insbesondere die italienische Präsenz in Hessen als „eine der aktivsten und am besten integrierten Gemeinschaften“.
Interview an Uwe Becker, Staatssekretär im Hessischen Ministerium der Finanzen
Uwe Becker: „Die Beziehung zwischen Hessen und Emilia Romagna geht über die Politik hinaus“
Am Rande der Feierlichkeiten sprach ich mit Staatssekretär Uwe Becker über die Zusammenarbeit zwischen dem Land Hessen und der Region Emilia-Romagna – ein Thema, das er auch in seiner Rede angesprochen hatte.
Sie erwähnten die Partnerschaft zwischen Hessen und der Emilia-Romagna. Wann wurde sie offiziell begründet?
Offiziell begann sie 1992 mit der Unterzeichnung eines Partnerschaftsvertrags. Damals wuchs die Idee über kommunale Grenzen hinaus. Heute gibt es 18 Städtepartnerschaften zwischen hessischen und emilianisch-romagnolischen Kommunen. Uns war wichtig, diese auch auf Landesebene zu stärken.
Welche gemeinsamen Projekte gibt es?
Ein besonders sichtbares Projekt ist die Zusammenarbeit mit der Friedensschule Monte Sole*, an der Hessen und Emilia-Romagna gemeinsam arbeiten. Es gibt regelmäßige gegenseitige Besuche. Dieses Projekt ist ein konkretes Beispiel für gelebte Partnerschaft.
Waren Sie selbst vor Ort in der Emilia-Romagna?
Ja, ich hatte das Glück, selbst vor Ort zu sein – auch im Regionalparlament. Man spürt, dass diese Partnerschaft nicht nur auf politischen Austausch beschränkt ist, sondern auch menschlich sehr viel trägt. In den letzten Jahren ist uns da wirklich viel gelungen.
2025 wird das 70-jährige Jubiläum des bilateralen Abkommens zwischen Deutschland und Italien gefeiert. Was bedeutet das für Sie?
Damals ging es darum, Deutschland nach dem Krieg wieder aufzubauen. Man suchte Arbeitskräfte – sogenannte Gastarbeiter. Viele Italiener kamen, nicht nur allein, sondern mit ihren Familien. Daraus sind unzählige Freundschaften entstanden. Heute ist Italien ein fester Bestandteil der deutschen Gesellschaft. Allein in Hessen leben rund 73.000 Italiener – das entspricht einer mittelgroßen Stadt. Das ist beachtlich.
Mögen Sie Italien auch privat? Haben Sie weitere Regionen besucht?
Ja, meine Frau und ich waren zweimal nördlich von Gaeta an der Küste und natürlich auch in Rom. Wir lieben Italien – nicht nur wegen des Essens, sondern auch wegen der Kultur, der Kunst und der Wärme, die einem überall begegnet.
* Friedensschule Monte Sole
Am 14. Dezember 2002 wurde in Marzabotto die Stiftung „Friedensschule Monte Sole“ gegründet. Erster Präsident der Stiftung war Professor Vittorio Prodi, Mitglied des Europäischen Parlaments und damaliger Präsident der Provinz Bologna. Seit Juli 2008 ist Rechtsanwalt Giuseppe Giampaolo neuer Präsident der Stiftung.
Die Friedensschule Monte Sole liegt in einem als Geschichtspark ausgewiesenen Gelände am Berg Monte Sole. Das Gelände, das sich ca. 20 km südlich von Bologna zwischen den Flüssen Reno und Setta befindet, umfasst die Gebiete der Kommunen Marzabotto, Grizzana Morandi und Monzuno. Vom 29. September bis 5. Oktober 1944 wurde die dort lebende Bevölkerung von Mitgliedern der SS und deutschen Soldaten erschossen. Das Massaker, dem 775 Personen zum Opfer fielen, war eine Vergeltungsaktion für Aktivitäten der Partisanen, die sich in der dortigen Bergregion versteckt hielten. Bei den Opfern handelte es sich vor allem um Kinder, Frauen und ältere Menschen.
Trotz dieser Vorgeschichte hat die Regionalregierung der Emilia-Romagna im Jahr 1996 das Land Hessen gebeten, sich am Aufbau der Stiftung „Friedensschule Monte Sole“ und der gleichnamigen Schule zu beteiligen. Hessen ist dieser Bitte gerne nachgekommen und ist damit das einzige Gründungsmitglied aus dem Ausland. Weitere Mitglieder sind u. a. die Region Emilia-Romagna, die Provinz Bologna, die Stadt Bologna sowie die Gemeinden Marzabotto, Grizzana Morandi und Monzuno.
Die Stiftung setzt sich für die Durchführung von Projekten der Friedenserziehung und –forschung ein. Schwerpunkt der Zusammenarbeit mit Hessen ist dabei die Durchführung von sogenannten Friedenscamps mit italienischen, deutschen, palästinensischen, israelischen Jugendlichen, sowie mit Jugendlichen der Volksgruppen aus dem Kosovo. Ein besonderes Augenmerk liegt dabei auch auf der Fortbildung von Fachkräften im Bereich der Jugendarbeit. Alle Aktivitäten finden in der Friedensschule Monte Sole statt, die neben einem Tagungszentrum auch über Unterkunftsmöglichkeiten verfügt.
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Scuola della Pace Monte Sole
Il 14 dicembre 2002 è stata fondata a Marzabotto la Fondazione "Scuola della Pace Monte Sole". Il primo presidente della fondazione è stato il professor Vittorio Prodi, membro del Parlamento Europeo e all'epoca presidente della Provincia di Bologna. Dal luglio 2008, l'avvocato Giuseppe Giampaolo è il nuovo presidente della fondazione.
La Scuola della Pace Monte Sole si trova in un'area designata come parco storico sul Monte Sole. Questa area, situata circa 20 km a sud di Bologna tra i fiumi Reno e Setta, comprende i territori dei comuni di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno. Dal 29 settembre al 5 ottobre 1944, la popolazione locale è stata massacrata da membri delle SS e soldati tedeschi. Il massacro, nel quale persero la vita 775 persone, fu una rappresaglia per le attività partigiane nella regione montana. Le vittime erano principalmente bambini, donne e anziani.
Nonostante questa tragica storia, nel 1996 il governo regionale dell'Emilia-Romagna ha chiesto alla regione tedesca dell'Assia di partecipare alla creazione della Fondazione "Scuola della Pace Monte Sole" e della scuola omonima. L'Assia ha risposto positivamente a questa richiesta, diventando così l'unico membro fondatore straniero. Altri membri includono la Regione Emilia-Romagna, la Provincia di Bologna, la città di Bologna e i comuni di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno.
La fondazione si impegna nella realizzazione di progetti educativi e di ricerca sulla pace. Un focus della collaborazione con l'Assia è la realizzazione dei cosiddetti campi della pace con giovani italiani, tedeschi, palestinesi, israeliani e dei gruppi etnici del Kosovo. Un'attenzione particolare è dedicata alla formazione degli operatori giovanili. Tutte le attività si svolgono presso la Scuola della Pace Monte Sole, che oltre a essere un centro congressi dispone anche di strutture per l'alloggio.