Nella foto: La compagnia La Paranza (foto di © Arno Loeb)

Il successo ha superato ogni pronostico

È con questa divertentissima tragicommedia del commediografo flegreo Oreste De Santis che la compagnia teatrale amatoriale La Paranza ha aperto il sipario della stagione 2025/26.

Come si può dedurre dal titolo, è impossibile non commuoversi e al contempo non scoppiare in risate a crepapelle.

Ed è quanto ha potuto vivere la stracolma sala-teatro dell’Haus Augustinus di Augusta alias Augsburg.

La richiesta di biglietti è stata talmente forte che ha indotto l’ormai affermata Compagnia La Paranza a prevedere una replica già per sabato 18 ottobre alle ore 20 nella stessa sala-teatro.

Un successo del debutto intrinseco nel titolo della commedia?

Il 44enne ingegnere aerospaziale Daniele De Santis, regista e fondatore della compagnia amatoriale italo-augsburghese:

Chi lavora egoisticamente – amava ripetere il grande Eduardo De Filippo – non arriva mai. Chi lavora altruisticamente se lo ritrova, il lavoro fatto” .

Quindi anche noi de La Paranza abbiamo cercato di piantare il seme dell’amore per il Teatro  nella nostra Augusta/Augsburg.

Ad oggi possiamo dire che il “raccolto” è decisamente buono e le oltre 200 persone che ci aspettano ad ogni appuntamento, sono la nostra più grande soddisfazione. La sala piena, più che una sorpresa, é la conferma della stima del pubblico nei nostri confronti.

Una vostra particolare iniziativa organizzativa è l’offerta gratuita del baby-sitting?
Quanto incide sull’afflusso di pubblico di genitori con figli piccoli?

Sicuramente è un incentivo per chi altrimenti non potrebbe partecipare tranquillamente allo spettacolo. Molte famiglie non hanno nonni o zii vicini, e questo accomuna tanti dei nostri amici e colleghi. Gli stessi attori usufruiscono del servizio.

Disponete di ambiente e di volontari per questo importante servizio gratuito?

Utilizziamo uno spazio apposito all’interno della struttura che ospita anche il teatro. Paghiamo noi le baby-sitter e quando necessario, chiediamo il supporto volontario di qualche socio.

Apriamo ora il virtuale sipario su “Il morto è vivo” Come mai è caduta la scelta su quest’opera tragicomica in due atti del 64enne commediografo Oreste De Santis di Pozzuoli (Napoli)?

Seleziono e leggo tanti copioni e quando trovo un testo che riesco già in fase di lettura a vedere cucito sui miei attori, lo approfondisco. A quel punto inizio con le modifiche e l’aggiunta di qualche particolare, scene e /o personaggi. Quest’opera mi ha colpito e ho visto una buona base per costruire un pezzo divertente e leggero.

Ti ha creato qualche difficoltà l’assegnazione dei ruoli ad una dozzina di interpreti che si alternano in scena?

Conoscendo il team avevo già bene in mente i ruoli da assegnare. Mi piace comunque in fase di lettura del copione sperimentare, e lasciare che i ragazzi si mettano in gioco con tutti i ruoli.

Quanto tempo di preparazione è stato necessario per il debutto?

6 mesi.

Ormai la vostra Compagnia è considerata “stabile”. Ma chi sono i componenti?

Del gruppo fanno parte dei ragazzi che mi seguono sin dall’inizio, come Francesca Bombaci e Antonio Sigillò. Abbiamo poi quelli che hanno già partecipato a diversi spettacoli come Greta Umilio, Manuel Carbonaro, Dario Navoni e Samuel Diana. E infine 4 new entry che hanno iniziato con noi appena 6 mesi fa (Flora Scelzo, Federico Faraoni, Vincenzo Viscusi e Simona Mocanu). Inoltre, ci sono tanti altri attori che avendo partecipato a precedenti spettacoli continuano a supportarci.

Come viene interpretato, o meglio vissuto, il momento della scelta del genere di commedia, dei ruoli, delle prove, dell’allestimento dei costumi e della rappresentazione delle scenografie?

Noi lavoriamo in gruppo sin dalla prima lettura del copione. Il calendario delle prove viene stabilito e condiviso con tutto il gruppo. Stessa cosa avviene per la lista degli oggetti di scena, abiti, scenografie etc. Abbiamo dei responsabili per ogni sezione, ma tutti devono saper fare tutto e collaborare lì dove ce ne è più bisogno.

Hai incontrato resistenze sui ruoli assegnati?

Assolutamente no.

Come fate per l’allestimento delle scene, dei costumi, luci, musiche, riprese e contabilità degli introiti e delle spese?

Abbiamo un team per le scenografie, uno per gli oggetti di scena e viene scelta per ogni spettacolo una direttrice di scena, con i rispettivi responsabili di primo e secondo atto. Della contabilità si occupa il cassiere dell’associazione. Luci e musiche le gestisco io insieme al supporto di Antonio Sigillò.

Oltre agli attori/attrici, quante persone gravitano intorno alla “Compagnia” con compiti di supporto: sala, biglietteria ecc.?

Chiediamo sempre ai nostri soci di darci una mano e non veniamo mai delusi. Dai ragazzi più giovani ai veterani del gruppo, tutti si impegnano per la riuscita del progetto.

Avete mai pensato di presentare questa o altre commedie ad alunni, genitori ed insegnanti di corsi di lingua e cultura italiana?

Ti rispondo con un dato: circa 75 studenti del Maria-Theresya-Gymnasium di Augsburg hanno assistito allo spettacolo. Questo è stato possibile anche grazie al lavoro di Barbara Balletta che nella nostra associazione si occupa dei rapporti con le scuole e che ha coordinato 2 workshop dove abbiamo presentato il pezzo teatrale ai ragazzi.

Oltre alla replica di sabato 18 ottobre sono previste altre repliche?

Porteremo lo spettacolo a Monaco il 13-14 marzo 2026. Stiamo aspettando delle date per Stoccarda, Ulm e Regensburg.

Fare teatro richiede passione, ma anche risorse finanziarie per la sala-prove, costumi, scenografia, pubblicità, affitto sale di presentazione degli spettacoli e altro ancora.
Di che somma finanziaria avete bisogno per rimanere a galla?

La nostra concezione di teatro sposa la realtà, in maniera a tratti maniacale. Il che ci porta a non risparmiare sulle scenografie, costumi e oggetti di scena. Per gli allestimenti partiamo dai 1500€ a cui vanno sommati i costi del Teatro, sia per le prove che per gli spettacoli.

Riuscite ad attingere a contributi pubblici e privati italiani e tedeschi?

Purtroppo per il 2025 abbiamo ricevuto risposte negative e non abbiamo avuto possibilità di ricevere fondi nonostante le richieste fatte.

Dopo “Il morto è vivo” che cosa avete in calendario?

Nel 2026 la nostra associazione festeggia i suoi 10 anni di vita e stiamo già organizzando diversi eventi. Per il teatro sicuramente ospiteremo 2 compagnie provenienti dall’Italia, in cambio noi porteremo i nostri spettacoli a Bologna e Milano. Inoltre, ci saranno progetti legati alla musica e al ballo.

Riuscite a mantenere vivo il rapporto di gemellaggio o comunque di collaborazione con altre compagnie operanti in Germania?

Il gemellaggio con le Maschere di Stoccarda è ormai un appuntamento fisso. Ingolstadt, Monaco, Ulm e Regensburg sono città che ci supportano nella nostra attività.

Dopo la prima riuscita esperienza del Primo Festival di Teatro italiano in Germania, realizzato ad Augsburg e Monaco di Baviera, pensate di conferire stabilità futura all’iniziativa?

Mi piacerebbe riproporre il Festival nel 2028, magari includendo Stoccarda tra le città ospitanti. Il tutto dipenderà fortemente anche dal tipo di supporto che otterremo dalle istituzioni e dall´impegno che vorranno investire le compagnie sul posto.

Che cosa avete in programma per la stagione 2025/26?

Come detto i 10 anni della registrazione all’albo delle associazioni della città di Augsburg cadranno nel 2026 e mi piacerebbe “festeggiare” portando i nostri spettacoli in giro per la Germania e l’Italia. Sarebbe bello proporre anche una serata “riassuntiva” dei nostri primi 10 anni, riprendendo una parte della nostra produzione e presentandola in una chiave differente.