Nella foto: Momento del convegno con Maria Chiara Prodi, segretaria generale del Cgie in collegamento dall'Italia. Foto di ©Francesco Vizzarri

Un convegno per rileggere 70 anni di storia migratoria

Nel 1955 la firma dell’Accordo bilaterale tra Italia e Repubblica Federale di Germania segnò l’inizio di una delle esperienze migratorie più importanti dell’Europa contemporanea. Migliaia di lavoratori e lavoratrici italiani attraversarono allora le Alpi in cerca di un futuro migliore, portando con sé lingue, tradizioni, culture e speranze che avrebbero profondamente inciso sul tessuto sociale, economico e culturale tedesco.

A settant’anni da quell’intesa, il convegno “Storia, società e prospettive dell’emigrazione italiana in Germania – Frontiere in movimento”, svoltosi sabato, ha voluto intrecciare memoria e attualità, riflettendo sulle trasformazioni dell’esperienza migratoria italiana e sulle nuove sfide che essa pone oggi.

L’incontro ha riunito studiosi, rappresentanti istituzionali, esponenti del mondo associativo e delle nuove generazioni, in un dialogo che ha restituito la complessità di una storia collettiva ancora in evoluzione.

A dare il benvenuto ai partecipanti e al pubblico è stato Francesco Vizzarri, che ha aperto ufficialmente i lavori del convegno, salutando gli ospiti e presentando i diversi panel tematici. Vizzarri ha anche svolto il ruolo di moderatore, accompagnando con competenza e sensibilità l’intero svolgimento della giornata, favorendo il confronto tra i relatori e il pubblico in sala.

Un viaggio nella memoria e nella storia sociale

A inaugurare le relazioni è stato l’onorevole Toni Ricciardi, storico dell’emigrazione e deputato, che ha ricostruito le tappe fondamentali dell’esodo italiano verso l’Europa occidentale dopo il 1945. Nella sua relazione, Ricciardi ha sottolineato come la migrazione italiana in Germania sia stata non solo una vicenda economica, ma anche un potente motore di trasformazione sociale e culturale.

È poi intervenuta Licia Linardi, direttrice del Corriere d’Italia, che ha ripercorso la storia del giornale e delle Missioni cattoliche italiane, strumenti centrali di informazione e coesione per gli emigrati nel dopoguerra.

Il delegato delle Missioni cattoliche italiane, don Gregorio Milone, ha aggiornato i presenti sulla situazione attuale delle comunità, ricordando l’impegno pastorale e sociale di questi centri, ancora oggi punti di riferimento per molti connazionali.

Associazionismo e sindacato: radici e futuro

Pino Tabbì, presidente delle ACLI Germania, ha presentato la storia delle Acli Germania e la sua attualità. Mentre il presidente nazionale delle ACLI, Emiliano Manfredonia, ha affrontato il tema del futuro dell’associazionismo italiano all’estero, ponendo l’accento sulla necessità di rinnovare linguaggi e strumenti per rispondere ai bisogni delle nuove mobilità.

Nella sessione dedicata a “Sindacati, diritti sociali, cittadinanza ed emigrazione attuale”, moderata da Tabbì, sono intervenuti Rocco Artale, storico sindacalista e testimone del lungo cammino degli italiani verso il riconoscimento dei diritti, e la sociologa Edith Pichler (Università di Potsdam), che ha illustrato le nuove forme di mobilità giovanile e precarietà.
Il giudice e scrittore Alessandro Bellardita ha riflettuto sui “diritti in emigrazione”, mentre Maria Chiara Prodi, segretaria generale del CGIE, è intervenuta online sul tema della rappresentanza politica e della partecipazione civica degli italiani all’estero.

Le voci delle donne e delle nuove generazioni

Un momento particolarmente significativo è stato l’intervento della dr. Lisa Mazzi, scrittrice interculturale e docente all’Università del Saarland, che ha raccontato la presenza femminile nell’emigrazione italiana “ieri e oggi”, tra resilienza, invisibilità e protagonismo sociale.

La tavola rotonda conclusiva, moderata da Licia Linardi, ha dato voce a esperienze dirette e contemporanee di emigrazione: l’impreditore Giuseppe Fusco “Dolce momento” di Francoforte, la psicologa Alessia De Carlo (Stoccarda) e Maurella Carbone, insegnante e rappresentante del Coordinamento Donne Italiane di Francoforte. Storie diverse, ma accomunate dal desiderio di partecipare attivamente alla vita delle comunità locali senza rinunciare al legame con l’Italia.

Frontiere in movimento: la migrazione come chiave del presente

Il convegno ha ricordato come la storia dell’emigrazione italiana in Germania non appartenga soltanto al passato. Le nuove generazioni di mobilità affrontano ancora oggi questioni cruciali – precarietà lavorativa, parità di genere, accesso ai servizi, rappresentanza politica – che rendono attuale la riflessione su quelle “frontiere in movimento” che continuano a segnare la nostra Europa.

L’evento si è chiuso con un messaggio condiviso da tutti i relatori: la memoria dell’emigrazione è un patrimonio vivo, capace di illuminare le sfide del presente e di costruire un futuro fondato su partecipazione, diritti e solidarietà.

Le relazioni complete dei singoli relatori saranno pubblicate prossimamente sul Corriere d’Italia.