Cresce per il sesto anno consecutivo l’attività delle imprese di costruzione italiane all’estero, settore che premia anche il fatturato prodotto dalle medesime aziende in Italia: questi alcuni dei dati contenuti nel Rapporto sulla presenza delle imprese italiane nel mondo presentato stamani alla Farnesina e curato dall’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance). Risultati nettamente positivi anche in un contesto esacerbato dalla crisi economica, quelli segnalati quest’anno nel Rapporto, che conferma il sistema virtuoso innescato dall’affiancamento all’internazionalizzazione delle aziende italiane da parte del Ministero degli Affari Esteri.
Il titolare del dicastero, Giulio Terzi, salutando i partecipanti all’incontro presso la Sala delle Conferenze internazionali, parla di un “ministero economico, attento ad ascoltare e a soddisfare le esigenze degli imprenditori”. “In questi undici mesi di governo – prosegue Terzi – ho posto tale missione al centro dell’attività istituzionale del Ministero. È con la soluzione di problemi concreti, avvertiti da coloro che ogni giorno lavorano, producono e costruiscono anche all’estero, che il Mae rafforza il suo ruolo di motore della crescita e dell’internazionalizzazione dell’Italia”. Richiamate quindi le azioni della Farnesina proprio in questo campo, dalle missioni all’estero alla disponibilità messa in campo delle rete consolare, dall’assistenza in caso di problematiche contrattuali all’impegno relativo alla fase informativa e preparatoria dell’ingresso in un mercato estero.
“Il Mae raccoglie e veicola informazioni, segnala opportunità, sensibilizza interlocutori stranieri e tutela gli interessi delle imprese, svolgendo un ruolo di advocacy presso governi e pubbliche amministrazioni. Così facendo – prosegue il Ministro, – non assistiamo solo il settore delle costruzioni, ma anche l’intera filiera di imprese ad esso collegato”. “Aiutando le imprese a vincere tali sfide, non sosteniamo solo gli attori della nostra economia, ma contribuiamo anche ai processi di sviluppo di Paesi fondamentali per la nostra stabilità – afferma Terzi, segnalando come non sia possibile un rilancio dell’economia italiana senza un radicamento nelle aree di maggior crescita come l’Asia e l’Africa. Pur con il sostegno della diplomazia, il merito dei risultati conseguiti è attribuito dal ministro alle imprese: “anche se la globalizzazione dei mercati ha determinato una certa uniformità di costruzioni, quelle realizzate dagli italiani – rileva Terzi – riflettono ancora la specificità della nostra cultura, contraddistinta dal nesso indissolubile tra creatività e industria, dalla capacità di coniugare acquisizioni tecniche e prerogative estetiche”.
Commentando il trend positivo dei dati, egli ha definito “l’estero sempre più core business del settore delle costruzioni” e garantito l’impegno del governo per una ripresa della crescita: “una sfida – ha concluso Terzi – che il governo Monti ha raccolto e che vogliamo vincere anche con la forte azione di promozione e sostegno all’estero delle nostre eccellenze”.
Riconoscimento del sostegno offerto dal lavoro di squadra imprese-governo-istituzioni ed enti preposti all’internazionalizzazione – come Ice, Simest, Sace ed ora la Cassa Depositi e Prestiti – anche nelle parole del presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, e di Maurizio Melani direttore generale per la Promozione del Sistema Paese del Mae, moderatore dell’incontro. Buzzetti ha sottolineato come l’estero sia meta sempre più privilegiata per le imprese italiane alle prese con la difficile situazione del settore edile in patria e come tale indirizzo coinvolga in maniera progressiva anche le piccole e medie imprese italiane. Rilevato anche il valore aggiunto della presenza italiana all’estero: “crescono le joint venture perché le aziende italiane, ove possibile, puntano a creare sviluppo – ha detto il presidente dell’Ance, – coinvolgendo anche le aziende presenti in loco”.
Auspica il proseguimento del trend positivo registrato nel Rapporto anche Mario Ciaccia, vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ringrazia le aziende italiane per il loro impegno e assicura la volontà di “fare di più” da parte del governo. “È importante che il settore edile ricominci a crescere anche in Italia, perché solo così – ha detto Ciaccia – le aziende avranno la forza di proseguire sul cammino dell’innovazione e della ricerca, essenziali per la competitività all’estero”.
La presentazione dei dati del Rapporto è stata affidata al vice presidente dell’Ance, Giandomenico Ghella, che ha definito ottimale il contesto istituzionale oggi alla base dell’internazionalizzazione, dato dal “rapporto e dalla sinergia tra pubblico e privato”, rilevando anche come il contesto internazionale sia diventato sempre più competitivo, visto che “molte imprese cercano di supplire alla crisi dei mercati interni con una sempre maggiore proiezione internazionale”. In base dall’indagine curata dall’Ance, il fatturato estero delle aziende italiane è cresciuto nell’anno 2010/2011 dell’8,5% – con andamento inferiore ai tassi registrati dal 2005 al 2009, ma comunque ragguardevole – venendo a costituire il 54% del fatturato globale delle imprese.
Le imprese italiane sono presenti in 58 Paesi ed hanno acquisito 239 lavori nel 2011 per un totale di oltre 12 miliardi di euro (l’importo contrattuale per il totale dei lavori – in essere e acquisiti – è di oltre 58 miliardi di euro, mentre il totale dell’importo per le concessioni supera i 32 miliardi di euro). Il Sud America continua ad essere il primo mercato, con il 32% delle commesse in corso. A seguire ci sono il Nord Africa e l’Africa sub-sahariana con il 12 e il 13%, l’Unione Europea, l’Europa extra UE e il Medio Oriente (ognuno con l’11%). La presenza delle imprese italiane risulta inoltre sempre più stabile e strutturata: 40 sono i gruppi italiani analizzati dall’indagine che hanno creato e controllano 230 imprese di diritto estero in 73 Paesi. Le opere realizzate sono soprattutto ferrovie, strade, ponti, opere idrauliche, impianti idroelettrici e metropolitane.
Nel corso della presentazione sono intervenuti anche Franco Bassanini, presidente della Cassa Depositi e Prestiti, che ha segnalato come l’assorbimento di Simest e Sace recentemente decisa dal governo sia volta ad una migliore integrazione di tutti gli aspetti di finanziamento che riguardano le attività di aziende italiane all’estero, e Sergio Santoro, presidente dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, che ha precisato come l’attività in questo settore riguardi in linea principale la regolazione della qualificazione delle aziende italiane, “la certificazione dei lavori piuttosto che la vigilanza”, certificazione svolta in base ad una normativa recentemente approvata.