I rappresentanti della comunità italiana in Germania con l'ambasciatore Fabrizio Bucci al centro. (24 maggio 2025)

Riunione di coordinamento consolare alla presenza dei rappresentanti della comunità italiana in Germania.
Scuola, servizi consolari e cittadinanza tra le maggiori questioni aperte.

Dal 20 Gennaio 2025 S.E. Fabrizio Bucci ha assunto servizio come nuovo ambasciatore della Repubblica italiana in sostituzione del predecessore, Armando Varricchio, giunto a fine mandato.

L’ambasciatore Bucci ha scelto di iniziare il suo mandato incontrando la sempre più numerosa comunità italiana in Germania per conoscerne le esigenze e stabilire delle priorità di intervento condivise, questo con una serie di visite presso le sedi delle rappresentanze consolari. La volontà di organizzare in tempi brevi una riunione generale di coordinamento consolare con la partecipazione dei rappresentanti della comunità italiana è pertanto un segnale positivo e non scontato di disponibilità al confronto e all’ascolto. La comunità italiana, arrivata alla soglia del milione di connazionali affronta problemi vecchi e nuovi: scuola, orientamento per i nuovi arrivi, servizi consolari, nuova legge sulla cittadinanza, pensioni italiane pagate all’estero e altro ancora.

La riunione di coordinamento, molto intensa per i temi da affrontare e i tempi a disposizione, si è tenuta il 24 maggio. Presenti ai lavori erano per parte dell’Ambasciata, oltre a S.E. l’ambasciatore Bucci, il Vice capomissione ministro Luigi Estero e la consigliera per gli affari sociali Anna Bertoglio. Per le diverse circoscrizioni erano presenti tutti i titolari delle sedi consolari, i dirigenti scolastici in servizio in Germania, tutti i membri eletti nel CGIE per la Germania, tutti i presidenti dei Comites, con l’eccezione di Francoforte.

Da remoto hanno partecipato ai lavori e sono intervenuti gli on.Billi, Crisanti e Ricciardi.

In apertura l’ambasciatore Bucci ha affermato credere nel dialogo con i rappresentanti della comunità italiana, fornendo tutta la propria disponibilità a una stretta collaborazione sui temi più sentiti. Il confronto sarà aperto a suggerimenti, idee e critiche.

Nella sua introduzione l’Ambasciatore ha ricordato che i consolati italiani in Germania operano come piccole ambasciate, data la grande autonomia dei Länder in molte materie, tra le quali l’istruzione, aspetto importante e sofferto per la comunità italiana. La presenza dei Consolati ha inoltre una importante funzione di promozione dell’interscambio commerciale tra l’Italia e la Germania che, per il 2024, ammonta a ca.160 miliardi di euro. Sostenere il nostro export è quindi un compito essenziale.

Quest’anno inoltre ricorre il 70° anniversario degli accordi bilaterali per il collocamento dei lavoratori italiani in Germania. L’accordo segna il momento di partenza del partenariato Italia-Germania e del contributo italiano, fondamentale per lo sviluppo dell’economia tedesca. La ricorrenza verrà celebrata a dicembre a Berlino, ma saranno gli innumerevoli eventi locali a fornire l’occasione non solo per documentare e ricordare eventi passati, ma per confrontarsi con le amministrazioni sul contributo ininterrotto, e negli ultimi anni rafforzato, degli italiani alla crescita civile ed economica della nazione tedesca. Nella recente visita a Wolfsburg l’Ambasciatore Bucci ha affermato di aver percepito l’importanza della presenza italiana, così come la gratitudine tedesca per il loro contributo. Concretamente, alla celebrazione del 70° degli accordi seguirà a gennaio un vertice di lavoro con il nuovo governo tedesco per definire i temi sui quali collaborare in futuro.

Prima degli interventi dei vari presidenti dei Comites relativamente alle diverse attività e esigenze locali gli on. Ricciardi, Crisanti e il consigliere CGIE Conte si sono soffermati sulle problematiche sollevate dalla nuova legge 74/25 sulla cittadinanza, recentemente approvata, un testo molto discusso che di fatto impedirà la conservazione della cittadinanza italiana all’estero oltre la terza generazione. Si taglieranno così i legami con l’Italia delle tantissime comunità di antica emigrazione, ma anche i discendenti dei nuovi arrivati in Germania perderanno la loro identità italiana in tempi relativamente brevi. È una legge che va perfezionata e che contiene secondo gli intervenuti, profili dubbi di costituzionalità. La legge e le sue implicazioni, come altri provvedimenti che interessano gli italiani all’estero, è poco conosciuta e solo con un’opera di informazione sarà possibile esercitare la pressione necessaria per ottenere modifiche e correzioni.

Nelle relazioni dei membri del CGIE eletti per la Germania e in quelle dei presidenti dei Comites si sono analizzate le diverse esigenze e situazioni locali. Complessivamente si è rilevato un miglioramento dei servizi consolari con attese ridotte per l’ottenimento di passaporti e carte d’identità, in alcuni consolati persino azzerate. Si sono istituiti anche canali preferenziali per persone anziane e disabili. Permangono comunque alcune situazioni di criticità con lunghe attese e la necessità per i territori del Saarland e di Norimberga di avere uno sportello consolare stabile e efficace.

In tutte le situazioni si registra un aumento di connazionali, in parte legati alla nuova mobilità e in parte collegati a connazionali già residenti da tempo. Del tutto particolare è la situazione di Berlino, con una forte mobilità e con una presenza considerevole di artisti, gastronomi e in genere di persone alla ricerca di uno stile di vita differente e aperto, quale quello che la capitale tedesca offre. A Monaco invece la presenza di numerose startup attira un numero crescente di connazionali giovani e dinamici, mentre a Friburgo città è significativa la presenza di ricercatori e personale medico, paramedico e generico nel settore ospedaliero.

Tutti i Comites ospiteranno eventi per il 70° dei patti sul lavoro e tutti concordano sulla duplice valenza dell’evento: da una parte documentazione e memoria, prima che scompaiano i protagonisti, specie quelli delle prime emigrazioni; dall’altra la necessità, partendo dalla memoria, di costruire reti e relazioni tra le realtà della nuova emigrazione, anche convocando una sorta di stati generali dell’associazionismo italiano.

Con poche eccezioni, tutti i Comites rilevano le difficoltà che incontra l’insegnamento della lingua italiana, soprattutto per quanto riguarda l’aumentata richiesta da parte delle famiglie nuove arrivate. Su richiesta dei rappresentanti della comunità e con il pieno consenso dell’ambasciatore si è anticipata nell’ordine del giorno la discussione sui problemi legati alla scuola e alla diffusione della lingua italiana a tutti i livelli, dai corsi di lingua e cultura alle cattedre universitarie di italianistica e romanistica.

La situazione dei corsi di lingua e cultura e degli enti gestori è notoriamente drammatica e quasi irreversibile, nettamente peggiorata da quando, nel 2017 c’è stato il passaggio delle competenze alla Direzione Generale per la diplomazia pubblica e culturale; con il ritorno delle competenze alla DGIT, come parrebbe prospettarsi, i corsi potrebbero riassumere il loro carattere di servizio scolastico italiano, offerto alle famiglie all’estero. È stato anche sottolineato come negli ultimi 4 anni l’ambasciata non si sia impegnata per difendere i corsi con il risultato di dover constatare la chiusura di numerosi enti gestori, mentre i pochi rimasti sono a rischio di chiusura. Per la Germania si è perso nell’ultimo quadriennio circa il 50% del contributo ministeriale, dato non certo confortante. La mancanza di obiettivi chiari, sia in generale che per il territorio tedesco, l’assenza di strategie e un apparato burocratico centrale con richieste di documentazione sempre più improbabili e vessatorie agli enti gestori hanno portato i corsi al collasso, obbligando talvolta gli enti a chiedere un contributo di iscrizione e frequenza alle famiglie per poter affrontare le spese necessarie.

L’Ambasciata condivide la priorità del tema scuola e concorda sul fatto che ci sia una forte esigenza strutturale da parte dell’utenza italiana che rimane in parte insoddisfatta, mentre da parte tedesca, non solo nei corsi, ma anche nelle scuole bilingui è atteso un sostegno strutturale e una continuità. La risposta da parte italiana è costituita da un sistema variegato, non sempre strutturale. La proposta dell’Ambasciata che ogni anno si tenga più di una sessione di incontri sul tema scuola è stata perciò pienamente condivisa da tutti.

La questione delle pensioni è stata ugualmente dibattuta, l’ambasciatore ha garantito il proprio intervento per i pensionati italiani residenti in Italia, ma con pensione pagata dallo stato tedesco. Per loro la Germania ha sospeso l’emissione della certificazione necessaria per la dichiarazione dei redditi in Italia, che i pensionati non possono perciò presentare. Completamente diversa la situazione dei pensionati italiani a pensione italiana residenti in Germania, per i quali vige, al momento per il 2025, il blocco della rivalutazione delle pensioni con la conseguenza che nessuna pensione italiana superiore al minimo e pagata all’estero viene adeguata all’inflazione crescente. Il trattamento discriminatorio nei confronti dei pensionati residenti in Germania è evidente.

I rappresentanti della comunità italiana hanno riconosciuto in questa riunione di coordinamento un segnale di attenzione, di ascolto e collaborazione da parte dell’ambasciata. I temi affrontati dovranno ora essere approfonditi in incontri dedicati, in particolare il tema complesso della scuola e dell’insegnamento della lingua italiana sul quale ci auguriamo di poter tornare al più presto.