MOULIN ROUGE, Book- John Logan, DIRECTOR- Alex Timbers, CHOREOGRAPHER - Sonya Tayeh, SCENIC DESIGNER - Derek McLane, COSTUME DESIGNER - Catherine Zuber, LIGHTING DESIGNER - Justin Townsend, HAIR AND WIG DESIGNER - David Brian Brown, MAKE-UP DESIGNER - Sarah Cimino, Cologne, Koln, Musical Dome, 2022, Credit: Johan Persson

Dalla danza al diamante scintillante di Colonia: Rossella e la sfida di lavorare nel Musical tedesco

Una celebrazione sfavillante di verità, bellezza, libertà e, soprattutto, amore. Questo è Moulin Rouge! Il Musical, un fenomeno da dieci Tony Awards che ha fatto il suo ingresso trionfale in Germania, stabilendosi in esclusiva al Musical Dome di Colonia. La produzione, nota per la sua spettacolarità e per aver trasformato il teatro in un vero e proprio sogno parigino del 1899, vanta un cast internazionale di altissimo livello, tra cui spicca l’energia tutta italiana di Rossella Monteforte. Dalla nativa Napoli alla carriera sul Reno, Rossella ricopre il ruolo di Nini ed è Cover Satine, l’iconico „diamante scintillante“ dello show. L’abbiamo incontrata per parlare della sua esperienza, del suo percorso artistico e delle differenze tra il lavorare in Italia e in Germania.

Rossella, Moulin Rouge!– Il Musical è una produzione colossale e spettacolare, come è stato il tuo primo approccio con questo progetto?

Il mio approccio è stato un po’ particolare. Ero già in un’altra grande produzione in Germania, Frozen ad Amburgo. Il mio obiettivo era cambiare, e mi sono presentata per tutti i ruoli, mandando dei video: Nini, Arabia, Satine, tutto pur di essere parte di questa fantastica produzione. Inizialmente mi volevano prendere solo con i video, ma poi ho dovuto fare l’audizione di persona. Quando ha funzionato è stata una grande emozione, perché far parte di questo spettacolo era un mio sogno. Avere poi il ruolo di Nini e la Cover Satine è una grande sfida e un grande sogno che si realizza.

Sei un’artista italiana che ha scelto la Germania come base per la sua carriera nel musical. Quali sono state le differenze più significative che hai notato, in termini di opportunità e approccio al lavoro?

La Germania offre un livello di investimento ineguagliabile. Non si tratta solo dello spettacolo, che è incredibile e tematizzato fin dal foyer, sembra di essere a Parigi. C’è un grande investimento, e questo si vede. Per quanto riguarda l’approccio artistico, la differenza fondamentale è che queste sono produzioni replica da Broadway. Lo stampo è quello, la coreografia è quella. È tutto preciso. Se devi stare sul due, devi stare sul due. Io, venendo dalla danza, sento un po’ la mancanza della libertà e della possibilità di creare in sala con il coreografo, cosa che a volte si può fare nelle produzioni non-replica in Italia. Qui, tutto è già stabilito.

Il tuo background è nella danza, ma hai avuto la possibilità di sviluppare anche il canto in Germania. Come è stato questo percorso di crescita in un ambiente così esigente?

Esattamente, non ho studiato musical come molti miei colleghi. Ho sempre studiato danza e ho cantato sin da piccola, ma senza mai studiare canto formalmente. Il mio percorso è stato una sorpresa: la mia prima audizione per un musical in Germania (Frozen) l’ho fatta in Italia, prendendo giusto due lezioni di canto. E mi presero. È un’avventura cominciata in Germania, e per me è un’emozione continua. Ricordo la mia première nel ruolo di Nini come un momento speciale, soprattutto perché c’erano i miei genitori. Vederli lì, in un teatro a Colonia, in un ruolo così importante, è stato particolarmente toccante dopo aver iniziato la mia carriera nel musical qui.

Hai ricoperto anche il ruolo di swing. È un ruolo molto difficile. Hai qualche aneddoto che ti è rimasto impresso?

Ho iniziato come swing e ho dovuto coprire tutti i ruoli dell’ensemble. È stata un’esperienza forte. Essere swing significa essere buttati in scena per emergenza, a volte senza tantissime prove. Questo spettacolo è molto impegnativo, per la voce, per il fisico. L’aneddoto è l’emozione costante: ogni giorno è come una première. C’è l’adrenalina di affrontare una traccia nuova, e questa cosa mi è rimasta. È una sfida costante che ti fa sentire sempre al massimo.