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I consiglieri del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE) eletti in Germania lanciano una campagna social per chiedere al Ministro Tajani ed al Parlamento di rivedere il testo della legge 74/2025 sulla cittadinanza, che introduce modifiche sostanziali alla trasmissione della cittadinanza iure sanguinis per chi nasce all’estero

La legge 74/2025 introduce cambiamenti rilevanti e, in alcuni punti, fortemente restrittivi alla normativa vigente sulla cittadinanza italiana per trasmissione iure sanguinis.  Si tratta di un tema delicato, che tocca i diritti fondamentali di milioni di cittadine e cittadini italiani residenti all’estero.

Il recente intervento legislativo, volto a limitare il diritto alla trasmissione della cittadinanza da parte dei discendenti degli italiani emigrati, avrebbe dovuto rappresentare un passo verso una maggiore coerenza tra il principio giuridico della cittadinanza (de jure) e la sua effettiva espressione nella realtá (de facto).

Ma così non è. La nuova norma stabilisce che la cittadinanza iure sanguinis venga trasmessa automaticamente solo se uno dei genitori, degli adottanti o dei nonni possiede esclusivamente la cittadinanza italiana. Questo criterio, di fatto, impedisce a chi ha la doppia cittadinanza di trasmettere quella italiana ai propri figli e nipoti.

Oltre all’evidente implicazione affettiva e identitaria, tale disposizione entra in contrasto con il percorso di integrazione europea degli ultimi trent’anni. Un processo che ha visto Paesi come Italia, Francia e Germania riconoscere e favorire la doppia cittadinanza, consentendo a milioni di persone di essere “nel proprio quotidiano” cittadine e cittadini d’Europa, senza dover fare una scelta di appartenenza identitaria sul piano nazionale. 

Il nuovo impianto normativo rischia di compromettere questa libertà, costituendo una grave forzatura rispetto al principio della doppia cittadinanza, ormai consolidato in Italia e in numerosi altri Paesi europei. Se confermate, queste disposizioni avrebbero un impatto sproporzionato e discriminatorio sulle comunità italiane all’estero – in particolare in Europa – dove la mobilità è tuttora viva e dove, da generazioni, vivono figli e nipoti di emigrati italiani, pienamente integrati nei Paesi ospitanti ma profondamente legati all’Italia.

Il diritto alla cittadinanza è un pilastro dell’appartenenza, dell’identità e della partecipazione democratica. Ridurlo in modo arbitrario significherebbe spezzare un legame storico e culturale con le nostre comunità all’estero, con conseguenze non solo giuridiche, ma anche sociali e simboliche.

Per questo, i consiglieri del CGIE eletti in Germania, insieme alla collettività italiana ivi residente, lanciano una campagna di sensibilizzazione sui social rivolta al Ministro Tajani ed al Parlamento, chiedendo con forza una revisione del testo della legge 74/2025 sottolineando la necessità di riconsiderare il percorso normativo, affinché non vengano penalizzati i cittadini e le cittadine con doppia cittadinanza che mantengono un legame autentico e sostanziale con il nostro Paese.

Non lasciamo che la cittadinanza diventi cittadinAnsia.

In gioco ci sono molto più che delle semplici parole.

Ci sono i diritti, le storie e l’identitá di milioni di italiane e italiani all’estero che volano via.