Nella foto: Scena del teatro “Il lungo viaggio”. Foto di ©E.T.Rigotti

Helge Rollmann è un ragazzo tedesco che studia l’italiano come terza lingua straniera, dopo essere stato a teatro, ha scritto una recensione sulla messinscena del racconto di Leonardo Sciascia

Helge Rollmann frequenta la dodicesima classe al Solitude-Gymnasium di Stuttgart-Weilimdorf e studia l’italiano nel corso di base nella Kursstufe II. Si sta preparando a sostenere nei prossimi mesi l’Esame di Stato (Maturità). Nel corso è prevista la trattazione di due opere letterarie, tra le quali anche il racconto “Il lungo viaggio” di Leonardo Sciascia. Durante la lettura e l’analisi del testo la classe ha avuto la possibilità di assistere alla rappresentazione teatrale della trasposizione del racconto di Sciascia della compagnia Teatralia Europa. Svolgendo un compito riguardante lo spettacolo teatrale, Helge ha composto una recensione molto interessante, sia dal punto di vista linguistico che del contenuto, cosicché l’insegnante, la dr. Erina Teresa Rigotti, ha pensato di proporla per la pubblicazione al “Corriere d’Italia”, dando la possibilità ai suoi lettori di apprezzarne e assaporarne i contenuti e le riflessioni.

Il racconto „Il lungo viaggio“ di Leonardo Sciascia tratta di cittadini italiani che partono dalla Sicilia per andare in America lasciando tutto dietro di sé per raggiungere una vita migliore. I migranti sono nervosi, hanno paura, hanno dubbi, ma soprattutto hanno delle speranze grandissime: sperano che avranno tanti soldi, una salute straordinaria e una libertà illimitata.

Poveri loro che non sanno che cosa accadrà, che miseria li aspetterà dentro la trappola nella quale hanno già messo almeno un piede…

Una parte del racconto l’abbiamo letta in classe prima e un’altra dopo aver visto la rappresentazione del 5 febbraio 2023 di Teatralia Europa, un gruppo di artisti con membri provenienti da tutta Europa e uniti dalla passione per il teatro.

Nel teatro Am Olgaeck di Stoccarda, un posto piccolo con un ambiente piacevole, gli artisti hanno brillato utilizzando il palcoscenico relativamente piccolo ed esibendosi senza tanti utensili in un modo che ha attivato la fantasia, trasmettendo l’essenza della storia in modo indimenticabile.

Dopo che la regista, Lucina Micale, ha spiegato le caratteristiche della compagnia Teatralia Europa, che ha creato la versione teatrale dal racconto narrativo, è cominciata la prima scena in cui i migranti arrivano alla spiaggia della partenza. Avendo camminato per tutto il giorno, sono stanchi e alcuni si lasciano cadere a terra, cosicché tutto sembra un rilassamento grandissimo. E poi, come sempre fa la gente, iniziano le chiacchiere. Parlano del viaggio fino a quel punto e del viaggio che si svolgerà, dei parenti che sono già in America, degli acquisti, dei soldi che servono per pagare il traghettatore, soldi che in gran parte provengono dalla vendita di tutte le cose che possedevano. Alcuni dei migranti invece hanno avuto l’idea di andare dagli usurai per prendersi dei soldi che poi pensavano di non restituire. Guardando il mare sono affascinati e impauriti allo stesso tempo, alcuni di loro, avendo vissuto in un paese lontano dal mare per tutta la vita, non lo avevano mai visto. Questo aspetto lo esprimono gli artisti con tante emozioni, usando delle espressioni vivide e scherzose. „Questo è il mare?“ „È acqua!“ „Cos’avete pensato Voi? Che fosse vino?“ Il pubblico qui serve da mare, che viene osservato e percepito dai personaggi, i quali rendono così l’esibizione vivace e piacevole da guardare.

Poi la storia prende un taglio serio con il segnale di una lampadina tascabile dei protagonisti e l’apparizione del signor Melfa, il traghettatore, che arriva nel teatro dalle scale dietro il pubblico, creando un’altra volta l’impressione della presenza attiva degli spettatori nella recitazione.

Chiarendo le condizioni per il trasbordo, il signor Melfa minaccia i passeggeri dicendo loro di andarsene se non hanno tutti i soldi necessari.

Le condizioni per poter partire sono: 1. I soldi si pagano per metà alla partenza e per metà all’arrivo 2. Partono di notte e arriveranno pure di notte

Dopo aver pagato la prima metà si imbarcano con tutti i bagagli che si sono portati.

La scena successiva consiste nel viaggio sulla nave: essendo strano per i contadini trovarsi sul mare si stringono e adattano i loro movimenti a quelli del mare, umoristicamente illustrati nel teatro con la simulazione delle forze delle onde con lo spostamento dei bagagli con una certa goffaggine dei passeggeri.

Il resto del viaggio nel teatro viene descritto in diverse scene brevi, si vedono la fatica crescente e lo stato d’animo che decresce. La canzone di un’artista in una scena supporta l’impressione della lunga durata del viaggio.

Una notte scoprono che si vedono le luci di un paese sconosciuto. Sono arrivati!

Il signor Melfa presenta ai passeggeri l’America, nel teatro porta una scatola con dei vestiti bianchi ed elementi moderni con cui i migranti recitano, esprimendo la gioia grandissima di essere finalmente arrivati. I dubbi che hanno vengono dimenticati di fronte ai palazzi così diversi da tutto ciò che già conoscono.

Il signor Melfa raccoglie i soldi, sembra impazzito vedendo così tanti soldi, e si vede qui l’avidità dei trafficanti ai quali non importa niente delle vite dei migranti.

Il pezzo teatrale continua con i protagonisti che cercano un alloggio sicuro, ma che scoprono che non sono in America, ma ancora in Sicilia.

La storia finisce qui e l’esibizione si aggancia alla realtà: gli artisti in bianchi vestiti lunghi tornano sul palcoscenico e scoprono un cartello sul quale ci sono scritti i posti e gli anni, in cui si sono verificati casi di migrazione illegale, creando una rete tra gli artisti attraverso una corda che li unisce.

Con questa fine si vogliono ricordare tutti gli incidenti in cui migranti hanno sofferto e alcuni sono anche morti, dopo che sono stati obbligati a lasciare indietro tutto, mentre trafficanti avari sfruttano la disperazione delle vittime.

A me il pezzo teatrale è piaciuto tanto perché ha avuto sia tanto umorismo sia un messaggio serio.

Helge Rollmann, Kursstufe II, Solitude-Gymnasium, Stuttgart Weilimdorf

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