Ieri si è celebrata la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Una ricorrenza necessaria, certo, ma che ogni anno suona come un’ammissione collettiva di fallimento: se abbiamo bisogno di ricordarla, è perché la violenza non solo continua, ma continua a crescere, a cambiare forma, a insinuarsi nelle relazioni, nelle case, nei luoghi di lavoro e nelle pieghe più invisibili della società
La cronaca, quella che a volte preferiremmo non leggere, ci ricorda che non basta tingere un edificio di rosso, non basta un post sui social, non basta un minuto di silenzio. Perché mentre celebriamo, mentre parliamo di diritti e sensibilizzazione, da qualche parte una donna sta ancora chiedendo aiuto. E troppo spesso non viene ascoltata.
Il punto è proprio questo: non stiamo facendo abbastanza. Non lo stanno facendo le istituzioni, che spesso rispondono con strumenti lenti, incompleti o con interventi che arrivano solo dopo la tragedia. Non lo fa la politica, che usa il tema nei discorsi pubblici ma fatica a trasformarlo in misure concrete e capillari. Non lo fa una parte della società, che ancora minimizza, giustifica, volta lo sguardo altrove.
La violenza contro le donne non è un’emergenza, è una struttura. E finché continueremo a trattarla come un fatto episodico, non cambierà nulla. Servono educazione affettiva nelle scuole, percorsi di sostegno psicologico seri e continuativi, centri antiviolenza finanziati davvero, forze dell’ordine formate a riconoscere segnali e rischi. Servono leggi applicate con rigore, ma anche una cultura che finalmente smetta di normalizzare la sopraffazione, la gelosia patologica, il controllo.
Ieri abbiamo ricordato, come facciamo ogni anno. Oggi, però, resta la domanda più importante: cosa faremo da domani?
Perché la Giornata contro la violenza sulle donne dovrebbe essere solo un punto di partenza, non un appuntamento fisso sul calendario.
A., 42 anni:
Ho denunciato tre volte. Tre. Ogni volta mi dicevano di stare tranquilla, che avrebbero “monitorato la situazione”. Lui è entrato in casa una notte e mi ha trovato. Sono viva per miracolo. Perché le mie parole non sono state ascoltate?
La sua storia non fa notizia, perché non è finita in tragedia. Ma è proprio questo il punto: serve intervenire prima che accada l’irreparabile.
G., 19 anni:
Mi dicevano che ero esagerata. Che gelosia significava amore. Ho capito troppo tardi che era controllo. Ci sono voluti mesi per uscire da quella relazione e ancora oggi ho paura quando sento passi dietro di me.
La violenza non è solo fisica: è culturale, emotiva, psicologica. E quando la normalizziamo, diventa invisibile.
M., 55 anni, volontaria di un centro antiviolenza:
Le donne arrivano distrutte, spesso dopo anni di silenzio. Non abbiamo abbastanza fondi, non abbiamo abbastanza personale. Dobbiamo dire di no a richieste di ospitalità perché i posti sono finiti. E ogni volta è un colpo al cuore. La violenza non si ferma se la rete di protezione si spezza.
Queste storie non sono eccezioni: sono la quotidianità.
Germania: i dati 2024: un quadro allarmante
Negli ultimi giorni il BKA, insieme al Ministero federale e al Ministero per la Famiglia tedesco, ha pubblicato i dati contenuti nei rapporti 2024 “Bundeslagebild Häusliche Gewalt” e “Bundeslagebild Geschlechtsspezifisch gegen Frauen gerichtete Straftaten”. Ecco i numeri che emergono. (BMBFSFJ+2FLZ.de+2)
- 53.451 donne sono state registrate come vittime di reati sessuali (+ 2,1 % rispetto al 2023). Circa la metà delle vittime era minorenne.
- 187.128 donne hanno subito violenza domestica — un aumento del 3,5 % rispetto all’anno precedente.
- 18.224 donne sono state vittime di violenza digitale (cyberstalking, molestie online, ecc.), con un incremento del 6 % rispetto al 2023.
- 593 donne sono state registrate come vittime di traffico sessuale / sfruttamento sessuale — un incremento, anche se lieve, di 0,3 % rispetto al precedente anno.
- Nel 2024 sono state uccise 308 donne e ragazze in Germania in contesti di violenza — un dato che, pur in lieve calo rispetto al 2023, resta drammatico.
I dati mostrano chiaramente che la violenza contro le donne non è un’emergenza momentanea: è una realtà strutturale, diffusa nelle case, nella quotidianità, anche e sempre più nel digitale.
In Germania, a fronte di questo bisogno crescente, esiste una rete di supporto teorica: rifugi per donne, linee di ascolto, servizi di consulenza e assistenza. Ma la realtà quotidiana dalle testimonianze, dalle segnalazioni, dagli operatori, evidenzia forti limiti nella capacità di protezione e intervento concreto.
- Molte donne segnalano di trovare rifugi pieni, o di dover attendere giorni per un posto sicuro. In alcuni casi, la scarsità di risorse, il sovraffollamento, la mancanza di supporto psicologico profondo rendono gli aiuti limitati.
- Per le donne con origine migrante o in situazioni precarie — lavoro precario, permesso di soggiorno instabile, scarsa conoscenza del tedesco — le difficoltà aumentano: la paura, la dipendenza economica, l’isolamento sociale rendono più difficile chiedere aiuto, denunciare, proteggersi.
- Alcune forme di violenza, psicologica, digitale, economica, restano invisibili a molti servizi tradizionali, e spesso non vengono neanche denunciate: ma il trauma resta, e impone un aiuto non episodico ma costante.
Questo significa che la rete di protezione esiste “su carta”, ma nella pratica troppo spesso risulta insufficiente per rispondere in modo efficace e tempestivo al bisogno reale.
Le vittime, tedesche, migranti, giovani, adulte, trovano sempre più difficoltà a uscire dal silenzio. Alcune frasi raccolte da operatori e centri raccontano storie durissime:
La notte in cui mi ha cercata… chiamai disperata. Il rifugio era pieno. Non sapevo dove andare.-
Ho denunciato. Ma ho avuto paura. Nessuno mi ha raccontato cosa sarebbe successo dopo.-
Non è solo il pugno, è la minaccia su Internet, i messaggi, lo stalking – anche quando pensi di essere al sicuro.
Queste testimonianze, parlano della complessità del problema che non è solo violenza fisica, non è sempre evidente, non è sempre presa sul serio. Eppure ferisce come qualsiasi pugno, a volte più profondamente, perché invisibile.
I dati e le testimonianze mostrano con chiarezza che non basta commemorare la violenza contro le donne, serve agire e subito con:
- Finanziamenti stabili e aumentati per rifugi e centri di aiuto, in modo da garantire che ogni donna che chiede protezione trovi un posto sicuro.
- Supporto linguistico e culturale per migranti e rifugiate — informazioni sui diritti, sui servizi, sul sistema legale; interpreti; consulenza in più lingue.
- Assistenza psicologica continuativa, non solo d’emergenza — per permettere a chi ha subito violenza di ricostruire la propria vita, superare traumi, riacquistare autonomia.
- Prevenzione reale e capillare: nelle scuole, nelle comunità, attraverso educazione sul rispetto, sulla parità di genere, su relazioni sane; campagne di sensibilizzazione costanti, non solo simboliche.
- Politiche concrete e applicazione rigorosa delle leggi: la repressione non basta, occorre protezione reale, percorsi di uscita, sostegno economico, reinserimento sociale.
Guardare i numeri, leggere le storie, ascoltare le vittime ci lascia con una verità scomoda: in Germania nel 2024 la violenza contro le donne è aumentata. I rifugi e i servizi esistono, ma non garantiscono protezione a tutti. Le vittime sono molte, le risorse insufficienti, la rete di protezione troppo fragile.
Finché una sola donna vivrà nella paura, finché una sola voce rimarrà inascoltata, finché una sola vita verrà spezzata, non potremo dire di aver fatto abbastanza. E la verità, dolorosa e urgente, è che, per ora, non lo stiamo facendo.
Offerte di aiuto e prevenzione
In caso di situazioni di emergenza o pericolo immediato, la polizia è raggiungibile al numero 110.
Il Telefono di aiuto “Violenza contro le donne” offre alle donne consulenza gratuita e anonima 24 ore su 24 in 19 lingue. Telefono: 116 016
L’app dell’associazione “Gewaltfrei in die Zukunft e.V.” fornisce alle persone colpite da violenza domestica un accesso semplice a informazioni e offerte di supporto e serve come ponte verso la rete di aiuti esistente.
Weißer Ring e.V. – Aiuto rapido e diretto per le vittime di reati. Interlocutore esperto e riconosciuto per questioni di assistenza e protezione delle vittime. Consulenza online o telefonica: 116 006
Telefono per bambini e giovani “Numero contro i problemi”: 116 111
Telefono di aiuto per violenza sessualizzata: 0800 22 55 530
Servizio di consulenza telefonica spirituale: 0800 1110111 o 0800 1110222
Prevenzione criminale della polizia dei Länder e federale (ProPK) o tramite Polizia per te





























