STIKO in dieci lingue, tranne l’italiano: una dimenticanza o una precisa scelta istituzionale?
Il Robert-Koch-Institut (RKI), divenuto celebre durante la pandemia del COVID, non è un istituto qualsiasi: è nientemeno che l’istituto-guida ufficiale del Governo Federale Tedesco dal quale ha ricevuto quale compito generale la cura della salute pubblica della Bundesrepublik. Nel dettaglio, fra i suoi compiti c’è la pubblicazione del cosiddetto STIKO, cioè l’indice delle vaccinazioni, o Schutzimpfungen, raccomandate ufficialmente a tutte le Krankenkassen e valido per tutti i residenti nella Bundesrepublik. Quest’anno il RKI ha pensato bene di pubblicarne la traduzione in dieci lingue straniere, che sono nell’ordine: arabo, inglese, francese, russo, turco, tedesco, farsi, portoghese, spagnolo, ucraino.
E in italiano? Nisba. Chiunque può accertarsene cercando sul sito https://www.rki.de/DE/Themen/Infektionskrankheiten/Impfen/Informationsmaterialien/verschiedene-Sprachen/Impfkalender/impfkalender-mehrsprachig.html
A questo punto ci chiediamo: forse il Governo Federale di Berlino ha assegnato il compito al RKI di ignorare ufficialmente la minoranza italiana residente nella Bundesrepublik? E se gli italianofoni in Germania sono circa 800mila, quanti sono in confronto quelli parlanti il farsi, il portoghese o lo spagnolo, o il russo? Non sarebbe il caso che qualche autorità dello Stato Italiano facesse chiarezza su questo punto?





























