È una Giuliana Sgrena a 360° quella che è stato possibile apprezzare alla manifestazione „Racconti dalla guerra“ organizzata dall’Istituto italiano di cultura d’Amburgo. Affiancata dal giornalista del Die Zeit, Ulrich Ladurner ha parlato, davanti ai numerosi accorsi, delle esperienze di vita vissute nelle zone di guerra. La Sgrena è sempre stata, come lei ha affermato, una giornalista che non si è mai accontentata di notizie di seconda mano; è sempre andata a fondo per cercare la verità. Quest’ultima, anche se scomoda, è stata raccontata ogni volta senza veli; anche se si scontrava con la linea di informazione del Manifesto, giornale col quale collabora da anni. Davvero interessanti sono state, inoltre, le riflessioni riguardanti temi d’attualità: dalla situazione giornalistica italiana alle difficoltà di reperire informazioni e scrivere articoli. „Il rischio di contaminazione è infatti altissimo“, afferma la giornalista. Ad aprire il dibattito, dopo i saluti della Direttrice dell’Istituto, Renata Sperandio, è stato il noto giornalista ed amico del Die Zeit, Ulrich Ladurner, che ha conosciuto la Sgrena nel 2001 a Islamabad, e con lei è rimasto in contatto in tutti questi anni, condividendo la passione e la condizione di inviato di guerra. Provocatorie e incalzanti arrivano le domande di Ladurner, che aprono la strada a quelle di un pubblico visibilmente preso dai temi scottanti.
Ecco di seguito un sunto delle domande rivolte alla Sgrena:
U.Ladurner: „Che cosa è il corrispondente di guerra?“
Io non mi considero tale; mi sembrerebbe di fare della guerra il mio mestiere. Sono pacifista. Seguo molti conflitti perchè credo che il modo migliore per lottare contro la guerra e la violenza sia quello di raccontarla. L’ho raccontata nella sua quotidianità, non dimenticando mai le sue più frequenti vittime: donne e bambini. […] La mia attenzione si è sempre rivolta verso tematiche che non sono state prese in considerazione dalle principali testate giornalistiche, perchè di poco riscontro e interesse.
U. Ladurner: Qual è la condizione dei corrispondenti? Vengono manipolati? Se sí, da chi?
Non essere strumentalizzati è difficile. La propaganda di guerra viene fatta da ambo le parti. Ognuno vuole far passare la propria visione.
U. Ladurner: Ti è mai capitato durante la stesura di un articolo di sentirti manipolata?
No. Sono abbastanza attenta. Non mi fido completamente neanche delle informazioni riportate dagli interpreti. In Iraq, per esempio, mi è capitato spesso di diffidare da notizie riportate da terzi. Ho tentato sempre di recarmi in prima persona nelle zone di conflitto per portare alla luce la verità, della quale mi sentivo responsabile.
U. Ladurner: Qual è la condizione del giornalista oggi?
Quello del giornalista, in Italia, è un mestiere precario: esso si muove tra contratti a tempo determinato e articoli sottopagati. Mi è capitato di parlare con un giovane giornalista del sud Italia. Aveva scritto sulla spinosa questione Mafia, ricavandone la misera cifra di 3,50€.
A questo punto Ladurner passa il testimone al pubblico. Numerose sono le domande rivolta alla giornalista Sgrena. Ecco le più salienti:
„Blogger: giornalisti del futuro?“
G. Sgrena: „Il loro ruolo ha permesso negli ultimi anni di superare la censura in luoghi di conflitto, come l’Egitto o la Tunisia. In tali stati d’emergenza i blogger hanno sostituito la figura del giornalista. Il problema è quando le informazioni si sovrappongono e vengono così rese pubbliche notizie incomplete o errate. Internet rimane comunque una risorsa importante nel momento in cui si ha una conoscienza di base dell´argomento trattato.“
„Il petrolio, che ruolo ha ed ha avuto nei conflitti degli ultimi dieci anni?“
G. Sgrena: „Il ruolo del pretrolio è fondamentale. In Iraq, come in Libia, la collocazione geopolitica ha giocato un ruolo importante per l´entrata in guerra dei principali stati europee. Quest’ultime traggono profitto da questi avvenimenti per confermare o affermare la loro posizione nella costellazione delle potenze mondiali“.
„È possibile un futuro senza guerre?“
G. Sgrena: „Non ci avviciniamo verso un periodo di pace. In tempi di crisi economica, ideologico- esistenziale, la guerra, purtroppo, sembra essere l´unica via possibile da percorrere“.
Entusiasta di aver partecipato all’evento, la signora Sgrena si congeda dal pubblico presente, con la speranza di poter ritornare il più presto possibile ad Amburgo.