Mi si dirà: è così ovunque in  Europa. L’Italia in verità detiene un  record particolare in questo campo, dal  momento che in nessun paese europeo nei luoghi e settori costituenti  un’immediata carta da visita per lo straniero la visibilità dell’immigrato è  così preponderante.  Con il risultato  che i numerosi individui, provenienti dal terzo mondo, che inevitabilmente  attirano lo sguardo dello straniero in visita nel belpaese, danno a costui  un’idea ingannevole dell’identità italiana.
Sto parlando  dei mendicanti, presenti ovunque, e dei venditori ambulanti o quasi fissi, quasi  tutti abusivi, che affollano strade, marciapiedi e piazze con le loro mercanzie,  anch’esse abusive, tenute in mano – orologi ad esempio  –  oppure poggiate su scatoloni di cartone che  fungono da supporto, o sistemate su teli posti al suolo o su bancarelle. A mia  conoscenza, in nessun paese europeo ne esistono tanti. E tra questi mendicanti e  venditori abusivi, che continuamente sollecitano il visitatore, non sono  riuscito quasi mai a scorgere individui dal volto e dal fare “italiano”. Sono  quasi tutti provenienti dal terzo mondo: sono africani, arabi, orientali… A  decine, a centinaia, a migliaia si trovano dappertutto nella penisola.
So che questo  tema non è ignorato dagli italiani, che ne parlano, sì, ma solo per  celebrare questa loro Italia francescana, ecumenica, mondialista, progressista  del "anche noi nel passato abbiamo conosciuto il doloroso emigrare",  “accogliamoli perché questi disperati fuggono da paesi in guerra”, o del “è  inutile ed immorale opporsi al cambiamento, al nuovo, allo straniero, al  diverso, erigendo egoistiche barriere xenofobe”; o ancora in nome del sacrosanto  “siamo tutti figli di Dio” o dell’ormai classico “gli stranieri fanno quello che  gli italiani non vogliono più  fare…”
Dicendo  queste cose a degli italiani rischio di venir irrorato da capo a piedi dal  “moralismo” mondialista – di fonte marxista oppure di fonte vaticanista  –  che  sprizza da tutti i pori degli italiani, i quali sono convinti che chiunque ami  l’Italia e accetti la logica  delle  frontiere, quelle proprie e quelle altrui, sia da classificare come  "xenofobo-razzista". 
Gli italiani,  gran teorici dell’amore universale, dicono, ripetono e insistono di amare  l’umanità intera; anche se poi nutrono profondi odi civili basati su fazione,  parrocchia, partito, squadra di calcio, campanile, Berlusconi… Il tema  meriterebbe adeguati commenti. Per il momento ho cercato di fare solo una rapida  analisi fattuale, che naturalmente farà scattare l’immediata accusa di  “razzismo”. Accusa ridicola. In Italia abbonda invece un razzismo particolare:  “l’autorazzismo”, ossia il razzismo praticato dagli italiani contro gli  italiani; vedi tra l’altro il disprezzo dei leghisti per la gente del sud e il  loro vilipendio dei simboli nazionali italiani. E vedi la diffusione del  compiacimento autodenigratorio, contrario assoluto del  patriottismo.
