Alexandra Saabel si prepara per lo spettacolo ©PCB

Intervista ad Alexandra Saabel, artista circense italiana del Circo Teatro Roncalli.

“Ho preso il mio camion, ho guidato da Albacete, nel sud della Spagna, per 2.000 chilometri fino al quartiere d’inverno del circo Roncalli a Colonia. Ero mezzo distrutta, ma avevo un appuntamento con Bernhard Paul, sono andata a parlare con lui ed è andata bene. E questo è il mio secondo anno al Circo Teatro Roncalli”. Alexandra Saabel, illusionista, racconta come è arrivata al circo Roncalli con il numero di magia ispirato al Alice nel Paese delle Meraviglie; lei è il Cappellaio Matto.
Gli artisti di circo girano il mondo e in quel periodo Alexandra era in Spagna, al Festival internazionale del circo di Albacete, “un amico di Bernhard Paul ha visto il mio numero e la settimana dopo per caso era a bere il caffè da lui. Bernhard Paul gli diceva che per la stagione successiva del circo Roncalli avrebbe voluto qualcosa di particolare e all’amico gli sono venuta in mente io. Dopo qualche giorno Bernhard Paul mi telefona, io avevo ancora due settimane di lavoro in Spagna. Amo la Spagna, è bellissimo, il sole, il pesce, il mare, mi piace da morire. Ma dopo aver ricevuto la telefonata non vedevo l’ora di fare i bagagli e partire”.

Il numero del Cappellaio Matto piacque a Bernhard Paul, direttore e fondatore nel 1976 del Circo Roncalli, e fa parte dell’attuale spettacolo ArtIstArt. Entra in scena una sarabanda di gente strana, ballerine, un gigantesco bruco, Alice e il Cappellaio Matto, alias Alexandra Saabel, con la sua lunga chioma rossa su un trenino che sbuffa e fa bolle di sapone. Nel paese delle meraviglie nella pista del Roncalli si compiono le magie di Alexandra.

„Ho voluto dare un tocco alla Tim Burton, di cui sono molto appassionata, e ho usato tante musiche del suo film Alice in Wonderland. I primi anni questo numero non veniva capito. ‘Ma come, perché non è veloce, perché non è rock? Che cosa state facendo? Ve ne state nella pista di un circo, non è teatro’, mi dicevano. Invece adesso ha trovato il suo posto e di meglio non c’era per questo numero. Era il mio sogno arrivare qui. Mentre lo stavo creando mi dicevo ‘voglio fare un numero che possa andare da Roncalli’. Ci ho messo cinque anni ma ci sono arrivata e ne sono felicissima. Le ragazze che accompagnano il numero sono bravissime e questo fa tantissimo. Ci tengono a fare bene, a essere brave nei trucchi di magia e recitare bene, perché di recitazione si tratta“.

Alexandra Saabel come Cappellaio Matto insieme al gruppo del suo numero. ©Circo Teatro Roncalli

Nello spettacolo ArtIstArt del circo Teatro Roncalli i numeri di acrobazia, di giocoleria, di illusionismo, di contorsionismo e clownerie sono ispirati all’arte, da Salvador Dalì, a Frieda Kahlo a Keith Haring.
Incontro Alexandra Saabel in un caldo pomeriggio di giugno a Francoforte. Nella pausa prima che entri nel Paese delle meraviglie per lo spettacolo del pomeriggio, Alexandra mi porta nella carovana bar. È la più antica, è una carovana di legno del 1929, restaurata, mi racconta:
“I circhi tendono a essere molto moderni. Roncalli mantiene il fascino antico, di una volta. È tutto autentico. Bernard Paul è appassionato di antiquariato, lui è un collezionista, cerca sempre pezzi unici”.

Uno di questi pezzi è il grande organetto meccanico, restaurato e perfettamente funzionante che accompagna l’uscita del pubblico dopo lo spettacolo. Cura dei particolari, autenticità fanno del circo Roncalli un luogo di grande suggestione. Quando quasi cinquant’anni (1976) fa Bernhard Paul creò il suo circo la sua scommessa si rivelò vincente: attingere all’estetica del passato senza indulgere nella nostalgia e senza farla diventare finzione. In questo immaginario sapientemente dosato e fortemente evocativo, artiste e artisti esibiscono i loro numeri di alta scuola con poesia e leggerezza. I clown e il clown bianco coinvolgono con il pubblico a ritmo serrato, il pubblico è immerso con stupore e meraviglia. Sotto il tendone respira un unico grande organismo vivente, pubblico e artisti.

“C’è un’atmosfera che c’è solo qua – continua Alexandra – ho lavorato in tutta Europa, in tutto il mondo, anche in Africa, mi è capitato di lavorare in tantissime parti ma da nessuna parte mi sono sentita artista come dentro questa pista”.

Alexandra ha fatto di tutto nel circo: la contorsionista, ha lavorato con gli animali, era cavallerizza, addestratrice di cani, poi è passato il tempo degli animali nel circo ed è arrivata la magia.

“Ero assistente del mago, che era il mio ex compagno. Quando mi sono separata da lui ero dispiaciuta di smettere di fare l’assistente e mi sono detta ma perché non posso farlo io? Mi posso creare da sola. Avevo trent’anni e pensavo a cosa avrei potuto fare. Lo sognavo di notte. Fare magie è una cosa che tendenzialmente fanno più gli uomini. Quando le donne fanno magie sono quasi sempre ragazze molto sexy, vestite in pelle nera, accompagnate da musiche rock. Invece ho voluto riportarla alla favola, a qualcosa che affascinasse i più i piccoli. E così pian piano ho pensato di creare questo piccolo mondo”.

Alexandra Saabel © Circus Theater Roncalli


Lasciamo la carovana bar, entriamo nel tendone dove gli addetti stanno preparando la pista per lo spettacolo. Alexandra li saluta. Dietro l’ingresso degli artisti sono riposte le sue attrezzature di scena. È anche costumista, tutti i costumi del suo numero li ha fatti lei. Andiamo al suo camion, saliamo i gradini, apre la porta ed entriamo in una sartoria, con due macchine da cucire, stoffe, pezzi di costume cuciti e altri incastonati di pietre luccicanti, modelli di costumi su cartoncino, sparsi qua e là: “Faccio la costumista da vent’anni oramai e vengono a comprare i costumi da me un po’ da tutto il mondo. Stasera vengono tre ragazze a prendere le misure, tre acrobate verticaliste. Ora ho rallentato con gli ordini perché sono prenotata per i prossimi due anni”.

Dal camion-sartoria si va alla sua roulotte. Una giovane artista aspetta Alexandra con in mano, felice, il suo nuovo costume azzurro che le ha confezionato. Anche coi costumi fa magie.

“I miei clienti mi dicono ‘vorrei una cosa così così’, la disegno. Il costume è esclusivo, non posso replicarlo per nessun altro. È creato su misura e sulle esigenze del numero. Questo è molto importante per gli artisti, perché un costumista che non è del circo magari può fare qualcosa che non va bene, come mettere sul costume di una contorsionista pietre colorate nel punto sbagliato che poi le fanno male. Queste piccole malizie e accortezze le conosco perché sono nata e cresciuta in questo ambiente”.

Infatti Alexandra Saabel è la discendente di quinta generazione di famiglie circensi, i nonni erano direttori, mamma e papà artisti:
“In verità c’è sì qualcuno che non era del circo – racconta – mio nonno paterno era pugile. Mia nonna era del circo e lui poi è entrato. I miei genitori invece si esibivano con gli orsi. Sono nata e cresciuta con gli orsi, avevamo l’orso bebé nella roulotte, ho delle foto dove che ci sono io con mia mamma che mi dà il latte e mio papà col piccolo orsetto col pannolino che beve il latte dal biberon. Non ho lavorato con loro perché quando avevo 14 anni gli orsi erano ormai anziani. I miei hanno voluto farli stare bene e li hanno lasciati in un parco zoologico, una riserva naturale in Spagna, dove vanno a trovarli. Loro ci hanno sempre lavorato con un grande rispetto. L’orso è e resta un animale selvaggio. C’è chi pensa che vengano drogati. No. È un orso e di deve avere sempre rispetto. Mio papà ha delle cicatrici qua e là, sempre per colpa sua, per qualche movimento che ha fatto di diverso, qualcosa che ha fatto innervosire l’orso, o perché che l’orso non si è accorto che era lui. Erano altri tempi sto parlando di 30 anni fa. Dopo i miei hanno continuato con cani e cavalli. Ero cavallerizza, ero appassionatissima e anche addestratrice di cani Husky e Samojede, cani stupendi, ma super selvaggi“.

Alexandra è molto comunicativa, sorride quando parla del suo mondo. Il suo accento non è riconoscibile, alcune vocali ricordano la parlata veneta.

“Sono nata casualmente a Palermo perché il circo si trovava lì quando a mia mamma si son rotte le acque. Ho una sorella che è nata a Napoli e l’altra che è nata a Novara. Non saprei dire di dove sono quando vado in Italia, indipendentemente se sono al nord o al sud pensano sempre che sono dell’altra parte perché ho un accento mischiato che neanche io so da dove viene. Anzi a volte pensano anche che sono straniera, mi offendo un po’ e dico ‘ma come, io sono italiana’. Papà è tedesco, da lì il cognome. Nel mondo del circo è molto normale mischiarsi, il mio compagno per esempio, è un quarto russo, un quarto ucraino, un quarto kazaki, un quarto katari ed è nato e cresciuto in Germania. Lui non viene da una famiglia circense. Il padre voleva che facesse l’insegnante. Lui invece è appassionato di giocoleria e alla sua prima stagione da circense ha incontrato me e non ne è più uscito. Si esibisce con me nella magia, perché in questa compagnia avevano già un giocoliere.  Il mio compagno è un bravo costruttore, abile con l’elettronica: tutte le macchine delle bolle, l’effetto del fumo, li fa lui. Io gli dico ‘sarebbe bello questo…’. Allora lui, mi guarda, dice okay, ci prova e si butta”.

Alexandra Saabel come Cappellaio Matto insieme al gruppo del suo numero. ©Circo Teatro Roncalli



L’anno prossimo il Circo Roncalli compirà 50 anni. Sarà un giubileo con uno spettacolo nuovo e Alexandra Saabel sta progettando un numero esclusivo, oltre a fare due spettacoli al giorno con il suo numero di magia e i costumi da confezionare per i clienti. Non sta mai con le mani in mano. Entusiasmo e creatività. 

“Ho voluto provare anche a inventare io trucchi di magia che avevo in mente. Ho parlato della mia idea a Bernhard Paul, gli è piaciuta, m’ha detto ‘vai’ e allora abbiamo cominciato: da sei mesi stiamo progettando e iniziando a preparare tutti gli attrezzi di magia. Li faremo omologare, sperando che funzioni tutto bene perché si tratta di prototipi. Sto anche disegnando un primo costume. È un grande lavoro, ci occuperà tutto l’anno, penso che arriveremo giusti giusti per il debutto dell’anno prossimo”.

Il nuovo numero è top secret, Alexandra può dire solo che “per il numero del giubileo ho tre prototipi e spero che funzionino, in tutto cinque macchine di magia. Il prototipo costa tantissimi soldi, occorre tantissimo tempo per farlo e può non funzionare. Tre prototipi sono tanti, ci sono maghi che lavorano una vita senza aver mai inventato un attrezzo di magia. Le macchine di magia costano molti soldi, si comprano, si fanno fare dal costruttore, ma buttarsi su una cosa nuova è un grande rischio. Però può essere anche una gran bella cosa, perché una cosa mai vista prima sarà una cosa che esiste solo da Roncalli”.

Il pubblico sta lentamente entrando per lo spettacolo del pomeriggio. Alexandra deve prepararsi, indossare il costume del Cappellaio Matto. Riesce a immaginare una vita fuori dal circo? “Ci sono nata, ma penso che non avrei scelto un’altra vita. A volte ci ho pensato perché comunque sono appassionata di arte e sono costumista. Quando mi sono separata dal mio ex compagno, mi sono ritrovata a non avere niente, avevo solo le mie capacità, avrei potuto fermarmi a fare soltanto la sarta, la costumista. Ma no, mi sono detta, è così bello girare il mondo, posso continuare a farlo. E poi la verità è che mi piace tantissimo andare in pista”.