La celebre e innovativa boyband sudcoreana Big Ocean, riconosciuta a livello mondiale come il primo gruppo idol composto da artisti sordi, annuncia il suo attesissimo concerto invernale “HEARTSIGN: When Hands Sing, Hearts Answer”, in programma il 7 dicembre 2025 al Bataclan di Parigi. Dopo il sold out registrato ad aprile, il gruppo ritorna in una delle sale più simboliche d’Europa, un luogo che rappresenta rinascita, forza collettiva e memoria condivisa.
Con HEARTSIGN, Big Ocean porta sul palco un’idea di musica che va oltre l’ascolto: una comunicazione che parte dalle mani e arriva direttamente al cuore. I membri della band mostrano come il linguaggio musicale possa esistere anche senza suono, attraverso una fusione di coreografie in lingua dei segni, dinamiche visive e un’intensità emotiva che supera la distinzione tra silenzio e melodia.
Nel 2025 la loro originalità artistica ha ricevuto un ulteriore riconoscimento internazionale con l’inserimento del gruppo nella lista Forbes 30 Under 30 Asia, conferma del loro impatto crescente nel panorama musicale globale.
Prima di illuminare Parigi, Big Ocean hanno pubblicato la nuova canzone natalizia “RED-DY SET GO”. Il brano, energico e luminoso, prende ispirazione dalla storia di Rudolph e dal suo famoso naso rosso, trasformando un simbolo di diversità in un messaggio di fierezza e accettazione.
Non si tratta solo di una carol festosa: sotto l’atmosfera gioiosa emerge una riflessione sul trasformare la fragilità in forza, un tema profondamente legato al percorso del gruppo.
Abbiamo incontrato PJ per approfondire il messaggio.
Hai detto che speri che questa canzone diventi “una calda compagnia per chiunque stia affrontando il proprio inverno”. Da quali emozioni o esperienze personali hai attinto mentre creavi questo singolo natalizio?
PJ: Pensavo spesso agli inverni prima del debutto: ai dormitori da trainee con il riscaldamento rotto, alle prove fino alle quattro del mattino, al dubbio se qualcuno avrebbe mai accettato un gruppo come il nostro. Ci sono state notti in cui il silenzio pesava più del solito, e l’unica luce proveniva dalla città fuori dalla finestra. Quando abbiamo scritto il bridge (“Hidin’ no more, this is my moment to blow”), avevo in mente esattamente quei momenti. La canzone suona luminosa perché sappiamo quanto possano essere bui certi inverni, e volevamo consegnare una piccola lanterna a chi è ancora seduto in quel freddo.




























