Lettura scenica presso ESA e ESOC a Darmstadt. La storia incontra la scienza.

Ero ero lì per fare un regalo a mio marito, che da sempre ama lo spazio. Personalmente, invece, ho sempre avuto un interesse quasi nullo per stelle e pianeti. Eppure, grazie alla bravura degli interpreti, mi sono ritrovata catturata dalla loro narrazione.

Che cosa significa davvero assistere a una lettura scenica?

È una forma ibrida che prende le parole di un libro e le porta sul palco attraverso la voce dei suoi stessi autori, accompagnata da immagini, musica e proiezioni. Non ci sono scenografie complesse né attori professionisti: ci sono solo parole, interpretazione, emozione e un pubblico che diventa partecipe di un racconto che prende vita davanti ai suoi occhi. È un’esperienza intima, immersiva, capace di emozionare e allo stesso tempo di divulgare concetti complessi in modo accessibile.

E in effetti, lo scopo della lettura scenica è stato raggiunto proprio grazie al fascino degli autori, che hanno letto i loro stessi testi con carisma e coinvolgimento, trasformando parole scritte in un’esperienza viva e condivisa. Non si tratta di una semplice conferenza né di uno spettacolo teatrale tradizionale.

Sul palco, lo storico Amedeo Feniello riportava alla luce testi e immagini antiche, mostrando come filosofi, pittori e scienziati abbiano interpretato le comete nei secoli; il fisico Paolo Ferri, che con voce emozionata ripercorreva il momento in cui la sonda Rosetta ha toccato una cometa, realizzando un’impresa storica della scienza moderna.

A rendere il tutto ancora più vivo e affascinante sono stati i documenti storici proiettati e il suggestivo volto di Newton, imponente sullo sfondo. Guardandolo, mi sono traslata nei suoi occhi in un’altra epoca, a confrontare teorie improbabili, lontanissime dagli algoritmi moderni delle nostre KI.
La musica dal vivo del M° Carlo Mascilli Migliorini, con la chitarra classica, ha intrecciato ritmo e respiro alle parole, creando una sorta di terza voce scenica, capace di accompagnare e amplificare l’emozione della narrazione.

È stato un incrocio insolito e riuscito: Storia e Scienza si sono incontrate sul palco, mostrando come curiosità e ricerca non abbiano confini di tempo né di disciplina. Lo spettacolo non era solo sulla scoperta delle comete o sulle missioni spaziali, ma sull’uomo stesso, e sulla capacità della parola viva di trasmettere meraviglia e conoscenza.

Seduta tra il pubblico, ho avuto la conferma di quanto una lettura scenica possa essere uno strumento straordinario di divulgazione scientifica: rende accessibili concetti complessi, emoziona e coinvolge, e avvicina chi ascolta al mondo della ricerca anche se non ne è appassionato.

Gli autori saranno prossimamente a Roma, e si spera che possano proporre molte altre repliche: spettacoli come questo meritano di essere visti da un pubblico ampio, giovane perché uniscono storia, scienza e arte in un modo che resta impresso.