In un momento storico in cui il rapporto tra l’Italia e le sue comunità all’estero è messo alla prova da nuove sfide legislative e sociali, Patrizio Nicola Maci, presidente del Com.It.Es Saar, prende la parola con fermezza e passione per dare voce a milioni di italiani nel mondo
Il suo intervento è un richiamo forte all’identità, alla dignità e al valore dell’appartenenza: un legame che va oltre le distanze geografiche e le barriere burocratiche. Con parole cariche di significato, Maci denuncia il rischio di un progressivo allontanamento istituzionale e chiede con determinazione il riconoscimento pieno del ruolo che gli italiani all’estero svolgono ogni giorno nel tenere viva l’anima del nostro Paese. Un discorso che è, al tempo stesso, dichiarazione d’amore per l’Italia e richiesta di rispetto per chi continua a rappresentarla con orgoglio fuori dai suoi confini. Qui il discordo di Patrizio Nicola Maci:
Oggi prendo la parola in nome di tutti i miei colleghi, per parlare di un legame che non conosce confini, né distanze, né barriere burocratiche: il legame tra gli italiani all’estero e la loro terra d’origine.
L’Italia non è solo un territorio, un insieme di città e paesaggi. L’Italia è un’anima, un’identità che si tramanda da generazioni e che, lontano dalla Penisola, si rafforza, si carica di significato, diventa bandiera e senso di appartenenza.
Paradossalmente, siamo proprio noi italiani all’estero a sentire l’italianità con una forza e una consapevolezza spesso più intensa di chi vive ogni giorno dentro i confini nazionali. L’Italia, per noi, non è solo un luogo sulla carta geografica, ma un faro che guida le nostre vite, che ispira il nostro lavoro e il nostro impegno quotidiano.
Eppure, troppo spesso l’italiano all’estero viene trattato come un cittadino di seconda categoria. Troppo spesso il suo sacrificio, la sua dedizione, il suo contributo vengono ignorati o ridotti a una questione burocratica. Questo non possiamo accettarlo. Questo non deve più accadere.
Gli italiani nel mondo non sono semplici spettatori della storia nazionale, né un numero da conteggiare nelle statistiche. Siamo ambasciatori dell’Italia, siamo custodi della sua cultura, siamo il ponte che lega la nostra madrepatria al resto del mondo. E ogni giorno, con impegno e sacrificio, portiamo avanti un’eredità che merita rispetto e riconoscimento.
Il nuovo Decreto Legge sulla cittadinanza rischia di spezzare questo legame. Limitare il riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis oltre la seconda generazione significa non considerare il valore reale dell’appartenenza, significa creare una distanza tra lo Stato e chi da sempre ha mantenuto vivo il proprio legame con l’Italia.
Ma se l’Italia vuole rafforzare davvero il suo legame con i suoi cittadini nel mondo, non può limitarsi a ricordarsi di noi solo quando conviene. Deve riconoscerci, valorizzarci e coinvolgerci. Non siamo un’appendice della nazione, siamo parte integrante del suo presente e del suo futuro.
Eccellenza, il legame con gli italiani all’estero non è solo una questione di diritti, è una questione di identità, di dignità, di visione. Investire su di noi significa investire sulla forza globale dell’Italia, su una comunità che non ha mai smesso di amare e rappresentare con fierezza la propria terra d’origine.
Non chiediamo privilegi, chiediamo rispetto. Non chiediamo concessioni, chiediamo riconoscimento. Perché essere italiani non dipende dalla distanza geografica. Essere italiani è un impegno che portiamo nel cuore, ovunque nel mondo.
Patrizio Nicola Maci Presidente Com.It.Es. Saar