Tra guerra, crisi politica e l’eterna domanda sul senso dell’uomo
La Pasqua arriva anche quest’anno, come ogni anno. Ma mai come in questo 2025, il suo messaggio di rinascita, speranza e redenzione sembra stridere con le immagini che quotidianamente scorrono sui nostri schermi. Guerre, diplomazie spente, governi deboli, vite spezzate. In un tempo che pare aver smarrito il senso della misura e della compassione, la domanda è inevitabile: cosa significa oggi „resurrezione“?
Germania: la Pasqua della disillusione politica
Nel cuore d’Europa, la Germania vive una delle sue Pasque più politicamente ambigue. Il nuovo governo Merz, nato dalle ceneri di un voto che ha visto l’avanzata dell’ultradestra e il crollo della SPD, si regge su una “grande coalizione” che sembra più un atto di sopravvivenza che di visione.
La SPD, nonostante il 16,4% alle urne, sembra che abbia ottenuto i ministeri più strategici: Finanze, Difesa e Giustizia. La CDU, prima forza del Paese, ha barattato la coerenza per la governabilità, accettando compromessi che smentiscono il proprio programma. E intanto cresce il malessere, l’astensione, il sospetto verso la democrazia rappresentativa. Una politica che, in questi giorni pasquali, dovrebbe parlare di ricostruzione morale e civile, sembra invece ingabbiata nella paura di crollare.
Tra Kiev e Gaza, la croce del nostro tempo
Mentre l’Occidente scambia auguri, l’Ucraina continua a contare i suoi morti. Putin, sempre più isolato e aggressivo, ha intensificato i bombardamenti su infrastrutture civili. Le trattative languono, i droni sorvolano silenziosi i cieli di Kiev, e l’Europa – pur finanziando la resistenza – non trova una voce unita.
A migliaia di chilometri da lì, la Striscia di Gaza è un inferno a cielo aperto. Dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 e la reazione durissima di Israele, la guerra si è trasformata in una spirale senza fine. I civili pagano il prezzo più alto: bambini sotto le macerie, ospedali sotto assedio, famiglie senza più casa. Le croci, oggi, sono fatte di calcestruzzo e sangue. Le resurrezioni si fanno attendere.
E se fosse proprio questa la vera Pasqua?
In un mondo che brucia, la Pasqua non può più essere solo festa, ma coscienza. Un momento per chiederci se siamo ancora capaci di guardare oltre la nostra piccola comfort zone, se abbiamo il coraggio di rifiutare l’indifferenza come stile di vita.
La resurrezione cristiana è un evento che segue un fallimento, un tradimento, una morte ingiusta. È il ribaltamento di ogni logica umana. Non è un lieto fine, ma una sfida: credere che il bene sia ancora possibile, anche quando tutto urla il contrario.
Un pensiero per chi legge
„Forse la vera fede oggi è credere che un mondo diverso sia ancora possibile. E la vera speranza è continuare a seminare, anche se non vedremo mai il raccolto.“ — Anonimo
Pasqua ci sfida a questo: credere nella vita mentre il mondo parla di morte. Essere testimoni della luce, anche con mani sporche e cuori stanchi. Perché ogni resurrezione, personale o collettiva, comincia con un gesto piccolo, ma ostinato: scegliere di non arrendersi.
Buona Pasqua.