Francoforte – Armin Wolf, si è spento a 90 anni, storico tedesco di fama internazionale, appassionato esploratore del mondo antico e autore del celebre saggio Ulisse in Italia.
Con la sua ricerca instancabile e uno sguardo sempre curioso, Wolf ha saputo unire il rigore accademico all’amore per i luoghi e le storie, lasciando un segno profondo nel panorama degli studi storici europei. Tra le sue passioni più grandi, l’Italia meridionale occupava un posto speciale – e in particolare la Calabria, terra che lo affascinò sin dagli inizi della sua carriera. In Ulisse in Italia, Wolf lanciò un’ipotesi suggestiva: che molte tappe del viaggio di Ulisse non fossero solo frutto della fantasia omerica, ma potessero corrispondere a luoghi reali delle coste calabresi. Da Scilla e Cariddi allo Stretto di Messina, passando per la Sila e i golfi di Squillace e Policastro, il mito si intrecciava con la geografia, in un racconto che accendeva l’immaginazione e valorizzava un territorio ricco di storia.
Il suo legame con la Calabria andò ben oltre lo studio. Wolf percorse più volte quelle terre, intrecciando rapporti con studiosi locali e comunità appassionate. Un legame riconosciuto anche istituzionalmente: nel 2021, il Comune di Squillace istituì il Centro Studi e Ricerche della Prima Italia, con l’obiettivo di valorizzare le radici più antiche della regione, risalenti a circa 3500 anni fa, quando proprio qui sarebbe nata quella che gli antichi chiamavano “Prima Italia”.
A Wolf fu affidata la presidenza onoraria del Centro, mentre il dott. Salvatore Mongiardo ne assunse la direzione scientifica. Sempre nello stesso anno, il 25 settembre, la città di Squillace volle rendere omaggio a questo legame profondo conferendogli la cittadinanza onoraria, in una cerimonia partecipata e sentita, approvata all’unanimità dal consiglio comunale. Nato nel 1935, docente all’Università di Heidelberg per oltre trent’anni, Armin Wolf ha formato generazioni di studenti, dedicando la vita allo studio del passato con rigore e passione. Oltre al suo lavoro su Ulisse, ha esplorato i legami profondi tra mito, memoria e identità europea, spaziando dalla storia antica al medioevo. La sua scomparsa lascia un vuoto importante, ma anche un’eredità viva: nei suoi libri, nelle sue idee, nei luoghi che ha raccontato e amato. E in quel dialogo tra passato e presente che, grazie a lui, oggi suona ancora più attuale. Rimarrà nella storia e nei cuori dei Calabresi, come un altro grande filologo linguista tedesco, Gerhard Rohlfs.