Venticinquemila euro e tanta buona volontà. Questi sono i due ingredienti fondamentali che hanno portato “Amore Liquido” sullo schermo del cinema Aquila a Roma in occasione del Riff (Roma Indipendent Film Festival) 2010.
Marco Luca Cattaneo, classe ’77, laureato al Dams di Bologna, affronta con questo suo primo lungo metraggio la delicata tematica della pornodipendenza e della dipendenza da internet e dai chat sociali, nei quali molti giovani -e anche molti non giovani- provano a sconfiggere la loro solitudine. Mario, il protagonista interpretato dal convincente Stefano Fregni (attore bolognese molto attivo nel cinema indipendente), è un operatore ecologico, silenzioso e solitario osservatore nella città semideserta, svuotata dalle vacanze estive.
Mario lavora di notte e accudisce la madre invalida; i suoi unici rapporti col mondo sembrano essere quelli virtuali, le chat e i siti pornografici davanti a cui si masturba. Passivamente osserva la realtà senza interagire realmente con essa. La solitudine in sé non è necessariamente negativa. „Non occorre che tu esca di casa. Resta al tuo tavolo e ascolta“ –diceva Franz Kafka. È quello che fa anche Mario ma, in lui, la solitudine, a differenza che in Kafka, non è creativa, non porta a nulla oltre la masturbazione ossessiva. Perché fuori non c’è alternativa. Ciò che Mario vede, quando esce di casa, è soltanto comicità e miseria. Insieme alla pena e all’orgoglio, è la solitudine che lo accudisce. Gli riesce intollerabile la vicinanza degli inetti come lui, dei suoi simili, quelli con lo stesso spirito ottenebrato, quelli con il marchio che anche lui reca sulla fronte.
Qualcosa dentro di lui, tuttavia, si modifica quando trova nella spazzatura dei dischi che contengono delle foto e dei filmati che raffigurano una donna. Allora si mette alla ricerca di lei: Agatha è il suo nome; riesce a raggiungerla, a conoscerla e ad entrare nella sua vita. Succede durante il mese di agosto, in una Bologna deserta ed inedita. Mario la incontra. Agatha è una ragazza madre che non nasconde la sua dolcezza e il suo bisogno di amore. E con questo bisogno irrompe prepotentemente nella vita di Mario, monotona e solitaria, risvegliando in lui sentimenti da tempo sopiti e con i quali sarà costretto a fare i conti. Le sue attenzioni vengono ricambiate ma lui non è più abituato ai rapporti reali con le persone in carne e ossa e prendere coscienza di questo problema lo mette in crisi.
“Amore Liquido”, girato in alta definizione, è stato prodotto dall’Associazione Culturale Evoè, in collaborazione con le società bolognesi Zoomworxs e Red Cross Movie che hanno messo a disposizione uffici e mezzi tecnici. Il film è stato realizzato a Bologna in poco più di tre settimane non consecutive, tra il 2008 e il 2009, grazie al contributo di tutti coloro che hanno lavorato senza essere pagati ma entrando in partecipazione nella produzione. Il risultato di questo impegno è ben visibile, sia qualitativamente che quantitativamente, e il film meriterebbe almeno una piccola distribuzione, magari anche all’estero, per dimostrare che il polso del cinema italiano batte ancora (seppur piano).
"Amore Liquido", prodotto da Nicola Fontanili è interpretato -dicevamo- da Stefano Fregni, quindi Sara Sartini e Simonetta Solder. Giovani validi, che lavorano sodo anche in mancanza di incentivi e di interesse. Un film low-budget, indipendente, co-finanziato dal cast e dalla troupe. "Amore Liquido" (titolo gentilmente concesso dalla editrice Laterza) è lo specchio della precarietà affettiva, dove i rapporti tra le persone, in particolare giovani, divengono appunto"liquidi", incapaci di durare nel tempo.