Start your career in Hessen. Questo il nome dell’iniziativa „Welcomecenter Hessen“ che si propone di accogliere e di dare un primo orientamento a giovani – e meno – che arrivano da tutto il mondo in Germania, spesso senza conoscere la lingua, alla ricerca di un lavoro o di una occupazione, ed approdano a Francoforte, anche grazie all’aeroporto internazionale e al fatto che la città sul Meno è tra le più note al mondo. Il progetto è a cura del Land Hessen, il quale raccoglie una eredità progettuale del Wirtschaftsministerium e della Handwerkskammer.
A condurlo sono alcuni giovani che incontriamo nei loro uffici di accoglienza presso il Jobcenter francofortese sulla Fischerfeldstr. Si tratta di Ann-Marie Bennemann, che prosegue il lavoro precedentemente fatto dalla pedagogista di origine spagnola Tania Conde; Julia Sternberg, traduttrice con esperienza di vita all’estero; Alberto Coronado, sociologo con un diploma di laurea dell’università di Madrid. “I nuovi migranti che arrivano a Francoforte, – ci dice Ann Marie – sono accolti nelle lingue tedesca, inglese, spagnola ed araba, che sono anche tra le lingue più diffuse al mondo”. “Si tratta –prosegue Alberto- di persone che da noi cercano un orientamento nella nuova realtà, soprattutto nel campo del lavoro e del riconoscimento del diploma”.
“Noi non troviamo direttamente un’occupazione ai nuovi arrivati –precisa Julia – ma diamo loro una mano, tra l’altro, nella riqualificazione professionale, ma anche nel campo dell’apprendimento della lingua tedesca, nel trovare un appartamento, una scuola o un asilo per i bambini, o per essere indirizzati nei diversi uffici”. Ma chi sono le persone che si rivolgono a voi? “Si tratta soprattutto di giovani che arrivano dai Paesi del sud dell’Europa –risponde Ann Marie- con in tasca spesso un diploma di qualificazione professionale ed alle spalle alcuni anni di esperienza lavorativa. Spesso costoro trovano subito un impiego nel tessuto produttivo del Land o di altri Länder”. “L’ostacolo maggiore è sempre la lingua”- prosegue Alberto.-
“È inimmaginabile che si possa lavorare in Germania senza conoscere il tedesco e, in questo senso, vengono maggiormente penalizzate quelle professioni più legate alla lingua e alla cultura del luogo di origine. Da noi si sono presentati anche avvocati o giornalisti stranieri. È chiaro però che un avvocato spagnolo o un giornalista arabo difficilmente potranno esercitare qui la loro professione e, se vogliono rimanere, dovranno accontentarsi di fare qualcos’altro”. “Abbiamo stilato un elenco delle professioni più richieste in Germania – aggiunge Ann Marie – che sono soprattutto quelle che si esercitano nel campo tecnico-ingegneristico: dall’ingegnere per le costruzioni a quello informatico, passando per il chimico e il fisico. Chi arriva con quelle capacità non ha alcun problema di inserimento. Oltretutto, quelle sono anche le professioni che meno sono legate alla lingua. Molto richieste sono anche le abilità nell’ambito medico e infermieristico, compresa la cura degli anziani e degli handicappati”.
“In ogni caso – aggiunge Alberto – noi non lasciamo soli neppure coloro che arrivano senza conoscere la lingua. Attraverso di noi si può accedere ai cosiddetti Corsi di integrazione, che sono sostenuti e finanziati dalle autorità tedesche e sono offerti, anche attraverso scuole di lingua private, a tutti coloro che ne avessero bisogno. Si tratta di classi con circa una ventina di studenti ciascuna, ma che tuttavia si sono rivelate, in molti casi, efficaci. La lingua – prosegue – si sta palesando come il problema più grave per i nuovi arrivati. Questo deficit impedisce a molti di accedere al mercato del lavoro, e si tratta spesso di persone che altrimenti potrebbero trovare con successo un’occupazione. Per questo noi consigliamo a tutti coloro che hanno intenzione di venire in Germania di prepararsi prima, di frequentare corsi di lingua e di arrivare da noi almeno con il livello B1 delle convenzioni internazionali di conoscenza del tedesco. Questo risparmierebbe loro molti disagi, soprattutto nelle prime settimane e nei primi mesi”.
Ma chi sono e da dove vengono le persone che si rivolgono agli uffici francofortesi del Welcomecenter Hessen?
I ragazzi hanno stilato diligentemente statistiche degli arrivi. Nell’arco di tempo che va dal luglio 2013 al settembre 2014, il 23,92% dei nuovi arrivati erano spagnoli che sono il gruppo più rappresentato, anche grazie al gemellaggio tra il Land Hessen e la regione di Madrid, che ha semplificato da subito i contatti sul piano politico. Il secondo gruppo è quello dei rumeni (8,33%). Seguono gli italiani (7,75%). Quindi i bulgari (5,20%). Poi tutti gli altri: polacchi, greci, croati, portoghesi, indiani, colombiani… eccetra. Nello stesso arco di tempo, i nuovi arrivi appartenevano all’Unione europea per il 71,8% e al resto del mondo per il 28,92%. Una prevalenza schiacciante quindi per gli Immigrati dal Sud dell’Europa a sottolineare – se ce ne fosse ancora bisogno – quanto devastante sia la crisi economica che ormai da un decennio sta rovinando le economie più svantaggiate del continente.
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