Un aggiornamento sulla questione ucraina e alcune precisazioni su temi già richiamati – tra cui la ristrutturazione della rete consolare e la gestione dei tagli disposti con la spending review alla Farnesina – al centro del seguito, stamani, dell’audizione del ministro degli Affari Esteri Federica Mogherini alle Commissioni Esteri riunite di Camera e Senato.
Sulla questione ucraina il ministro ha evidenziato come proseguano gli incontri “a diversi livelli e in diversi formati, a base quasi quotidiana” sulla crisi, scenario al centro anche della riunione ministeriale della Nato svoltasi proprio ieri. Mogherini ribadisce a questo proposito l’impostazione assunta dal governo italiano sin dall’inizio delle tensioni, attraverso “la condanna di qualsiasi risposta che sancisca una rottura dei principi internazionali”, come l’annessione di fatto della Crimea da parte della Russia, condanna formulata da parte delle sedi internazionali – Unione Europea, ma anche Nazioni Unite e Nato, – e associata ad “una reazione ferma e netta per l’inaccettabilità del principio che i confini si modifichino con azioni militari o su base etnico-linguistica”, principio – quest’ultimo – che “potrebbe innescare pericolose reazioni a catena in ciò che resta del già precario ordine globale”. Inalterato resta però il principio della necessità di “mantenere una partnership con la Federazione russa, principio da noi affermato sin dall’inizio e che nelle ultime settimane è stato riconosciuto anche dal presidente americano Barack Obama – rileva il ministro, che scorge segnali incoraggianti in tal senso e confida nella consapevolezza sino ad oggi maturata che “la soluzione non possa che essere politica” e che “il canale del dialogo vada comunque tenuto aperto”, emersa in queste ultime settimane anche sul fonte Nato. Le altre direttrici che animano l’azione dell’attuale esecutivo sulla questione, in sintonia con i diversi ambiti internazionali, sono dettate dalla necessità nel medio periodo di “costruire un ambiente in cui l’Ucraina riesca a costruire relazioni sostenibili con i propri vicini, compresa la Russia”, per cui, cioè, “l’Ucraina non sia costretta a scegliere tra Est ed Ovest”, ma possa far divenire “la transizione democratica ed economica del Paese una storia di successo”, in un clima che sia di “cooperazione all’interno dell’area e non di confronto”.
Mogherini torna brevemente anche sull’Afghanistan, ricordando come il 2014 si annunci quale anno “fondamentale e critico” per il Paese, chiamato a breve alle elezioni presidenziali, e per la stessa presenza militare straniera in quest’area, che verrà calibrata attraverso decisioni che saranno prese dagli afghani o “insieme agli afghani”. Il ministro annuncia quindi, anche da parte dell’Italia, “un impegno di natura diversa”, “con una dimensione civile più forte” e con un intervento limitato alla formazione delle forze di sicurezza locali, ma tutto “solo su esplicita richiesta delle autorità afghane”. Per quanto riguarda le elezioni previste per il prossimo fine settimana, il ministro si augura una consultazione partecipata e sicura, specie per le donne, con un percorso relativo al futuro assetto del Paese che possa determinarsi in tempi relativamente brevi. Ribadita inoltre, a seguito di alcune sollecitazioni formulate nell’incontro precedentemente avuto con le Commissioni, la priorità attribuita dal governo all’area dei Balcani e in vista di una progressiva integrazione europea della regione, processo essenziale per la sua pacificazione e cui nuovo impulso potrà dare il semestre di presidenza italiano dell’Unione, e l’importanza della sinergia tra diplomazia governativa e parlamentare, approccio integrato che ha inciso – rileva Mogherini – sulla ratifica del trattato sul commercio delle armi depositata ieri dall’Italia e altri Paesi nella sede delle Nazioni Unite di New York.
Infine, la questione della riorganizzazione della rete consolare e la revisione della spesa del Mae. Il ministro premette la necessità per una politica estera efficace di “una macchina dotata di necessarie risorse umane e finanziarie” e il fatto che tale politica sia considerata “un investimento per il nostro Paese e non un lusso”. Ricorda poi come la Farnesina da tempo “stia vivendo la sfida di affrontare con risorse già ridotte impegni internazionali complessi e crescenti”: 25% è il taglio di risorse subito dal Mae dal 2008 ad oggi, taglio rivolto a quella che è “tra le amministrazioni la meno costosa – precisa il ministro, – sia in termini nazionali (incide con lo 0,2% sul bilancio statale e lo 0,1% sul Pil), sia se rapportata alle risorse destinate da altri Paesi europei alla rispettiva politica estera (1,8% del Pil per la Francia, 1,1% per la Germania)”.
Tra gli effetti determinati da esercizi di revisione della spesa pubblica “che si sono susseguiti negli ultimi anni”, Mogherini richiama la riduzione della pianta organica del Mae (del 20% per il personale diplomatico e del 10% per le aree funzionali) e l’intervento sulla rete estera, discusso più volte in sede parlamentare e inquadrato all’interno degli obiettivi quantitativi imposti da ultimo dal dl n. 95 del 2012. Il ministro conferma la volontà di non procedere con la chiusura degli Istituti Italiani di Cultura di Stoccarda e Lione, precedentemente prospettata, e “l’impegno a continuare a garantire adeguati servizi consolari ai connazionali all’estero, inclusi quelli di nuova emigrazione, anche attraverso l’ammodernamento delle procedure e dei mezzi a disposizione, in particolare quelli informatici”. “So benissimo – aggiunge – che tali strumenti non sono di facile accesso ad una parte dell’utenza e quindi a questa parte continueremo a garantire la massima attenzione perché l’accesso ai servizi sia mantenuto e garantito”. Ribadito inoltre “l’adeguato rafforzamento degli organici delle sedi riceventi, così che esse siano messi nelle condizioni di affrontare le accresciute competenze” e la possibilità di attivare “nelle circoscrizioni interessate forme alternative di presenza consolare, quali uffici consolari onorari, posti di corrispondenza consolare, missioni di funzionari itineranti”.
L’imperativo resta la necessità di “attualizzare la nostra presenza consolare, a partire dall’Europa, ipotizzando una concentrazione delle principali funzioni consolari in pochi grandi consolati-hub circondati da una rete di strutture periferiche più leggere e con ampia utilizzazione di risorse reperibili in loco”. “In quest’ottica – aggiunge Mogherini – potranno essere valorizzante anche nuove forme di collaborazione con i patronati e di sinergia con l’Ue”, permettendo un riorientamento delle risorse in “Paesi strategici per la crescita e la sicurezza dell’Italia “.
Il ministro precisa poi come non sia “prevalentemente la riorganizzazione della rete consolare e culturale il capitolo su cui incide prevalentemente la revisione della spesa”, annunciando alcune proposte elaborate nell’ambito del piano di spending review articolato dal commissario Carlo Cottarelli: “la Farnesina ha presentato in questi giorni un pacchetto di proposte che prevede risparmi per 16 milioni di euro nel 2014, 42 milioni nel 2015 e 52 milioni nel 2016 per un totale di 108 milioni d euro in 3 anni. Le voci su cui interveniamo – precisa il ministro – sono la riorganizzazione della rete diplomatico consolare di cui abbiamo parlato, il contributo in termini sostenibili ad enti e organizzazioni internazionali, la razionalizzazione del patrimonio immobiliare all’estero ed una revisione del trattamento economico del personale all’estero”. Su quest’ultimo punto, oggetto di sollecitazioni parlamentari richiamate dal ministro, l’ottica di intervento è ispirata a “modelli di servizio occidentali”, che non possono però subire “una trasposizione pura e semplice, perché – spiega Mogherini – sarebbero più onerosi per l’erario dell’attuale sistema”. Due le proposte articolate sul trattamento economico: lo scorporo delle spese di rappresentanza dall’Ise all’estero, “proposta che prevede una riduzione graduale dello stanziamento complessivo che giungerebbe a regime ad un taglio del 20% circa” e che “potrebbe far parte di uno dei primi pacchetti normativi che stiamo preparando” e “una riforma organica del trattamento economico all’estero” da compiere attraverso un ddl su cui il ministro auspica un costruttivo confronto parlamentare e che sarà l’oggetto di un incontro previsto per oggi alla Farnesina con i sindacati.
Nel corso del dibattito, tra gli interventi quelli della deputata Pia Locatelli (Misto) che ha chiesto quale fosse la destinazione dei risparmi di spesa proposti dal Mae nei prossimi anni e richiamato le principali tematiche legate alla tutela delle donne e dei diritti umani; di Vincenzo Amendola (Pd), che ha rilevato l’importanza della riflessione sul “libro bianco” riguardante la pianificazione complessiva dei progetti militari, documento su cui – ha rilevato anche Fabrizio Cicchitto (Ncd) – il Mae è chiamato a intervenire in base alla ridefinizione delle direttrici della nostra politica estera; di Francesco Maria Amoruso (Fi), che ha richiamato la priorità del Mediterraneo e richiesto una visione unitaria in proposito da parte dell’Unione Europea; di Mario Marazziti (PI), che ritiene necessario un maggior impegno, anche sul fonte europeo, per la tutela e la promozione dei diritti umani.
Riconosce al ministro “il metodo innovativo introdotto nel corso della sua audizione” Fabio Porta, deputato eletto per il Pd nella ripartizione America meridionale e presidente del Comitato sugli italiani nel mondo e la promozione del sistema Paese della Camera. Sul fronte della riorganizzazione della rete consolare, Porta auspica un rapporto più equilibrato tra chiusura delle sedi e nuove aperture, esprimendo preoccupazione per il fatto che “non sempre a fronte di queste chiusure corrisponda un adeguato impegno per garantire i servizi consolari ai nostri cittadini”. In particolare, egli richiama le difficoltà – ammesse dallo stesso ministro – nel fornire risposte alla nuova emigrazione e connesse all’utilizzo di tecnologie che ancora tardano a dare i risultati sperati. “Abbiamo apprezzato il passo indietro sull’ipotesi di chiusura degli IIC di Lione e Stoccarda ma crediamo che il metodo diverso da lei annunciato debba comprendere anche dei passi avanti: cerchiamo – afferma Porta – di cambiare i criteri della spending review, visto che gli IIC costano di meno di quanto effettivamente incassano, e cerchiamo soprattutto di agire sul fronte delle entrate: percezioni consolari e contributi per determinati servizi. Basta con l’immobilismo che non ci ha consentito sino ad oggi di intraprendere nuove strade”. L’esponente democratico apprezza in particolare il richiamo alla collaborazione con i patronati e l’attenzione dimostrata, “in parziale discontinuità anche con il precedente governo”, per le vicende dell’America latina, del Venezuela in particolare.
In sede di replica il ministro torna sulla gestione della riduzione di risorse destinate alla Farnesina e sulle proposte di risparmio richiamate, evidenziando come si tratti di “tagli non lineari, bensì ragionati”, precisando però come le risorse recuperate serviranno a ridurre la tasse e il cuneo fiscale, e saranno “consegnate dunque ad altro esercizio”. Sul numero di chiusure di sedi consolari e culturali all’estero spiega di non aver potuto ragionare su possibili modifiche, per via della necessaria applicazione di “una norma già esistente che impone limiti quantitativi in termini di istituti e non in termini di bilancio, e questo è il vero problema che ci troviamo di fronte”. “Tuttavia ci sono iniziative che possiamo affiancare – assicura – per rendere più flessibile il sistema che c’è e per garantire che la presenza culturale italiana venga adeguatamente garantita e promossa anche in assenza di IIC”. In questa direzione “possono essere valorizzate le disposizioni che consentono agli IIC di essere accreditati in più Paesi e la possibilità di inviare personale dell’area promozione culturale anche presso Ambasciate e consolati dove non sono presenti IIC e stiamo lavorando per rafforzare ulteriormente la collaborazione con altri attori della promozione linguistica all’estero come i lettorati, i dipartimenti di italianistica, le scuole, i comitati della Dante Alighieri etc.” Il ministro annuncia inoltre di voler rispondere ad alcune interrogazioni recentemente inoltrate sull’insegnamento di lingua italiana all’estero e gli IIC dopo aver richiesto “un rigoroso e approfondito materiale di analisi” per replicare in sede parlamentare “con estremo rigore e trasparenza”. Annunciata infine una sua prossima missione in America latina, “area in cui, da troppi anni, manca una visita istituzionale”.