È iniziato il settennato della presidenza della Repubblica italiana di Sergio Mattarella. Il nuovo Capo dello Stato ha tenuto nell’aula congiunta di Camera e Senato un discorso di 30 minuti. „Sarò arbitro imparziale – ha detto Mattarella – ma che i giocatori aiutino con la loro correttezza“. Il discorso di Mattarella è stato chiaro, rivolto a tutti ma soprattutto ai cittadini „…perché bisogna ricreare questo rapporto tra cittadini e istituzioni“. Attento a rispettare le prerogative del Parlamento, Mattarella, garante della Costituzione spiega l’efficacia di un presidente arbitro, „All’arbitro compete l’applicazione delle regole. L’arbitro deve essere imparziale“.

Per il neo presidente il modo più forte di garantire la Costituzione è viverla giorno per giorno, applicandola in tutti i suoi principi. I punti principali del discorso di Mattarella riguardano una giustizia veloce, al sostegno alle famiglie, alla legalità, alla lotta alla mafia, alla corruzione. „La lunga crisi economica – ha detto Mattarella – ha provocato ferite al Paese, ha aumentato ingiustizie, ha generato nuove povertà ha cancellato lavoro e diritti. Su questa agenda di impegni si misurerà la vicinanza delle istituzioni al popolo“. Con molto affetto si rivolge poi ai giovani parlamentari „…con la loro capacità di critica e persino di indignazione rappresentano la voglia di cambiare – e continua dicendo che – devono sentirsi non espressione di un segmento della società ma rappresentanti dell’intero popolo italiano“. Per quanto riguarda le riforme, capitolo importantissimo per lo sviluppo del Paese, il Presidente è molto attento a non entrare nel merito del giudizio e esprime il suo auspicio „Senza entrare nel merito delle singole soluzioni, che competono al Parlamento, nella sua sovranità, desidero esprimere l’auspicio che questo percorso sia portato a compimento con l’obiettivo di rendere più adeguata la nostra democrazia. Riformare la Costituzione per rafforzare il processo democratico“.

Mattarella parla anche di unità nazionale per ridare al Paese un orizonte di speranza e in questo contesto rivolge un saluto agli italiani all’estero. „Parlare di unitànazionale significa, allora, ridare al Paese un orizonte di speranza. Perché questa speranza non rimanga un’evocazione astratta, occorre ricostruire quei legami che tengono insieme la società. A questa azione sono chiamate tutte le forze vive delle nostre comunità in Patria come all’estero. Ai connazionali nel mondo va il mio saluto affettuoso“. Mattarella parla anche di Stefano Tachè, il bimbo rimasto ucciso nell’attentato alla Sinagoga di Roma nel 1982 „Il nostro Paese ha pagato, più volte in un passato non troppo lontano, il prezzo dell’odio e dell’intolleranza. Voglio ricordare un solo nome: Stefano Tachè, rimasto ucciso nel vile attacco terroristico alla Sinagoga di Roma nell’ottobre del 1982. Aveva solo due anni. Era un nostro bambino, un bambino italiano“.

Inoltre ricorda i due marò Latorre e Girone, „Occorre continuare a dispiegare il massimo impegno affinché la delicata vicenda dei due nostri fucilieri di marina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, trovi al più presto una conclusione positiva, con il loro definitivo ritorno in Patria“. Infine conclude il suo discorso dicendo che ricostruire i legami che tengono insieme la società è un compito che deve essere di tutti.

Chi è Sergio Mattarella?

Palermitano, classe 1941, proviene da una famiglia di tradizione democristiana: il padre Bernardo,deputato all’Assemblea costituente e più volte ministro, è stato tra i fondatori del partito dello scudo crociato in Sicilia. Militanza politica propria anche dal fratello di Sergio, Piersanti Mattarella, ucciso dalla Mafia mentre era governatore della Sicilia il giorno dell’Epifania del 1980. Tre anni dopo viene eletto deputato nella circoscrizione della Sicilia occidentale. Viene rieletto, sempre nella stessa circoscrizione, nelle successive elezioni del 1987, del 1992, del 1994, del 1996 e del 2006, mentre nel 2001 nella circoscrizione del Trentino Alto – Adige. Nel corso di queste sette legislature ha fatto parte della Commissione Affari costituzionali, della Commissione Affari esteri e del Comitato per la legislazione, di cui è stato anche presidente. Ha fatto parte, inoltre, della Commissione bicamerale per le Riforme istituzionali dell’XI legislatura, di cui è stato vice-presidente, della Commissione bicamerale per le Riforme istituzionali della XIII legislatura, della Commissione parlamentare d’inchiesta sul terrorismo e le stragi, della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla mafia.
Nella XV legislatura è stato presidente della Commissione giurisdizionale della Camera dei deputati. Nella XIII legislatura è stato presidente del Gruppo parlamentare dei Popolari e Democratici dall’inizio della legislatura all’ottobre 1998. Dal luglio del 1987 al luglio del 1989 è stato ministro dei Rapporti con il Parlamento. Dal luglio del 1989 al luglio del 1990 è stato ministro della Pubblica istruzione, sino a quando si è dimesso per dissenso su una importante scelta del governo Andreotti dell’epoca: la legge Mammì in materia radiotelevisiva, che di fatto ha accompagnato l’ascesa economica di Silvio Berlusconi. Mattarella lega inoltre il suo nome alla legge elettorale in senso maggioritario varata nel 1993, di cui è stato relatore, ribattezzata proprio “mattarellum”. Dopo la bufera di Tangentopoli, è stato tra i promotori del Partito popolare italiano e poi tra i sostenitori dell’Ulivo di Romano Prodi. Nell’ottobre 1998 diventa vice presidente del Consiglio quando Massimo D’Alema subentra a Prodi alla guida dell’esecutivo, poi dal dicembre1999 ha ricoperto la carica di ministro della Difesa sino alle elezioni del giugno del 2001. Sono di quel periodo la legge che ha abolito la leva militare obbligatoria e quella che ha trasformato l’Arma dei Carabinieri in forza armata autonoma, nonché l’avvio della costituzione del primo corpo d’armata europeo. Nelle elezioni politiche del 2008 non si è ricandidato e ha concluso la sua attività politica. Nel maggio 2009 è stato eletto dal Parlamento componente del Consiglio di presidenza della Giustizia amministrativa, di cui è stato vicepresidente. Il 5 ottobre 2011 il Parlamento in seduta comune lo ha eletto giudice della Corte costituzionale.