Vi è mai capitato di trovarvi in un paese straniero? In cui nessun luogo vi sembra familiare, in cui non sapete come muovervi e in cui ogni volto vi sembra estraneo? Non vi siete mai sentiti persi? Ma persi davvero?
Quando si decide di trasferirsi in una nuova nazione vi capita! Vi capita di aver paura di uscire, di parlare con le persone per la paura di non capire e soprattutto di non essere capiti. Lasciate a casa la vostra famiglia, i vostri amici, la vostra vita, è come se foste soli al mondo. Ma nel buio più assoluto a volte la vita vi accende una luce, per me quella luce è essere stato accolto nella comunità cristiana di San Marco di Frankfurt Nied in cui ho ritrovato un pezzo della mia patria. Ho ritrovato “il vicino di casa” cordiale e generoso che ti presta il sale in quelle sere in cui hai ospiti a cena e ti sei dimenticato di comprare proprio quello.
Ho ritrovato “la zia” che ti offre un pezzo di torta in cui riassapori un po’ della tua terra. Ritrovi “l’amico di sempre”, che se anche conosci da un’ora, ti da consigli utili su come sopravvivere alla nuova avventura in cui ti sei buttato senza paracadute.
Da quando sono stato accolto in questa comunità non mi sono più sentito solo grazie anche al fatto di essere spesso invitato alle varie e numerose attività della chiesa, come gli incontri settimanali, in cui ho conosciuto persone che erano come me, persi. Il bellissimo coro della chiesa di San Marco che con la sua voce calda, dolce e melodiosa fa venir voglia al cuore di seguire la melodia, lasciando così dietro di sé tutte le angosce, tutte le paure e tutta la malinconia. Ti senti a casa, circondato da quella che è ormai la tua famiglia.
Quanti in questo mondo possono dire lo stesso? Quanti, come me, si sentono a casa anche se sono a duemila chilometri di distanza da essa? Sono stato aiutato ad andare oltre le mie paure, come quella di recitare in pubblico, mi hanno aiutato a superare i limiti che mi ero posto da solo, riuscendo così a diventare parte di qualcosa di grande. Ed è proprio quel qualcosa di grande che mi ha fatto andare ogni settimana alle prove per la rappresentazione della via crucis. Abbiamo provato a rappresentare le varie fasi della vita e morte di Gesù. Una tradizione che è portata avanti ormai da anni e sono fiero di dire quest’anno, anche io ero protagonista di questo meraviglioso evento.
Quando i miei parenti sono arrivati per Pasqua dall’Italia sono rimasti positivamente colpiti dall’affetto che unisce e circonda questa comunità e da come tutto questo venga trasmesso alle persone che sono state spettatrici durante la rappresentazione. Ho potuto dire ai miei cari che non devono più essere in ansia per me perché ora ho persone che mi vogliono bene e che soprattutto si prendono cura di me.
È bello ricevere e soprattutto donare un po’ di se stessi agli altri e dare a questo piccolo mondo la migliore parte di sé fatta di esperienza, consigli e amore.