Gentile Direttore, onde sgombrare il campo da equivoci facciamo presente di scrivere questo articolo a titolo personale e non è nostra pretesa rappresentare la posizione ufficiale della Lega nord estero o la posizione di tutti i leghisti sul dibattuto tema dell’unità d’Italia. Il problema di festeggiare o meno l’unità d’Italia non ce lo poniamo nemmeno, per noi l’unità d’Italia è stata una delle maggiori sciagure che potevano capitare ai popoli della penisola.
L’Italia è nata male, con la violenza e l’appoggio di potenze straniere come l’Inghilterra che tutto avevano a cuore fuorchè il bene dei popoli della penisola. È da tempo un fatto storico accertato il legame di Garibaldi e Mazzini con la massoneria inglese.
Anche lo stesso tricolore, come gli altri tricolori nelle bandiere del mondo, è e resta un simbolo massonico. I Savoia si sono macchiati di delitti che gridano vendetta e non ci stupisce che la storia li abbia puniti severamente. Non è vero che l’unità della penisola fosse un sogno a cui tutti anelavano. Tanto per fare un esempio, le rivolte contro i Savoia a Genova furono soffocate nel sangue dai Generali del regno e Genova, per 7 secoli una prospera e temuta Repubblica indipendente non celebrò mai nessun plebiscito farsa. In quell’epoca, da un punto di vista economico sembrava avere un senso creare uno Stato più grande per allargare il mercato domestico.
Nella realtà la conquista del Sud, oltre che sanguinosa si rivelò un vero fallimento. L’imposizione di una moneta unica in tutto il Regno distrusse l’economia meridionale, che a quell’epoca non aveva molto da invidiare a quella del Nord. Nacque il brigantaggio, una forma di rivolta spontanea contro l’unificazione della penisola, da cui si sviluppò in seguito la mafia, uno dei fenomeni a cui spesso vengono associati ancora oggi indistintamente tutti gli italiani. I primi lager non furono inventati dai nazisti ma dai Savoia per internare i ribelli del Sud.
La prima vittima dell’unificazione fu proprio il popolo e l’economia del Sud, che da allora non si è mai ripresa. Ad errore i Savoia aggiunsero errore, stabilendo di costruire uno stato sul modello centralista francese che mal si adattava alla storia dei popoli della penisola e alla loro natura individualista. I fautori di uno Stato sul modello federale, che avrebbe calzato molto meglio alla natura italiana, furono sconfitti e un grande intellettuale come Cattaneo dovette rifugiarsi in Svizzera.
Risalgono a 150 anni fa i germi del malfunzionamento, della corruzione e degli enormi sprechi dello Stato, di cui stiamo vedendo e vedremo presto altre terribili conseguenze. Sono fatti che vengono alla luce solo oggi grazie alle ricerche degli storici e che spesso i libri di storia hanno ignorato per decenni, come spesso hanno ignorato la lunghissima, ricca e gloriosa storia delle nostre Repubbliche indipendenti, la Serenissima di Venezia e la Repubblica di Genova tanto per citare i due esempi più famosi (la storia è scritta dai vincitori, non dai vinti).
Gran parte della ricchezza culturale e artistica della penisola risale al periodo precedente l’unificazione d’Italia. Pensiamo al Rinascimento o facciamoci oggi un giro per Genova e Venezia e ammiriamo lo splendido Palazzo Ducale Genovese (già sede di un G8) o gli splendidi edifici veneziani o le chiese ricche di tesori e i reperti museali risalenti a quel periodo della nostra storia e chiediamoci se c’è qualcosa di bello che risale al periodo dell’unità d’Italia. Non troveremo quasi nulla di bello o artisticamente rilevante che risalga agli ultimi 150 anni. Con l’unità d’Italia, se si analizza bene la storia, inizia anche la terribile tragedia dell’emigrazione di massa all’estero, sia al Nord che al Sud.
Prova evidente che l’unità non portò a nessun tangibile beneficio tra il popolo. Se guardiamo con occhio critico quello che successe dopo non possiamo non vedere a quali altre terribili conseguenze ci ha trascinato questa voglia di grandeur italiana. Oltre all’emigrazione di massa, la partecipazione a due guerre mondiali e il fascismo, la nascita della mafia. Non sono questi altro che i frutti avvelenati dell’unità d’Italia?
Il fascismo, con l’appoggio dei Savoia (sempre loro), cercò in tutti i modi di soffocare le autonomie locali e cercò di creare un senso di italianità che non è mai esistito, facendo leva, in maniera ridicola, sulla storia degli antichi romani. Sappiamo come andò a finire: migliaia di concittadini furono mandati a morire nella seconda Guerra mondiale; un esempio calzante è quello del fronte russo da dove quasi nessuno tornò vivo.
Troviamo patetiche le spiegazioni di alcuni che affermano che bisogna festeggiare l’unità per tutti coloro che sono morti nelle guerre per l’Italia. Proprio questo è uno dei motivi per cui dovremmo essere contro il Risorgimento e contro le idee che hanno portato a scelte storiche drammatiche! Le nostre piccole ma fortissime e potenti Repubbliche mai si sarebbero imbarcate in avventure rischiosissime come le guerre mondiali, l’appoggio a Hitler o follie del genere.
I germi del fascismo non avrebbero mai attecchito se l’unità d’Italia non fosse stata concepita in maniera folle e irrazionale. Piccolo è bello, se oggi guardiamo a quali sono i Paesi nel mondo che hanno meno problemi, la migliore qualità della vita e i maggiori redditi pro capite, questi sono proprio i Paesi più piccoli con pochi milioni di abitanti, pensiamo alla Svizzera (che non ha mai avuto guerre), a Singapore o ai Paesi Scandinavi. Il servizio di leva obbligatorio, la scuola fascista gentiliana e la televisione sono riusciti con grandissima fatica a creare una lingua comune, il toscano.
Tuttavia ancora in questi giorni la Rai è stata costretta a fare marcia indietro dopo le numerose proteste contro uno spot che dileggiava le lingue locali, segno che nella pancia profonda del Paese certi concetti sono ben radicati. Ancora oggi a distanza di oltre un secolo e mezzo possiamo dire di essere uno Stato ma non siamo mai stati e, probabilmente non saremo mai, una Nazione.
(Gli autori sono Consiglieri della Lega nord in Svizzera)