Lo sguardo è lo stesso di trent’anni fa quando nel 1982 fu eletto Cancelliere della Repubblica Federale di Germania: bonario e furbo, cauto e pungente. La Cdu, il partito di Angela Merkel, ha voluto festeggiare Helmut Kohl in occasione del trentesimo anniversario della sua ascesa al potere. Il partito democristiano tedesco ha fatto così definitivamente la pace con il suo ex Leader, dopo averlo esonerato dalla carica di Presidente onorario. Helmut Kohl fu, infatti, al centro di una crisi che portò la Cdu ai suoi minimi storici con la “Spendenaffäre”, lo scandalo dei finanziamenti al partito.
Nel 1998 Helmut Kohl non dichiarò un’entrata di circa 2 milioni di Marchi al suo partito. Aveva semplicemente promesso ai donatori di non fare i loro nomi. E non l’ha mai fatto. Sia bene inteso che nemmeno un centesimo entrò nelle sue tasche. Ma la reputazione del partito andò a farsi benedire irrimediabilmente. La Cdu, come l’italiana Democrazia Cristiana giunse all’orlo dello scioglimento. La concezione morale che la Germania ha nei confronti dei suoi partiti politici non poteva tollerare una simile mancanza. La Cdu si trovò sull’orlo del collasso e fu salvata da un’Angela Merkel messa al posto di comando di una nave che stava per affondare. Ad Angela Merkel riuscì l’impossibile: divise l’immagine di Kohl da quella del partito, giudicate sino all’ora una cosa sola. Bisogna quindi guardarsi anche indietro per spiegarsi meglio il presente e per capire così quale sia il ruolo odierno di Angela Merkel nel suo partito.
Fu lei ad avere il coraggio di sbattere fuori Helmut Kohl. E oggi è Lei ad avere il coraggio di reintegrarlo nei pubblici onori. Attenzione: non si tratta di sentimentalismo. Angela Merkel deve a Helmut Kohl tutto. Fu il Cancelliere a voler nel suo Staff una giovane laureata in fisica nucleare, figlia di un pastore protestante e proveniente dalla Germania comunista, dove era ben allineata nel sistema. Fu Kohl a nominarla Ministro della Famiglia e Gioventù nel 1991. Fu Kohl e solo Kohl. Nessuno all’interno della Cdu aveva la capacità e il coraggio di contraddirlo, nemmeno di fronte alla nomina di una giovane politica tanto inesperta quanto goffa. Ma, e ci ripetiamo, da parte della Merkel niente sentimenti di riconoscenza in questa spolverata all’immagine del Cancelliere Padre della riunificazione tedesca. Ed è proprio qui che casca l’asino: festeggiare pubblicamente Helmut Kohl significa festeggiare pubblicamente la Cdu.
Dare a Cesare quel che è di Cesare significa ricordare ai prossimi elettori del 2013 le radici e le tradizioni con i meriti storici di quel partito che oggi è saldamente in pugno ad Angela Merkel. La stessa Angela Merkel che, guardandosi indietro, ha dovuto colmare un vuoto storico tra lei e la figura di Konrad Adenauer, il Cancelliere della ricostruzione della Germania sulle macerie della guerra. Festeggiando Helmut Kohl, il 23 settembre scorso, la Cdu ha anche colmato un vuoto d’immagine del proprio partito. Ancora oggi, quando appare Helmut Schmidt in pubbliche manifestazioni, gli occhi dei tedeschi di tutti i partiti brillano d’orgoglio. Helmut Schmidt, il cancelliere socialdemocratico che dovette cedere la guida della Germania a Helmut Kohl, ora più elogiato e storicamente più elevato del suo vincitore politico? La Spd con più punti della Cdu nella tabella della storia recente della Germania?
Per la cancelliera Merkel una macchia da cancellare al più presto possibile. Per il resto, il fatto che la Merkel stessa abbia condannato ed espulso Kohl dalla Presidenza onoraria del parto passa in secondo ordine. In questo, il canciellere Kohl e la cancelliera Merkel sono molto simili: pronti a cambiare opinione e atteggiamento secondo la situazione. Tutto sottoposto al benessere del partito e del potere. L’allieva di Kohl nella disciplina della tattica politica ha superato il suo maestro. E che lo stesso maestro abbia goduto per un momento nuovamente della luce dei riflettori, chi glielo potrebbe mai rinfacciare?