Questo febbraio Alfredo Mantica ha incontrato a Roma il Consiglio di presidenza del Cgie. La relazione di governo per l’apertura dell’incontro è piaciuta su alcuni punti, ma ha ben scontentato su altri. Tra i temi trattati, il rapporto con il Consiglio, le risorse degli italiani all’estero, la diffusione della lingua italiana, la riforma del voto, il 150mo dell’Unità d’Italia, gli sportelli polifunzionali e le visite in Sud America. Ne ha fatta una sintesi Gian Luigi Ferretti, membro del Cdp, che sull’incontro scrive: “Il Sottosegretario ha riconfermato il clima, instauratosi da qualche tempo, di attenzione e collaborazione nei confronti del Cgie”. Ricambia quest’ultimo, che ha invece espresso “soddisfazione” “se non nei contenuti, perlomeno nei toni” nei confronti della relazione letta dal Sottosegretario.
Ma all’indomani della riunione, Mantica riceve una serie di critiche per le dichiarazioni sulle comunità italiane di Argentina e Brasile riportate da Ferretti su “L’italiano”, poi sommariamente ritrattate con una nota del governo. In quell’occasione, il Sottosegretario aveva annunciato le sue visite a Montevideo, Paraguay e Cile, ma nessun paggio per Brasile ed Argentina, proprio i due Paesi dell’America latina con le più grandi comunità italiane. “Il Sottosegretario si è detto deluso dalle comunità italiane di questi due Paesi”, scrive Ferretti, che poi continua: “In Argentina i rapporti bilaterali non sono buoni perché nessuno pare essersi preoccupato dei 40.000 italiani che hanno perso i loro risparmi a causa del default. E la comunità italiana non sembra essersi attivata per fare lobby allo scopo di contribuire a risolvere questo problema. Mentre in Brasile pesa la vicenda Battisti e anche qui sarebbe stato auspicabile una più forte presa di posizione da parte dei connazionali colà residenti".
Ed è subito polemica. Anche sui forum si legge il malcontento, in particolare su quello di Cicero, “Coordinamento italiani circoscrizioni estero per riorganizzazione operatività”, un gruppo di discussione in cui si affrontano con particolare forza le problematiche delle comunità italiane all’estero. Nei commenti successivi alla riunione, i partecipanti  invitano il Sottosegretario alle dimissioni e gli utenti a boicottare la sua visita in Sud America. “Mantica non viene in Brasile e in Argentina non perché ci siamo lamentati con lui – si legge sul blog -, ma perché non vuole. E dirò di più. Non vuole per mascherare i fallimenti di questo governo in riferimento agli italiani all‘ estero in generale e alla comunità italo-sudamericana in particolare”.
Allora Mantica cerca di aggiustare il tiro e manda una nota di smentita ad un’agenzia stampa. Smentita che non piace a “L’italiano”, che si stupisce del fatto che la lettera non fosse stata inviata al giornale inquisito e quindi scrive: “È evidente il suo imbarazzo…  E da vecchio marpione della politica, che fa? Smentirci non può, c’erano una ventina di testimoni ed anche il verbale della riunione. Così mette insieme delle frasi ben studiate per dare a chi legge l’impressione che la colpa non sia di chi ha pronunciato certe parole bensì di chi le ha riportate fedelmente”.
La tempesta si placa però su altri fronti. Sono buone infatti le reazioni alla volontà dichiarata dal Sottosegretario di riformare il voto degli italiani nel mondo, soprattutto alla luce delle numerose irregolarità delle scorse elezioni, la cui ultima ha chiamato in causa, giusto pochi giorni fa, Esteban Caselli, responsabile per gli italiani all’estero del Pdl. E bisogna farlo al più presto, viste le possibili elezioni anticipate. Per questo, nel corso dell’ultima seduta del Comitato sugli italiani all’estero della Camera, il presidente Marco Zacchera (Pdl) ha sollecitato “una rapida calendarizzazione delle proposte di legge di riforma delle procedure elettorali per la circoscrizione estero". Proposte sulle quali si potrebbe arrivare facilmente ad un testo condiviso, visto che l’urgenza è sottolineata bipartisan.  Quello del governo sarebbe quasi pronto. Per adesso si parla di abolire il voto per corrispondenza, preferendogli quello nei seggi presso ambasciate e consolati, così come sarebbe stata accantonata l’idea di affidare lo spoglio delle schede a 4 Corti d’Appelli di 4 diverse città italiane anziché a quella di Roma, perché non presenterebbe vantaggi significativi.
Sul tema lingua, poi, Mantica ha illustrato al Cgie l’accordo col governo di Tirana per l’insegnamento dell’italiano come prima lingua straniera. Accordo che porterà 60.000 ragazzi albanesi a studiare l’italiano; mentre sul punto sportelli funzionali – dice ancora Ferretti – “il Sottosegretario si è detto soddisfatto per aver notevolmente ridotto le code, così come a Londra si sta trattando l’acquisto di uno stabile per ovviare alla poco dignitosa collocazione del Consolato”.