Le idee sono diverse, l’obiettivo lo stesso: vogliono aprire un’impresa in Germania. Ad aiutarli il progetto “ChancenNutzer” (“Sfruttiamo le opportunità”) con i suoi esperti pronti a dare sostegno e consigli. Presupposto è, però, che i partecipanti non siano tedeschi. Secondo i dati forniti dal responsabile del progetto, “ChancenNutzer” rappresenta la primissima offerta del genere a livello nazionale rivolta a persone al di sotto dei 30 anni con un background di migrazione.
Il progetto fa parte dell’organizzazione “Social Impact Lab Frankfurt”, una iniziativa della fondazione senza scopo di lucro JP Morgan Chase Foundation, della Fondazione KfW della società Social Impact GmbH. Il laboratorio start-up ha aperto le porte nel febbraio 2014 e il team di circa 30 professionisti della creatività attualmente è guidato da Nils Hafa. A lavorarci sono anche Murat Serbes, turco-tedesco, e il suo ex compagno di università bulgaro Bogdan Obretenov.
Il loro progetto è quello di creare assieme una piattaforma mobile per gastronomi. Il progetto offre ad entrambi la possilibità di scambiare informazioni con altri aspiranti imprenditori, condividere con loro gli spazi lavorativi e dividere le spese. Che sono solo alcuni dei vantaggi: “Noi conosciamo solo la teoria ma abbiamo molte domande di natura pratica: Come funziona la ragioneria? A cosa bisogna stare attenti nei contratti? Come si può realizze il progetto?”, ci spiega Bogdan Obretenov.
Con le lezioni e i seminari del «Social Impact Lab Frankfurt» si riescono a trovare le risposte. Ma Obretenov e Serbes non sono gli unici ad avere ambizioni imprenditoriali. “In generale tra la popolazione straniera e i nuovi arrivati vi è una quota molto più alta di lavoratori autonomi che da noi”, spiega il ricercatore Herbert Brücker che si occupa di migrazione all’Istituto per la ricerca nel mercato del lavoro e nel settore professionale. Alla base di questo vi è la difficoltà di entrare nel mondo del lavoro tedesco.
Ma per molti non è un’opzione ritornare nei paesi d’origine: “Lì non potrei andare avanti, la situazione economica in Bulgaria non è così buona”, spiega Obretenov. È soprattutto l’economia tedesca a trarre profitto dalle prospettive, in parte negative, delle persone. Uno studio della KfW dello scorso anno ha rilevato che nel 2013 vi sono stati in tutta la Germania 868 000 fondatori di imprese – il 21% di questi erano migranti.
Nel frattempo alcuni di loro hanno acquisito la cittadinanza tedesca. Lo studio ha evidenziato che i migranti assumono più spesso, sin dal principio, collaboratori creando così nuovi posti di lavoro ed incrementando la spinta per l’innovazione e l’efficienza. Il settore del commercio è particolarmente amato e si crea circa un quarto delle imprese. “Si può dedurre che i migranti possono valutare meglio il mercato per le merci provenienti dai propri Paesi d’origine e diventare operativi quando le condizioni lavorative sono favorevoli”, spiega Jörg Zeuner, economista della KfW. In questo modo non cresce soltanto il PIL ma anche la libertà di scelta dei consumatori: la varietà dell’offerta totale è enormemente aumentata e modifica in questo modo anche la cultura tedesca. “Non possiamo più immaginarci la nostra vita in Germania senza il ristorante italiano all’angolo”.
I migranti attivi nel mercato del lavoro rivitalizzano il business. Su questo concordano tutti gli esperti. L’idea di creare una sorta di fucina di imprenditori è buona ma non bisogna esagerare con l’essere euforici. Se poi vengono a mancare le condizioni socio-statali e si ha il fallimento dell’impresa nel peggiore dei casi i migranti sono costretti anche a rientrare in patria. Secondo lo studio della KfW una tale ipotesi è purtroppo più che probabile.
Dopo 12 mesi chiude circa il 15% delle imprese, che diventa il 30 dopo 3 anni. A questo non vuole pensare nessuno al “Social Impact Lab Frankfurt”. Spinti dal desiderio di diventare imprenditori i giovani continuano a lavorare sodo: “Voglio fondare un’impresa per poter avere la libertà di organizzare da solo la mia giornata lavorativa”. Per Serbes si tratta di aver l’opportunità per svilupparsi liberamente.