Il panorama, e non solo politico, continua a presentarsi complesso e mancano, sfacciatamente, gli accordi per superare lo scoglio del rinnovamento del nostro Potere Legislativo. Quando chi guida l’Esecutivo, ha da fare i conti con la frangia politica “non allineata” del suo Partito, ci sono poche consi derazioni da fare. L’attuale maggioranza di Governo potrebbe non superare le insidie di un inverno che già si annuncia non privo d’incognite anche per quella che si ostina a essere l’Opposizione.
Ovviamente, più formale, che sostanziale. Il progetto “monocamerale” è già tramontato. Il Senato rimarrà al suo posto. Le perplessità restano nel sistema elettivo e nel numero dei suoi elementi. Quello che, già ora, si evince è che Palazzo Chigi non intende contare  di meno di Palazzo Madama. Per la verità. Lo avevamo già intuito dalla scorsa primavera. Renzi avrà da appianare anche questo seguito “politico” nazionale proprio in un momento nel quale l’economia italiana avrebbe bisogno di una carica di dcia aggiore er consolidare i suoi primi segnali di ripresa. Del resto, non intravediamo scelte se non una prova di buona volontà che consenta ai politici di ritrovare un piano di confronto che manca da troppi anni ed è accentuato dalla mancanza d’elezioni politiche generali. ra non i  are looa dei problemi reali del Paese.
O si torna su una via percorribile o Mattarella potrebbe provvedere tramite le competenze che spettano al Capo dello Stato. Non riteniamo più possibile restare spettatori di un sistema allo sbando che non favorisce, certamente, la ripresa del aee. e notre rifieioni non intendono essere puramente un segnale preoccupante di qualunquismo politico. Intendiamo, invece, segnalare all’opinione pubblica che il potere politico ha da ritornare al Popolo per rivedere le deleghe di chi sarà chiamato a esercitarlo.