Nella foto: Gli origami fatte nelle scuole di Francoforte. Foto di ©July

Giornata internazionale della donna. Festeggiamo l’8 marzo a fianco delle donne iraniane che lottano per la libertà

L’8 marzo è la giornata internazionale della donna, dove in tutto il mondo o quasi si festeggia questo essere delicato ma molto forte e capace di donare la vita. Negli ultimi anni la giornata della donna è diventata solo un occasione per ricevere fiori e cioccolatini, o fare cene romantiche in ristoranti con menù speciali per le donne, mettendo nel dimenticatoio la vera ragione di tale ricorrenza. È triste vedere che un giorno così importante sia diventato solo una festa dedicata al divertimento e a far arricchire il mercato dei consumi, invece di far riflettere e far ricordare le migliaia di donne che hanno lottato per ottenere i diritti civili, sociali ed economici di cui oggi godiamo.

Ma come è nata la giornata della donna?

Il motivo di tale giornata risale ai primi anni del novecento, dove le donne iniziarono a rivendicare i propri diritti, tra cui quello al voto. Il primo evento importante è stato il VII Congresso della II Internazionale socialista che si è svolto qui in Germania e precisamente a Stoccarda nel 1907. Durante questo congresso si discusse della questione femminile e del diritto al voto delle donne, e a partire da questo Congresso fino allo scoppiò della II Guerra mondiale vennero organizzate diverse manifestazioni dedicate ai diritti delle donne.

Nel 1909, per esempio il partito socialista delle donne organizzò negli Stati Uniti una manifestazione per rafforzare i diritti delle donne e il suffragio universale. Tali manifestazioni vennero ripetute per vari anni, in tutta Europa e nel mondo, arrivando all’8 marzo del 1917 dove a San Pietroburgo le donne russe scesero in piazza per protestare contro lo Zar chiedendo a voce alta la fine della I Guerra mondiale.

Durante la II conferenza internazionale delle donne, che si è svolta a Mosca nel 1921, fu stabilito che l’8 marzo fosse la giornata internazionale della donna. Con la salita al potere di Hitler e l’inizio della II Guerra mondiale i diritti delle donne in Europa vennero messi a tacere, ma non del tutto. Nei decenni a venire il movimento delle donne in Europa continuò a crescere, ma si dovrà arrivare agli anni 70 per vedere la nascita di un vero e proprio movimento femminista. Arrivando al 1975 dove, l’8 marzo, i movimenti femministi di tutto il mondo manifestarono per ricordare l’importanza dell’uguaglianza dei diritti tra uomini e donne. Infatti quell’anno è stato definito dalle Nazioni Unite come l’Anno Internazionale delle Donne.

Mentre in quegli anni in Europa la donna acquista sempre molta più libertà facendo valere i propri diritti, negli stessi anni in oriente e precisamente in Iran qualcosa cambia.

La rivoluzione delle donne in Iran

Siamo nel 1979 dove la rivoluzione islamica, che era stata proclamata come una rivoluzione che avrebbe dovuto portare nuovi valori e libertà, portò solo oppressione e violenza in particolar modo contro le donne. In poco tempo esse vennero private di tutte le libertà; se prima il velo era visto come un gesto di cortesia, tutto ad un tratto diventa un obbligo. In tutti questi anni migliaia sono state le donne arrestate, torturate e uccise, come la 22enne Mahsa Amini, e la stessa sorte è toccata anche agli uomini amanti della libertà che si sono opposti al regime.

Dopo 44 anni di violenza da parte dello Stato iraniano, il popolo iraniano finalmente si sta ribellando. E lo fanno tutti i gruppi etnici, uomini, donne, giovani e anziani. Queste donne e questi uomini che stanno rischiando la vita per la libertà non hanno però un aiuto esterno. Infatti, le notizie che arrivano dall’Iran coprono solo l’un percento dell’attenzione pubblica e della solidarietà da parte della politica. Ancora una volta, come è successo nel 1979, per i politici europei sono più importanti le relazioni economiche e, per la Germania in specifico, le future forniture di gas e petrolio.

La morte di Mahsa Amini è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, dando la possibilità alle donne in Iran di iniziare la rivoluzione. Molti sono i segni di solidarietà da parte della popolazione dell’occidente e anche da noi in Germania, sono venuti a crearsi dei gruppi di attivisti che stanno facendo di tutto per supportare la rivoluzione in Iran.

Abbiamo incontrato S. K., una donna iraniana che vive in Germania a cui abbiamo posto alcune domande sulla situazione in Iran.

Da quanti anni vive in Germania e qual è il suo legame con l’Iran?

Vivo in Germania dal 1985. Ho una famiglia in Iran e l’ho visitata regolarmente fino al 2009.

Come giudica la situazione in Iran?

Da 44 anni, in Iran non c’è quasi nessuno che non sia stato colpito dal terrore, dalla violenza, dall’imprigionamento, dalla tortura, dallo stupro e dalle esecuzioni della Repubblica islamica.

Attualmente in Iran l’accesso a Internet è drasticamente limitato o completamente bloccato. Come vi tenete in contatto con le vostre famiglie e i vostri amici?

Ci sono vari modi per comunicare, ma sono difficili e non sempre accessibili. Nonostante i blocchi di Internet, la maggior parte delle persone trova il modo di aggirare i blocchi, rischiando la vita.

Che impatto potrebbe avere la rivoluzione iraniana sui diritti delle donne e delle minoranze nel Paese?

Tutto cambierebbe. Ci sarebbe di nuovo uguaglianza, come prima della Repubblica islamica ai tempi dello Scià.

Qual è la differenza tra queste proteste e le altre del passato?

Si sente e si vede chiaramente che le persone non hanno più paura e sono disposte a rischiare la vita per la libertà.

Cosa pensano le generazioni più anziane in Iran delle proteste?

È soprattutto la generazione giovane ad essere attiva. La generazione più anziana ha vissuto nella paura per più di quattro decenni, ma gradualmente sta iniziando a sostenere i propri figli.

Che ruolo hanno gli uomini nel movimento per i diritti delle donne iraniane?

Nel frattempo, anche gli uomini stanno sostenendo le loro mogli e figlie. Molti uomini sono stati arrestati, torturati e persino giustiziati durante le proteste.

Molti attivisti e rivoluzionari sono in prigione o hanno lasciato il Paese. Si stima che più di 480 persone siano state giustiziate o uccise negli ultimi mesi. Come valuta questa situazione in Iran?

Molti prigionieri rilasciati su cauzione continuano direttamente con le proteste e non si lasciano abbattere. Anche in carcere, dove vengono torturati, le proteste prendono la forma di scioperi della fame o di registrazioni audio e lettere che vengono portate in pubblico. Ma non solo gli attivisti o i rivoluzionari vengono arrestati o uccisi, no, anche i bambini, gli studenti e le persone che hanno manifestato pacificamente per la loro libertà vengono semplicemente uccisi. Attualmente, molte studentesse vengono avvelenate a scuola, il che dovrebbe portare alla chiusura delle scuole femminili!

Il Ministro degli Esteri Annalena Baerbock ha dichiarato che il presunto omicidio di Mahsa Amini non ha nulla a che fare con la religione o la cultura, ma è un sistema di umiliazione e violenza contro le donne. Sei dello stesso parere?

Sì, il sistema islamico-iraniano è stato costruito fin dall’inizio in modo tale che le donne sono trattate come esseri umani di seconda classe e con la metà dei diritti degli uomini.

Cosa pensa che il governo tedesco e gli altri governi europei potrebbero e dovrebbero fare?

La Guardia rivoluzionaria della Repubblica islamica è un’organizzazione terroristica e deve essere inserita nella lista dei terroristi dell’UE. Vietare l’ingresso alla Guardia Rivoluzionaria e alla sua organizzazione, ai membri del regime e alle loro famiglie. Chiudere i consolati iraniani ed espellere il personale dei consolati. Il governo tedesco e l’UE devono finalmente smettere di non fare nulla per paura dei mullah!

Nessun accordo con i Mullah! Devono scegliere il lato giusto della storia per il popolo iraniano e non per i mullah! Il governo tedesco e l’UE devono parlare di più con i membri dell’opposizione che vivono in esilio e sostenerli. Il figlio dell’ultimo scià iraniano Reza Pahlavi invita l’opposizione all’interno e all’esterno dell’Iran a prepararsi per un rovesciamento del regime. Rezah Pahlavi è uno dei più importanti oppositori del regime a livello internazionale. Il suo obiettivo per l’Iran è un “sistema democratico” con uno stato di diritto di tipo occidentale e una costituzione basata sulla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti umani.

Cosa potrebbero fare le organizzazioni e i singoli cittadini. So che avete organizzato il progetto 40 giorni, 1001 origami?

Ogni voce conta!!! Tutti possono contribuire, sia sui social media, sia con manifestazioni o altre azioni. L’azione artistica 40days1001cranes è stata avviata da July, un attivista cinese. Un’antica leggenda giapponese dice che un desiderio sarà esaudito se si piegano 1000 origami di carta. Gli studenti d’arte in Iran l’hanno fatto e hanno scritto su di esse i loro desideri di libertà. Noi ne abbiamo fatto un’attività artigianale per bambini e, insieme a un insegnante, abbiamo realizzato con i bambini degli origami per la libertà. I bambini ne hanno parlato nelle loro scuole e così si è parlato della situazione in Iran. Gli origami sono stati fatti in molte scuole a Francoforte.

Cosa consiglierebbe alle persone che vogliono essere attive per i diritti umani? Sia all’interno che all’esterno dell’Iran…

Più il regime è brutale, più dobbiamo guardare e denunciare. Dobbiamo guardare e non distogliere lo sguardo. I media devono raccontare molto di più e non farsi carico della propaganda dello Stato.

Cosa augura al popolo iraniano per il futuro?

Un Iran libero!

#woman#life#freedom#zan#zendegi#azadi


Seit wie viele Jahren leben sie in Deutschland und welche Bezug haben sie zu den Iran?

Ich lebe seit 1985 in Deutschland. Ich habe im Iran Familie und habe sie bis 2009 regelmäßig besucht.

Wie sehen sie die heutige Situation im Iran?

Seit 44 Jahren gibt es im Iran kaum Menschen, die nicht durch Terror, Gewalt, Inhaftierungen, Folter, Vergewaltigungen und Hinrichtungen von der Islamischen Republik geschädigt wurden.

Internetzugänge sind im Iran derzeit drastisch eingeschränkt bzw. ganz gesperrt. Wie hält man Kontakt zu den Familien und Freunden?

Es gibt verschiedene Kommunikationsmöglichkeiten, die jedoch schwierig und nicht immer zugänglich sind. Trotz Internetsperren finden die meisten Wege, wie sie die Blockaden umgehen können und riskieren somit ihr Leben.

Welche Auswirkungen könnte die iranische Revolution auf Frauen- und Minderheitenrechte im Land haben?

Es würde sich alles ändern. Es gäbe wieder Gleichberechtigung wie es vor der Islamische Republik schon zu Schah Zeiten gab.

Was ist der Unterschied zu diesen Protesten im Vergleich zu anderen in der Vergangenheit?

Man spürt und sieht eindeutig, dass die Menschen keine Angst mehr haben und bereit sind für die Freiheit ihr Leben zu riskieren.

Was halten die älteren Generationen im Iran von den Protesten?

Hauptsächlich ist die junge Generation, die aktiv ist. Die ältere Generation hat mehr als vier Jahrzehnten unter Angst gelebt, aber nach und nach fangen die älteren an ihre Kinder zu unterstützen.

Welche Rolle haben Männer in der iranischen Frauenrechtsbewegung?

Mittlerweile unterstützen auch Männer ihre Frauen und Töchter. Viele Männer sind bei den Protesten verhaftet, gefoltert und sogar hingerichtet  worden.

Viele Aktivisten und Revolutionäre sind entweder im Gefängnis oder haben das Land verlassen. Man schätzt das in der letzten Monaten mehr als 480 Menschen hingerichtet oder getötet wurden. Wie schätzen Sie die Lage im Iran ein? 

Viele Inhaftierten, die gegen hohe Kaution freigelassen werden, machen direkt mit den Protesten weiter und lassen sich nicht unterkriege. Selbst im Gefängnis, wo sie gefoltert werden wird protestiert in form von Hungerstreiks oder Audio-Aufnahmen und Briefe, die an die Öffentlichkeit getragen werden. Aber es werden nicht nur Aktivisten oder Revolutionäre verhaftet oder ermordet, nein selbst Kinder, Schüler und Menschen, die friedlich für ihre Freiheit demonstriert haben werden einfach erschossen. Zur Zeit werden viele Schülerinnen in den Schule vergiftet, das soll dazu führen, dass die Mädchenschulen geschlossen werden!

Die Außenministerin Annalena Baerbock sagte dass der mutmaßliche Mord an Mahsa Amini nichts mit Religion oder Kultur zu tun hat, es sei vielmehr ein System der Erniedrigung und Gewalt gegen Frauen. Sind sie der gleiche Meinung?

Ja, das Islamische-Iranische System ist von Anfang an so aufgebaut, dass Frauen als Menschen 2. Klasse  und mit halb soviel Rechte als Männer behandelt werden.

Was könnten und was sollten Ihrer Meinung nach die Deutsche und andere Europäische Regierungen tun?

Die Revolutionsgarde der Islamischge Republik ist eine Terror-Organisation und muss auf die EU- Terrorliste gesetzt werden. Einreiseverbot für Revolutionsgarde und ihre Organisation und für Mitglieder des Regimes und ihre Familien. Schließung der Iranische Konsulate und Ausweisung der Konsulat-Mitarbeiter. Die Bundesregierung und auch die EU muss endlich aufhören aus Angst vor den Mullahs nichts zutun! KEINE DEALS MIT DEN MULLAHS! Sie müssen sich für die richtige Seite der Geschichte entscheiden für die Menschen im Iran und nicht für die Mullahs! Die Bundesregierung und EU müssen mehr mit den Oppositionellen, die im Exil leben ins Gespräch kommen und sie unterstützen. Der Sohn des letzten iranische Schah „ Reza Pahlavi“ ruft die Opposition innerhalb und außerhalb des Irans auf, sich auf einen Umsturz des Regimes vorzubereiten. Rezah Pahlavi gehört zu den Prominentesten Regimegegnern auf der Internationale Ebene. Sein Ziel für den Iran ist ein „demokratisches System „mit einem Rechtstaat nach westlicher Prägung und einer Verfassung, die auf der UN-Menschenrechtskonvention beruht.

Und was könnten Organisationen und einzelne Bürger tun, wie z.B. 40 Tage, 1001 Kraniche?

Jeder Stimme zählt!! Jeder kann etwas dazu beitragen, ob es in Social-Media ist, oder Damonstrationen oder andere Aktionen. Es gab eine Kunstaktion 40Tage1001Kraniche die von“ Juli „ eine Chinesische Aktivistin ins leben gerufen wurde. Eine alte japanische Legende besagt, dass ein Wunsch erfüllt wird, wenn man 1000 Papierkraniche faltet. Kunststudent.innen in Iran taten es und schreiben darauf ihre Wünsche für die Freiheit. Wir haben eine Kinder-Bastelaktion daraus gemacht und haben gemeinsam mit eine Lehrerin Kraniche für die Freiheit mit den Kindern gebastelt. Die Kinder haben in ihren Schulen davon erzählt und somit wurde auch in vielen verschiedenen Schulen über die Situation im Iran gesprochen und Kraniche gefaltet.

Was würden Sie Menschen empfehlen, die für Menschenrechte aktiv sein möchten? Ob nun innerhalb oder außerhalb des Irans…

Je brutaler das Regime vorgeht, desto intensiver müssen wir hinschauen und darüber berichten. Wir müssen hinsehen und nicht wegschauen. Die Medien müssen viel mehr darüber berichten und nicht die staatliche Propaganda übernehmen.

Was wünschen sie den Menschen im Iran für die Zukunft?

Ein freies Iran!

#woman#life#freedom#zan#zendegi#azadi

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