Mario Draghi lascia dopo 8 anni la presidenza della BCE

Il 30 Ottobre 2019 è scaduto il mandato di Mario Draghi quale presidente della Banca Centrale Europea, mandato che egli aveva assunto esattamente 8 anni fa e che per importanza e rilevanza resterà certamente nella storia del continente. I giudizi sul suo operato sono quanto mai controversi ed occorreranno certo molti anni prima che la nube di lodi e biasimi incominci a diradarsi in un più obiettivo giudizio storico. Dal supereroe in stile Marvel Super Mario “salvatore dell’Euro” grazie alla sua linea decisa a “conte Draghila” (cit. Bild-Zeitung) che ha risucchiato tutti i risparmi dei poveri pensionati, Draghi si è tirato addosso soprattutto l’avversione dei tedeschi lasciando dietro di sé un’Europa fortemente divisa. Il suo successore, la francese M.me Christine Lagarde ha dichiarato ufficialmente di proseguire la sua linea, ma intanto vuole imparare la lingua tedesca.

Quello che i tedeschi non hanno mai mandato giù è la sua decisione di ridurre gli interessi a zero, addirittura abbassandoli progressivamente sotto lo zero, a -0,5%, una politica per loro immorale perché rovina i risparmiatori e i creditori, e premia i debitori. La lingua tedesca riunisce le due parole “debito” e “colpa” nell’unica parola “Schuld”. Con la politica del credito facile Draghi avrebbe agito in senso contrario alla Deutsche Bundesbank. Molti risparmiatori sono stati spinti così in altre forme di capitalizzazione, e questo avrebbe avuto indirettamente provocato la crisi abitativa. Ultimamente si era pure dimessa una dei suoi peggiori critici, Frau Sabine Lautenschläger, da membro del direttorio della Banca Centrale Europea. Ma invece si è guadagnato le lodi, nientemeno, che di Donald Trump. Infatti, essendo egli esperto di speculazioni immobiliari molto più che di politica, sa bene quanta grana si possa guadagnare con il denaro a basso prezzo.

Ma non meno numerosi ed autorevoli sono i suoi sinceri ammiratori anche fra i tedeschi. Ad esempio, il professor Jan-Peter Krahnen di Francoforte, ritiene che la rigorosa presa di posizione di Draghi durante gli anni magri della crisi, in cui si dichiarò pronto a fare di tutto per conservare l’Euro, mostrando di avere una meta precisa con inflessibilità e fermezza di carattere, ha avuto l’effetto di calmare le turbolenze dei mercati, “un grande gesto che non a tutti sarebbe riuscito”. Anche il presidente del parlamento tedesco, Wolfgang Schäuble, già ministro delle finanze nei governi precedenti, si è dichiarato dalla parte di Draghi negando di essere mai stato suo contraente anche se, a causa dei loro differenti compiti, non sia stato sempre della stessa opinione.

Nella cerimonia di congedo, svoltasi a Francoforte lunedì 24. 10. con il titolo ufficiale di “Farwell Event”, sono risuonati solo discorsi elogiativi da parte del nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dal Président francese Macron e dalla Bundeskanzlerin Merkel. Quest’ultima ha toccato dapprima dei toni quasi confidenziali, chiamando Mario il suo compagno di tante peripezie economiche, per poi toccare dei toni quasi epici: Draghi avrebbe pilotato come un nocchiero l’Euro attraverso mari in tempesta. “Sotto la tua guida” ha detto, “la BCE ha dato un contributo importante e cruciale alla stabilità dell’Eurozona, e siete stati in grado di farlo in fretta perché siete una istituzione indipendente”. Infine ha fatto un raffronto storico con il passato romano della zona su cui sorge Francoforte: il confine dell’impero, il “Limes” passa poche decine di chilometri più a nord, dietro Bad Homburg, e il municipio stesso di Francoforte viene chiamato “Römer”. E Mario Draghi è romano, essendo nato nella capitale nel 1947.

Mattarella ha esordito lanciando una battaglia da condurre con determinazione contro le forze che vorrebbero la dissoluzione dell’euro, ed ha ricordato come nella crisi del 2011 ci fosse “la percezione della possibilità, se non del rischio, di dissoluzione dello stesso Eurosistema. Una possibilità e un rischio che oggi possiamo considerare sconfitti.” Ed ha aggiunto che grazie a Draghi “Oggi possiamo dire che il sistema economico europeo è il più solido” culminando in “Caro Mario, come cittadino europeo desidero dirti grazie”.

Macron, dal canto suo, ha lodato Draghi quale “Un degno erede dei padri fondatori dell’Europa” come le storiche personalità Jean Monier, Robert Schuman, Konrad Adenauer, Alcide De Gasperi e Altiero Spinelli. Ha poi aggiunto che i governi europei dovrebbero appoggiare l’appello della BCE per una politica di bilancio espansiva.

Madame Lagarde si è poi rivolta al suo predecessore come un esempio, in quanto avrebbe tenuto fermo al suo mandato di salvaguardare la stabilità dei prezzi, grazie a cui la moneta europea sarebbe divenuta popolare come non mai. Ed ha aggiunto parole commoventi: “Grazie per la tua saggezza e la tua determinazione”. La sua eredità consisterebbe nell’avere insegnato ad eccellere ed a superare le attese. Essa ne riprenderà la missione di rafforzare la moneta “per i cittadini e le cittadine dell’unione”.

Anche “Supermario” ha detto la sua, ribadendo che ha sempre cercato di tener fede al suo mandato senza uscirne mai, e che l’Europa dovrebbe rafforzarsi prendendo in mano il suo destino. Poiché dividere i rischi può aiutare a diminuirli. Ed ha lodato Mme. Lagarde come suo degno successore.

Mario Draghi è bensì romano (suo padre era un bancario, sua madre una chimica), ma è un personaggio oramai in larga misura internazionale, è stato alla Goldmann Sachs ed al Bilderberg. Ma nel 1993 è stato pure capo di quel Comitato Privatizzazioni che ha regalato le nostre autostrade ai Benetton. Dopodiché nel 2005 lo hanno promosso Governatore della Banca d’Italia. Nato nella capitale nel 1947, e ivi laureatosi all’Università “La Sapienza” nel 1970, iniziò al MIT di Boston la sua carriera che termina, all’età di 72 anni, e molti pensionati impoveriti si chiederanno chissà quanta pensione gli toccherà. Per domande personali, ha risposto lui, rivolgetevi a mia moglie.

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