Commemorazione ufficiale a Kassel (31.03.2025). Da sin. Sven Scheller, sindaco di Kassel e il console generale di Francoforte, Massimo Darchini ©Consolato Generale di Francoforte

1945-2025 – A 80 anni dalla fine del secondo conflitto mondiale.

Il 31 marzo si è svolta la commemorazione ufficiale degli ottant’anni dal massacro di 78 internati militari italiani a Kassel. è intervenuto anche il console generale di Francoforte, Massimo Darchini, del quale riportiamo il saluto, alla presenza del sindaco della città Sven Schoeller, ai rappresentanti del consiglio comunale. Presenti erano anche il presidente del Comites Francoforte, Carmelo Manoti, il presidente dell’ANPI sezione di Francoforte, Andrea Fontana, diverse associazioni cittadine e molta collettività residente a Kassel e in zona.

KASSEL, 31 marzo, ore 15.00

Gentile Sindaco Schoeller,

un sentito grazie alla città di Kassel per avere organizzato questo importante momento di incontro per onorare la memoria del massacro che qui avuto luogo 80 anni fa e che ha visto tante vittime italiane. E un grazie a tutti gli amici tedeschi presenti.

Grazie a nome mio e a nome di tutto il popolo italiano e dei connazionali presenti.

Saluto i membri del Comites, i rappresentanti delle Forze Armate italiane, i rappresentanti dell’Associazione nazionale alpini e dell’Associazione Nazionale Sottufficiali d’Italia, i rappresentanti dell’ANPI. Un saluto particolare anche agli ospiti dal Comune di Pescantina.

Come si legge nelle cronache, era il 31 marzo 1945 ed era la vigilia di Pasqua. Alla stazione ferroviaria di Kassel-Wilhelmshöhe erano arrivati molti lavoratori provenienti da vari campi di concentramento. Tra questi anche dei militari italiani che appartenevano ad una squadra di costruzione che avrebbe dovuto riparare i danni ai binari della ferrovia di Naumburg.

Su un binario morto della stessa stazione era stato abbandonato un treno merci con generi alimentari destinati all’esercito tedesco. Il treno era già stato saccheggiato dai civili del luogo e gli italiani, affamati e in preda agli stenti dovuti alla prigionia, fecero altrettanto.
La reazione delle SS fu veloce e spietata. Gli internati vennero via via sistemati sull’orlo di cinque crateri scavati da bombe e fucilati.
Pochi giorni dopo le truppe dell’esercito americano entrarono a Kassel.

Il 10 maggio 1945 venne ordinata dagli americani l’apertura delle fosse comuni e le salme riconosciute vennero sepolte nel Cimitero Wehlheiden (Kassel). Nel 1955, le vittime furono nuovamente esumate su ordine del Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti in Guerra e traslate nel Cimitero militare italiano d’onore di Westhausen a Francoforte sul Meno.

La cerimonia odierna è per noi un’occasione importante per riflettere sul grande tributo di sangue, di lutti e di sacrifici che la guerra è costata e ci rafforza nel ripudio della guerra e della violenza. Oggi più che mai ve ne è bisogno, in momenti in cui il ricorso alla violenza e alla guerra sembra diventato terribilmente attuale e frequente.

Colgo questa occasione anche per rammentare che nel 2009, su incarico degli allora Ministri degli Affari Esteri italiano e tedesco, fu costituita una commissione bilaterale di storici con l’incarico di redigere un analitico rapporto sui crimini compiuti durante gli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale, nonché sulle terribili sofferenze patite da moltissimi prigionieri italiani e internati militari italiani in Germania. Il testo del rapporto, consultabile su internet, è uno strumento importante per conoscere le sofferenze di quegli anni, per non dimenticare le tragiche sorti di tantissimi connazionali, per contribuire alla creazione di una cultura della memoria comune e condivisa.

Grazie ancora a tutti per essere qui e in particolare alle Autoritá di Kassel per l’impegno nel ricordare questo terribile momento di 80 anni fa e per non dimenticare.

Perché – come ha scritto lo scrittore italiano Primo Levi che fece l’esperienza del lager – “tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo”.

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Per approfondimenti sugli internati militari italiani il sito di Roberto Zamboni: 

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