Nella foto: Friedrich Merz al Bundestag. Foto di ©Fotograf/in: Thomas Köhler / photothek, Bundestag

Friedrich Merz fallisce al primo turno: uno scossone storico nella politica tedesca

È un giorno che entrerà nei libri di storia della Repubblica Federale Tedesca: Friedrich Merz, leader della CDU e candidato alla cancelleria, non è riuscito a ottenere la maggioranza al primo turno delle votazioni al Bundestag. Con soli 310 voti a favore, sei in meno dei 316 necessari, Merz ha subito una battuta d’arresto clamorosa, mettendo in discussione non solo la sua leadership, ma anche la stabilità dell’accordo di coalizione siglato tra CDU/CSU e SPD.

Mai, nella storia della Repubblica Federale tedesca, un candidato designato alla cancelleria – sostenuto da una coalizione che dispone della maggioranza parlamentare – era stato bocciato in aula. L’evento segna un precedente inquietante: un’alleanza di governo formalmente solida, con 328 seggi su 736 (CDU/CSU e SPD), si è dimostrata incapace di garantire la fiducia al proprio leader nel momento cruciale.

La presidente del Bundestag, Julia Klöckner, ha comunicato il risultato con la dovuta formalità, ma anche con una certa tensione: “L’onorevole Friedrich Merz non ha raggiunto la maggioranza richiesta di almeno 316 voti. Pertanto, non è stato eletto Cancelliere della Repubblica Federale di Germania, ai sensi dell’articolo 63, comma 2 della Legge fondamentale.”

Dietro il numero secco – 310 voti favorevoli – si cela un segnale politico potentissimo. O sei parlamentari della coalizione hanno votato contro, oppure si sono astenuti o assenti nonostante la presenza dichiarata in aula. In entrambi i casi, si tratta di un segno evidente di malcontento interno. L’ipotesi più verosimile è che la fronda sia emersa dalle file della SPD, sempre più divisa sull’alleanza con Merz, il cui profilo conservatore e la linea dura su welfare, immigrazione e Unione Europea hanno sollevato malumori nell’ala più progressista del partito.

Ma anche nella CDU circolano voci di malcontento. Merz è una figura divisiva: dopo aver fallito due volte la corsa alla leadership, ha finalmente conquistato la guida del partito nel 2022, ma non è mai riuscito a unificare davvero l’anima moderata e quella più a destra del partito. Alcuni nel suo stesso campo temono che una sua cancelleria possa portare a un’ulteriore polarizzazione.

Il fallimento di Merz non significa automaticamente l’impossibilità di formare un governo. L’articolo 63 della Legge fondamentale tedesca prevede fino a tre turni di votazione. Il secondo può essere convocato entro 14 giorni, ma secondo fonti parlamentari potrebbe tenersi già oggi, domani o al più tardi venerdì. In questo secondo turno, il Bundestag può eleggere un Cancelliere con la maggioranza assoluta (almeno 316 voti). Se anche in questa occasione nessun candidato dovesse ottenere tale soglia, si procede a un terzo voto, in cui è sufficiente la maggioranza semplice dei deputati presenti in aula.

Il Presidente federale, Frank-Walter Steinmeier, osserva con attenzione. Se anche il terzo turno dovesse fallire o portare a una maggioranza debole, a lui spetterà decidere se nominare comunque il Cancelliere eletto o sciogliere il Bundestag e indire nuove elezioni.

Fino a ieri, sia Merz che il co-leader della SPD Lars Klingbeil si mostravano certi della solidità della coalizione. Le dichiarazioni congiunte sottolineavano “una maggioranza chiara e responsabile per guidare il Paese in tempi difficili”. Ma i fatti hanno smentito le previsioni. Le riunioni straordinarie di entrambe le fazioni nella mattina di martedì avevano confermato la presenza di tutti i deputati – ma non la lealtà dei voti.

Il silenzio dei protagonisti nelle ore successive al voto è eloquente. Nessun commento immediato da parte di Merz. Klingbeil si è limitato a dire che “la situazione richiede riflessione e dialogo interno”.

Una cosa è certa: la Germania è entrata in una fase di instabilità politica che non si vedeva da decenni. La fragilità delle alleanze, l’erosione della fiducia interna e la difficoltà crescente di costruire maggioranze stabili stanno trasformando la stabilità istituzionale tedesca – una volta considerata modello europeo – in un terreno incerto.

Le prossime ore o giorni saranno decisivi. Da essi dipenderà non solo la nomina del prossimo Cancelliere, ma la capacità della Germania di affrontare, con un governo legittimato e solido, le sfide economiche, geopolitiche e sociali che l’attendono.