„L’Italia chiude i suoi porti e nessuno può criticarla“ è il titolo di un articolo a firma dell’esperto di politica estera Klaus Geiger, che il quotidiano tedesco „die Welt“ dedica alla situazione creatasi nell’Unione Europea dopo la decisione del ministro italiano degli Interni Matteo Salvini di chiudere i porti italiani all’attracco della nave Aquarius, con a bordo 629 migranti provenienti dal continente africano.

Stando alle ultime notizie, la nave con il suo carico umano ha trovato accoglienza in Spagna. Il viaggio è stato lungo ed è durato  5 giorni.

Ideale sarebbe che i Paesi della UE riuscissero a compiere un grosso sforzo accordandosi prossimamente su un modello di cooperazione nel problema dei migranti da affrontare alla radice, in modo da evitare la partenza delle imbarcazioni dirette verso le sponde italiane.

„È da molto tempo – esordisce l’articolista della „die Welt“ – che l’Italia chiede all’Unione Europea un maggior appoggio nel problema dell’accoglimento dei migranti africani“. Ora il governo di Roma ha deciso che la misura era decisamente colma. „Ciò sarebbe del tutto comprensibile“, prosegue Klaus Geiger, „perché Bruxelles e Berlino si sono ben guardate sinora dal dare una mano“.

Il risultato è che ora l’Italia ha chiuso i suoi porti e una nave carica di migranti si è trovata a vagare senza una precisa meta nel Mediterraneo. „Una situazione, oltretutto, che vede assegnati ai vari protagonisti ruoli ben definiti: il cattivo sarebbe il governo italiano con la sua componente di destra nazionale, i buoni invece sarebbero quelli che predicano umanità, l’Unione Europea, l’Onu e la Cancelliera tedesca Merkel“. La quale ultima – stando ad altri osservatori dell’economia tedesca – insisterebbe in modo sempre meno credibile nel suo ruolo di esponente politico umanitario, avendo invece ben chiare in mente le difficoltà di riuscire a trovare sul mercato internazionale persone in grado di occupare gli oltre 500mila posti di lavoro che ogni anno restano vacanti in Germania, come risultato dello sviluppo demografica tedesco degli ultimi decenni.

Tornando alle vicende della nave Aquarius, secondo „die Welt“ non ci sarebbero né i buoni né i cattivi, „bensì soltanto una politica di migrazione che da almeno un decennio è caratterizzata da superficialità e comodità“.

Secondo Klaus Geiger, le vicende dell’Aquarius evidenziano l’epilogo di una tragedia mediterranea in atto da molti anni. „Da molti anni la Germania e l’Europa hanno lasciato sola l’Italia, prima terra di approccio per i migranti africani. Quando Silvio Berlusconi criticò il sistema di Dublino che aveva accollato il peso dell’emigrazione sui Paesi costieri del Mediterraneo, nessuno gli prestò ascolto. E quando per un breve spazio di tempo Matteo Renzi fece lo stesso, con toni più diplomatici, anch’egli fu ignorato. L’Italia per un po’ cercò di esercitare pressioni sull’Unione Europea indirizzando gli emigrati verso l’Europa del Nord, in cambio di adeguate controprestazioni UE. Le reazioni da Berlino e da Bruxelles furono sempre molto contenute“.

Lo scorso anno il governo italiano aveva cercato di raggiungere un accordo con la Libia, ma era già troppo tardi come le vicende dell’Aquarius ora evidenziano. Il nuovo governo italiano con Salvini alla guida della Lega e Di Maio a quella del Movimento 5 stelle inscena con stile marcatamente trionfalistico la sua minaccia: se l’Unione Europea non ci aiuta non faremo altro che dare via libera agli emigranti in direzione Nord Europa.

L’articolo della „die Welt“ giunge così alla sua conclusione: „La rabbiosa reazione di Roma potrebbe anche essere un’opportunità. Potrebbe aiutare l’UE a trovare rapidamente una più equa politica di emigrazione. Quest’ultima dovrebbe basarsi su tre elementi. Primo: difesa dei confini esterni. Secondo: rimpatrio di quegli emigranti che non hanno diritto ad asilo politico. Terzo: una corretta distribuzione di migranti con diritto di asilo. Sarebbe questa la migliore risposta che la UE potrebbe dare al nuovo governo italiano: Stato di diritto e solidarietà, invece di insistere sui concetti di buono e cattivo““.

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