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In Germania i prezzi alla produzione sono calati ad aprile, segnando un importante -0,9% rispetto allo stesso mese del 2024. Anche rispetto a marzo 2025 si registra un ribasso, pari a -0,6%. Lo comunica l’Ufficio Federale di Statistica tedesco (Destatis).

I prezzi alla produzione (ovvero quelli che le aziende pagano tra loro per beni e servizi) sono considerati un indicatore anticipatore dell’inflazione al consumo. Il calo di aprile è quindi una notizia positiva sul fronte del contenimento dei prezzi, anche se l’andamento è molto diverso a seconda dei settori.

L’energia spinge i prezzi verso il basso

Il principale motivo della diminuzione generale è il forte calo dei prezzi dell’energia, che rispetto ad aprile 2024 è costata il 6,4% in meno.

Nel dettaglio:

  • Elettricità: -7,5% rispetto a un anno fa
  • Gas: -6,2%
  • Gasolio da riscaldamento: -16,5%
  • Carburanti: -9,5%

Senza considerare l’energia, però, i prezzi alla produzione sarebbero aumentati dell’1,5% in un anno.

Il cibo è sempre più caro

Nonostante il calo generale, gli alimentari continuano a rincarare in modo deciso. Rispetto ad aprile 2024:

  • Il caffè è aumentato addirittura del 43,3%
  • La carne di manzo costa il 30,4% in più
  • Il burro: +24,6%
  • Gli oli vegetali: +15,8%

Fa eccezione lo zucchero, che è calato del 38%, e la carne di maiale, che costa il 7,7% in meno rispetto all’anno scorso, anche se è aumentata del 9% solo rispetto a marzo.

Leggeri aumenti per beni industriali e materiali

I beni d’investimento (come macchinari e veicoli) sono saliti in media del 2% su base annua.
Anche i beni di consumo durevoli, come elettrodomestici e mobili, segnano un +1,4%.

Per quanto riguarda le materie prime industriali:

  • Il legname di conifera è aumentato del 13,1%
  • Il legname di latifoglia è calato del 2,6%
  • I metalli in media sono calati dello 0,4%, ma l’acciaio ha registrato un -5,5

Il dato complessivo di aprile mostra un raffreddamento dei prezzi, ma solo grazie al calo dell’energia.
Per molte altre categorie, in particolare il cibo, i prezzi sono ancora in aumento.

Se da un lato questo può aiutare a ridurre la pressione inflazionistica in generale, dall’altro il carovita per le famiglie resta un problema, soprattutto nei prodotti di uso quotidiano.
Il rischio è che i consumatori non percepiscano il calo dei prezzi, perché nei supermercati i rincari continuano a farsi sentire.