Nella foto: Donald Trump. Foto di ©Gerd Altmann su Pixabay

„È un pessimo disegno di legge per la sua carriera“. Così ha commentato Donald Trump l’intesa sull’immigrazione guidata dal senatore repubblicano dell’Oklahoma James Lankford, preparata in cooperazione con Kyrsten Sinema, senatrice indipendente dell’Arizona, e Chris Murphy, senatore democratico del Connecticut. Trump non aveva nemmeno letto la bozza del disegno di legge, composta da ben 370 pagine di testo, ma ha bocciato l’iniziativa perché vuole sfruttare il caos al confine con il Messico nella sua campagna elettorale. L’ex presidente considera l’immigrazione un punto debole di Joe Biden e non vuole discutere soluzioni che potrebbero aiutare il suo probabile rivale nelle elezioni presidenziali di quest’anno.

La bozza sull’immigrazione comprendeva in realtà un pacchetto di 118 miliardi di dollari che includeva anche fondi per l’Ucraina, Israele e alcuni Paesi dell’Asia. Per quanto riguarda il confine con il Messico, la misura prevedeva l’allocazione di 20 miliardi di dollari per i controlli dei migranti. Si pensava che questa combinazione avrebbe ottenuto un sostegno bipartisan sufficiente per conquistare i 60 voti necessari al Senato. Tuttavia, nulla di tutto ciò è accaduto poiché gli attacchi di Trump hanno minato il percorso, mettendo fine all’intesa bipartisan.

La proposta non era perfetta, ma rappresentava comunque un passo avanti nel tentativo di affrontare la questione dell’immigrazione. Il fatto che persino il sindacato delle Guardie di Frontiera, notoriamente conservatore, l’avesse approvata, conferma che ci sono elementi di valore. Tuttavia, c’erano opposizioni da parte dei repubblicani al Senato, incoraggiati da Trump, che hanno persino spaventato Mitch McConnell. Il senatore del Kentucky e leader della minoranza repubblicana al Senato si era dichiarato favorevole, ma una volta emerso il veto di Trump, ha desistito. Anche la sinistra si è opposta, vedendo nella bozza aspetti disumani che riflettono la dura politica dell’amministrazione Trump.

Chuck Schumer, senatore democratico di New York e presidente del Senato, ha portato la proposta al voto, sapendo che sarebbe stata bocciata. Infatti, solo 49 senatori hanno votato a favore, 11 in meno del necessario per procedere. I 49 voti favorevoli includevano 45 democratici e 4 repubblicani. Sei senatori democratici hanno votato contro, incluso Schumer, il che potrebbe offrire l’opportunità di ripresentare la misura in futuro, anche se appare molto remota.

Alla Camera, l’opposizione era stata annunciata dallo speaker Mike Johnson prima ancora che il testo della bozza fosse letto. Si trattava di una mossa politica, poiché Trump ha un controllo quasi totale sui parlamentari repubblicani, mentre al Senato il suo controllo è meno solido. Johnson ha tentato di impegnare Alejandro Mayorkas, segretario della Homeland Security, in un impeachment, ma la misura è stata respinta nonostante la maggioranza repubblicana alla Camera.

Trump ha capito che una legge che migliora la situazione al confine gli toglierebbe una carta vincente per le elezioni di novembre. Risolvere la crisi sull’immigrazione non rientra nei suoi piani, poiché i repubblicani e la destra in generale possono ottenere consensi elettorali sfruttando la paura degli stranieri. Inoltre, Trump ha intuito che mentre altre questioni problematiche per Biden, come l’economia e l’inflazione, si stanno risolvendo, l’immigrazione irrisolta sta diventando sempre più importante.

Il senatore Lankford, commentando la posizione di Trump sul suo disegno di legge in un’intervista alla CNN, ha chiarito che il leader del suo partito „si sta concentrando sulla campagna elettorale“. Lankford, invece, si concentra „a fare tutto quello che può per la sicurezza del Paese senza considerazioni dei cicli elettorali“. Il senatore è stato rieletto nel 2022 ottenendo il sostegno di Trump. La prossima volta che dovrà correre per la rielezione sarà nel 2028 e spera che Trump non sarà più una figura dominante nella politica. Forse allora il Partito Repubblicano tornerà ai suoi valori tradizionali anziché riflettere i capricci personali di un leader con tendenze dittatoriali.