Lo scorso 8 gennaio il senatore leghista Alberto Bagnai ha pubblicato su Twitter il testo di una lettera ufficiale della Banca Centrale Europea diretta al nostro ministro delle Finanze, datata al 16 dicembre scorso, e di cui nessuno sapeva l’esistenza. E nei giorni successivi alla rivelazione, sembra che fra i grandi quotidiani nazionali soltanto „Il Fatto Quotidiano“ ne abbia dato notizia. Come mai? Come mai il „Corriere della Sera“, che dedica tante pagine a fatti e fattarelli, non abbia trovato un pochino di spazio neppure per farne menzione al pubblico?

Nella lettera in questione la BCE critica aspramente il provvedimento del governo (decreto legge del 26. 10. 2019) che limitano l’utilizzo del contante in Italia a partire dal prossimo luglio. La BCE ritiene che il governo, aldilà dei suoi proclami di lotta all’ultimo sangue contro l’evasione, prima di applicare questi provvedimenti gravemente limitativi della libertà del cittadino dovrebbe dimostrare che esse siano realmente in grado di ottenere i risultati prefissati. Le limitazioni all’erogazione di carta moneta volute dal governo serviranno davvero ad una generica „lotta alla mafia“? O „all’evasione“? O non serviranno invece ad impedire ai cittadini di rilevare a tempo i propri sudati risparmi in caso degli (oramai frequenti) fallimenti delle banche? La pretesa lotta alla mafia sembra proprio una barriera fumogena innalzata davanti al fatto che già dall’epoca di Sindona i veri mafiosi siedono dentro le banche. Non viene voglia di ricominciare a nascondere il proprio denaro sotto la classica mattonella? Davanti alla generale sfiducia che investe gli istituti bancari si sta preparando un rimedio coercitivo: l’abolizione del denaro contante. In tal modo ogni libero cittadino, volente o nolente, non avrebbe altra scelta che servirsi delle banche per ogni minimo acquisto o per ogni transazione. Così ogni „libero“ cittadino sarebbe consegnato con mani e piedi legati all’arbitrio dei bancari. Non sono bastati tutti gli scandali nazionali e internazionali per riconoscergli il diritto di diffidare delle banche?

Immaginiamoci, per semplificare, la seguente catena di pagamenti nell’arco di un giorno: una signora fa la spesa al supermercato pagando con una banconota da 50 €. La cassiere cede la stessa banconota come resto ad una seguente cliente. Costei, tornata a casa, la cede all’operaio che ha chiamato per riparare la toeletta, il quale poi la sera la spenderà per spassarsela a bere qualche birra in un bar. Durante tutte queste transazioni avvenute nell’arco d’un giorno, la banconota manterrà esattamente lo stesso valore che aveva all’inizio, e cioè i 50 € che ci sono stampati sopra. Se invece si usa il pagamento elettronico, la banca incasserà una data provvigione fissa ad ogni passaggio: la banca è libera di fissarla a suo piacimento, ma diciamo 3 €. Sembra poco? Se dovete pagare tutto con la carta da credito, magari una tazzina di caffè al bar, o anche un viaggio in metropolitana o in autobus, sborserete 2€ per il biglietto + 3€ per la banca. Tornando alla nostra banconota da 50 €, pagando con la carta da credito la cifra equivalente, già al primo passaggio avrà ridotto il proprio valore effettivo a 47 €, perché 3 € saranno andati in tasca alla banca. Alla seconda transazione si ridurrà a 44 €, alla terza a 41 €, ed alla quarta solo 38 €, e così via: al quindicesimo passaggio il valore iniziale sarà ridotto a 5 € per il cittadino mentre 45 € saranno andati alla banca. E se si considera l’enorme quantità di transazioni che si verificano nel corpo sociale nell’arco d’una sola giornata, si vede che non c’è sistema migliore per ingrassare le banche depauperando la cittadinanza. Ma fintantoché abbiamo l’alternativa del denaro corrente, ognuno può scegliere di pagare come preferisce.

Ma c’è dell’altro: ogni pagamento effettuato resterà registrato puntualmente dalla banca. È vero che i politici ci assicurano che ci sarebbe la cosiddetta „protezione della privacy“, ma basterebbe loro qualsiasi pretesto ad effetto, dalla „lotta al terrorismo“ alla „difesa della Patria“ ecc. ecc. per aprirsi legalmente il varco nei nostri dati privati. Se poi c’è qualcuno che spavaldamente dichiara di non aver nulla da nascondere, spieghi perché mette le tendine alle finestre. Inoltre la direttiva UE del 2015 sulla prevenzione del riciclaggio e finanziamento del terrorismo fissa a 10.000 € il tetto sopra cui si impongono misure di verifica della clientela, mentre il governo Conte la vuole abbassare a soli 1.000 €.

La lettera della BCE ribadisce che la possibilità di pagare in contanti è particolarmente importante per taluni gruppi sociali e che è rapido, agevola il controllo sulla spesa e che è l’unico mezzo di pagamento che non consente legalmente di imporre tariffe al suo utilizzo. A ciò si aggiunge che i pagamenti in contanti non richiedono un’infrastruttura tecnica funzionale e sono sempre disponibili. Questa è un’altra dipendenza: in altre parole, se avvenisse un collasso della rete elettrica, come è già successo altre volte, come fare la spesa se il contante non esiste più?

Il denaro contante sta per libertà, autonomia e democrazia, e perciò non lo si può ridurre ai calcoli di solo interesse economico. Chi possiede una qualsiasi quantità di denaro ha diritto di disporne liberamente e non può esser obbligato per legge ad essere cliente di qualche banca. Ma le banche hanno un grande interesse ad abolire il contante, perché così potrebbero controllare l’intero sistema finanziario oltre ogni singolo cittadino. E naturalmente controllano anche la stampa cosiddetta „libera“. Se le banche decidessero di mettere degli interessi negativi o peggio ancora, dichiarassero fallimento, il cittadino non avrebbe alcuna possibilità di estrarne il suo denaro liquido, dato che esso è abolito. Sarebbe un’espropriazione legale. Tanti sostenitori in buona fede dell’abolizione del contante non hanno imparato niente dagli innumerevoli scandali, il più recente alla Banca Popolare di Bari. Non ci resta che concludere con il profetico discorso del bandito Mackie Messer quando sale sul patibolo nel finale dell’“Opera da tre soldi“: „Che cos’è lo svaligiare una banca in confronto al fondare una banca?“: e ci sembra di vedere penzolare l’ombra di Calvi.

Lascia una risposta

Please enter your comment!
Please enter your name here