Nella foto: Natura. Foto di ©Krzysiek su Pixabay

Abbiamo da poco celebrato la Pasqua – la festa più alta e più importante dei cristiani, la festa della risurrezione, della speranza, della fiducia – ma che dire della speranza e della fiducia della gente in questi tempi frenetici e ricchi di eventi?

Il mondo sembra andare a pezzi: il presidente statunitense Trump sta scuotendo i parametri politici, che finora sono sembrati abbastanza stabili, sta attaccando i capisaldi democratici come la libertà di espressione, la libertà di ricerca e insegnamento e distruggendo i principi della politica commerciale in un contesto geoeconomico.

Il conflitto in Medioriente ci pone ogni giorno di fronte a eventi strazianti e a sofferenze indicibili. In Germania un inequivocabile e netto spostamento a destra sta turbando il sonno di molte persone. Il problema migratorio, irrisolto, divide la società e viene a volte strumentalizzato in discussioni razziste. E ancora, tutto diventa inequivocabilmente più caro, il costo della vita, l’energia, anche il riscaldamento, il carburante, l’assicurazione, il cibo… Sono tutti motivi sufficienti per alimentare un pessimismo sfrenato di questi tempi, predicare visioni depressive del futuro e coltivare la desolazione.

Inoltre, istituzioni collaudate, altrimenti sempre affidabili, come i partiti, i sindacati, le associazioni, persino le chiese, stanno perdendo sempre più la loro forza coesiva e sono sempre meno in grado di coagulare attorno a sé persone, offrire conforto e aiuto, diffondere ottimismo e fiducia.

Ma cosa ci aiuta contro le paure che generano pessimismo, lamento e rabbia sempre più forti?

Le aspre dispute tra i rappresentanti politici eletti e i partiti, spinte fino alla denigrazione e all’insulto, sono ancora vividamente ricordate da tutti noi, lo scandalo nel Bundestag tedesco (la mozione di Merz con il voto a favore dell’AFD) ha scritto la storia della politica e ha dipinto all’orizzonte il presagio di una cultura democratica al collasso!

Eppure c’è speranza. All’improvviso e quasi inaspettatamente: in un tempo sorprendentemente breve, due partiti del centro democratico, la CDU/CSU e l’SPD, si sono evidentemente trovati sotto la pressione massiccia degli eventi politici e della situazione geoeconomica e, in un tempo quasi brevissimo, hanno negoziato un accordo di coalizione che non può soddisfare tutti – perché ha dovuto naturalmente negoziare compromessi – ma che, ciò nondimeno, segna un nuovo inizio, stabilisce una direzione e, soprattutto, fa sembrare possibile una cooperazione democratica positiva.

Questo non dà un segno di speranza?!

Il dialogo razionale, la cooperazione argomentativa, priva di reazioni impulsive, sembrano essere di nuovo possibili e, soprattutto, l’orientamento della politica a beneficio dei cittadini e non segue rigidamente le politiche di partito. Così forse la fiducia dei cittadini nella politica e soprattutto nei suoi rappresentanti può venir ricostruita.

La solidarietà dell’Europa sembra progredire alla luce del confronto con le decisioni a sorpresa di Trump – se non altro per necessità – rafforzando la coesione dei Paesi di questo continente.

Inoltre, sembra esserci un ripensamento fondamentale delle persone che le cose non possono più andare avanti „come prima“! Sempre più consumi, sempre più lusso, sempre più tempo libero e privilegi sociali, sempre più guadagni e sempre meno tempo di lavoro: questo non può andare bene a lungo termine.

Quindi, nessuna euforia ma un cauto ottimismo è certamente appropriato nella nostra situazione piuttosto precaria e forse la Pasqua con la sua Buona Novella ci ha aiutato un po‘ a riporre speranza e fiducia al posto della desolazione e del lamento, e a guardare con fiducia e speranza al futuro.