Nella foto: Alice Weidel, Afd. Foto di ©Deutsche Bundestag/ Thomas Köhler / photothek

La decisione ufficializzata lo scorso venerdì da parte del Verfassungsschutz federale, vale a dire dei servizi segreti, riguardo al partito AfD, a dire il vero non è stata del tutto sorprendente: il partito di Alice Weidel è un partito estremista di destra. Punto. Dato però che in passato erano comunque state già dichiarate estremiste alcune sezioni del partito, fra cui la sua ala giovanile e quelle dei tre stati federali di Turingia, Sassonia e Sassonia-Anhalt, la voce in capitolo da parte del Verfassungsschutz che abbiamo sentito venerdì scorso era solo questione di tempo.

Quel che sorprende, tuttavia, è la tempistica: perché la decisione è stata ufficializzata soltanto adesso e non prima delle elezioni federali lo scorso febbraio? Troppa prudenza? Un modo per non influenzare le scelte politiche degli elettori prima del voto? Già da tempo il partito nazionale era indicato come un caso “sospetto” di estremismo, il livello che precede quello di “caso confermato”. L’AfD aveva contestato la designazione in diversi tribunali, ma sempre senza successo.

Le motivazioni

Nel rapporto di oltre mille pagine del Verfassungsschutz si sottolinea più volte che «nei documenti interni ed ufficiali del partito si parla esplicitamente di discendenza etnica tedesca e non tedesca». In particolare, non considera i cittadini tedeschi con un background migratorio provenienti da paesi con un’ampia popolazione musulmana come membri pari del popolo tedesco. Questo modo di fare propaganda viola la dignità umana, proprio in quanto l’intera visione politica si basa sul fatto che a dover subire conseguenze gravi, ad esempio in caso di procedure penali, sono sempre gli “stranieri”. I funzionari dei servizi interni, inoltre, avrebbero esaminato numerosi post su X e Facebook di rappresentanti e deputati di Afd in cui si denunciava una presunta «sostituzione etnica», causata dall’immigrazione illegale e dalla «islamizzazione del Paese». Tutto questo non sorprende: basta andare a vedere gli esponenti che fanno parte della seconda fila dell’AfD, gente dichiaratamente antisemita e/o xenofoba, ex militanti di partiti come la NPD o i Republikaner, anche questi partiti di estrema destra.

L’Afd sarà messa al bando?

Alcuni pensano che la decisione del Verfassungsschutz implicherebbe un divieto del partito di estrema destra. Non è così: per abolire un partito è necessario che il Bundestag e il Bundesrat, oppure il governo, facciano richiesta alla Corte costituzionale. Questa dovrebbe poi esaminare il caso, avviando un lungo e complicatissimo processo. Una richiesta avviata durante la scorsa legislazione da parte del Bundestag non aveva raggiunto la maggioranza che occorreva. Dopo le nuove elezioni avvenute a febbraio bisognerà capire se i partiti di coalizione intendano o meno presentare la richiesta di scioglimento, magari coadiuvati da alcuni partiti di opposizione: della questione se ne dovrà occupare dunque Friedrich Merz, che dovrebbe entrare in carica come cancelliere nei prossimi giorni.

Quali conseguenze?

La designazione segna, dunque, un passo avanti rilevante verso una possibile messa al bando. Il partito può subire indagini concrete da parte dei servizi segreti, che potranno osservare il partito usufruendo di meccanismi specifici di pedinamento. Le autorità potranno prendere di mira anche le azioni di singoli esponenti del partito. Inoltre per il partito diventa più difficile ottenere (anche da parte di persone private) donazioni e aiuti di ogni tipo.

I leader del partito, Alice Weidel e Tino Chrupalla, hanno detto che faranno causa anche contro l’indicazione del partito come “caso confermato” di estremismo: è una cosa che rientra nei loro diritti e che possono fare legittimamente.