Dalla città eterna, un nuovo capitolo si è aperto per la Chiesa cattolica universale. Alle 19:22 in punto, le tende della Loggia delle Benedizioni si sono aperte e il mondo ha udito il grido carico di emozione: Habemus Papam. Una folla di oltre 100.000 persone, tra canti, preghiere e bandiere sventolanti, ha accolto con gioia il primo affaccio del 267º Pontefice: Robert Francis Prevost, ora Papa Leone XIV.
Avvolto nella veste papale, con lo sguardo colmo di meraviglia e raccoglimento, ha pronunciato le sue prime parole con un semplice, potente saluto: “La pace sia con tutti voi!” Un messaggio che ha immediatamente sciolto la distanza, raggiungendo i cuori e le case dei fedeli di tutto il mondo.
Leone XIV non è solo il primo Papa statunitense della storia, ma anche simbolo vivente dell’incontro tra le culture. Nato il 14 settembre 1955 a Chicago, è figlio di genitori americani con radici spagnole, italiane e francesi. Il suo percorso lo ha portato dalla modesta casa di mattoni a Dolton alle aule romane, passando per le periferie del Perù, dove ha vissuto oltre vent’anni come missionario agostiniano.
La sua vocazione nasce nel 1977, quando entra nel noviziato dell’Ordine di Sant’Agostino. Dopo i voti solenni, studia Diritto Canonico a Roma, ma è in America Latina che matura il suo spirito pastorale, diventando guida per le comunità più povere. Ordinato vescovo nel 2014 a Chiclayo, in Perù, ha lasciato un segno profondo, come testimoniano le sue parole commosse: “Un popolo fedele ha accompagnato il suo vescovo, ha dato tanto, tanto per continuare ad essere Chiesa fedele di Gesù Cristo.”
Dal 2023 ha ricoperto un ruolo chiave nella Curia Romana come prefetto del Dicastero per i Vescovi, incarico ricevuto da Papa Francesco, suo predecessore e figura da lui profondamente amata. E proprio a Francesco ha dedicato uno dei passaggi più intensi del suo primo discorso: “Dio ci vuole bene, Dio vi ama tutti, e il male non prevarrà! Siamo tutti nelle mani di Dio.”
Il nome scelto – Leone XIV – richiama alla memoria Leone XIII, il Papa della Rerum Novarum, riformatore e ponte tra la Chiesa e la questione sociale. Un riferimento simbolico per un pontificato che si annuncia attento alla giustizia, al lavoro, alla dignità delle persone.
Il passato di Prevost non è stato privo di ombre: alcune accuse di abuso rivolte a sacerdoti a lui vicini in Perù e negli USA, poi archiviate o prescritte, lo hanno toccato marginalmente. Chi lo conosce, tuttavia, sottolinea la sua fermezza, la trasparenza e la coerenza, anche nei momenti più delicati. “Un uomo che ascolta prima di parlare, che non cerca riflettori, ma preferisce il silenzio del discernimento”, lo descrivono fonti vaticane.
Con un’inflessione spagnola e un messaggio di pace e unità, Leone XIV ha dato inizio al suo pontificato con la benedizione Urbi et Orbi e la concessione dell’indulgenza plenaria. Il suo appello finale è stato un manifesto per la sua visione di Chiesa: “Aiutateci a costruire ponti, con il dialogo, con l’incontro, unendoci tutti per essere un solo popolo, sempre in pace.”
La folla in San Pietro ha risposto all’unisono: “Viva il Papa!”.
È l’inizio di una nuova epoca per la Chiesa. Un Papa venuto dall’America, ma figlio dell’Europa. Un uomo di fede viva e cuore missionario, che promette di guidare il popolo di Dio con mitezza, coraggio e spirito di servizio.
Leone XIV non è solo il nuovo Papa: è una voce di speranza per il mondo intero.