Nella foto: Friedrich Merz. Foto di ©Deutsche Bundestag, Fotografo: Thomas Köhler / photothek

Riforme economiche, sicurezza e rigore: cosa cambia davvero per chi vive in Germania

Con il suo discorso inaugurale al Bundestag, il nuovo Cancelliere federale Friedrich Merz ha segnato l’avvio di una nuova fase politica per la Germania. Dopo anni di coalizioni instabili e una crescita economica rallentata, il leader della CDU promette una svolta netta: meno burocrazia, più efficienza, investimenti mirati e una politica estera improntata alla fermezza e alla coesione europea.

Europa, sicurezza e difesa: la Germania torna protagonista

Merz ha subito ribadito la fedeltà della Germania ai suoi alleati principali: l’Unione Europea, la NATO, l’Ucraina e Israele. “La nostra sicurezza inizia a Kiev e si riflette a Tel Aviv”, ha detto, richiamando la dottrina della Ragion di Stato tedesca per Israele. Il governo intende rafforzare la Bundeswehr con nuovi fondi e attrezzature, e sta valutando il ritorno di un servizio militare volontario.

La scossa all’economia: meno tasse, più impresa

Soffocata da una stagnazione prolungata, l’economia tedesca è al centro del piano Merz. Il nuovo governo annuncia tagli fiscali per i redditi medio-bassi, incentivi agli investimenti privati e una riduzione dell’IVA su settori strategici come la ristorazione e l’elettricità. Il cosiddetto “super ammortamento del 30%” punta a rilanciare la competitività delle aziende, anche piccole, alleggerendo i costi degli investimenti. Il tutto sarà accompagnato da un vasto programma di semplificazione burocratica, con prime misure già dal 2025.

Lavoro: più incentivi e meno vincoli

Sul fronte occupazionale, Merz propone una linea chiara: merito, flessibilità e produttività. Oltre a meno tasse sugli straordinari e orari più flessibili, il Cancelliere ha proposto di alzare il salario minimo a 15 euro l’ora, pur lasciandolo fuori da vincoli normativi diretti. Le riforme sociali annunciate riguardano anche le pensioni, il sistema di assistenza per i disoccupati (il Bürgergeld, che sarà rivisto) e l’edilizia popolare, per contenere l’impennata degli affitti.

Immigrazione: tra apertura e rigore

Merz non nega che la Germania sia ormai un Paese di immigrazione, ma la sua politica sarà più selettiva: più controlli, rimpatri più rapidi e una netta distinzione tra chi arriva per lavorare e chi non ha i requisiti. La priorità sarà l’ingresso di manodopera qualificata, ma a condizione di integrarsi pienamente. Nessun accenno, almeno per ora, a modifiche nelle leggi sulla cittadinanza, ma la direzione sembra chiara: apertura sì, ma a chi dimostra di voler contribuire.

Transizione verde e digitalizzazione: una Germania moderna

Il piano più ambizioso del governo Merz riguarda la modernizzazione complessiva del Paese. Un investimento straordinario da 500 miliardi di euro sarà destinato a infrastrutture, energia pulita, digitalizzazione e innovazione tecnologica. La Germania vuole diventare leader nelle tecnologie verdi, puntando su idrogeno, eolico e cattura della CO₂, ma anche sull’intelligenza artificiale e le reti digitali.

Un programma ambizioso, ma non privo di rischi

Il nuovo corso promesso da Merz segna una rottura con il passato recente, soprattutto con la gestione economica e migratoria dei governi di coalizione precedenti. Il suo messaggio è chiaro: meno Stato assistenziale, più responsabilità individuale.
Tuttavia, il rischio è che questa svolta possa acuire le disuguaglianze sociali e creare nuove tensioni tra inclusione e rigore. Anche la promessa di risultati visibili già nell’estate 2025 sembra ottimistica, visti i tempi della macchina statale tedesca.