Gli “Arteteca”, tra i personaggi più amati di Made in Sud, formato da Monica Lima e Enzo Iuppariello approdano in Germania

Nonostante l’inestimabile popolarità che li circonda, con quasi vent’anni di carriera sui palchi teatrali e non per ultimo lo strepitoso successo ottenuto nello show comico di Raidue, il famigerato duo ci regala subito attenzione e già dai loro cognomi, parte un intreccio d’irrefrenabili battute autoironiche.

Nessuna retorica biografica, vi chiedo quindi, ma davvero l’avete scritta voi e chi non la legge è…?

Sì, l’abbiamo scritta noi, anzi no, l’abbiamo proprio imposta, cioè, io ho deciso di nascere nel ’78 e l’abbiamo scritto abbastanza chiaramente, mi chiamo “Iuppariello” di cognome, però voglio dire, è un cognome che quantomeno, rispetto a qualche altro cognome e non faccio allusione a nessun’altre persone qui presenti…” ci dice Enzo coinvolgendoci nella straordinaria comicità “…comunque, c’ha origini campane sicure perché, come si sa, il suffisso Ariello, non ci sono dubbi che siamo tutti di origine campane, mentre “qualcuno” che si chiama sì Monica di nome ma “Lima” di cognome, è chiaro che non ha proprio queste origini italiane, più Sud Americane, no? Cioè, vogliamo chiedere alla diretta interessata? Perché secondo me, lei dice di essere italiana ma…” e Monica controbatte “…chiedigli, al signore affianco a te, quando dobbiamo ordinare e deve arrivare qualcosa o un pacco a casa, il cognome di chi da, perché il suo è difficile e non “l’ingarranno”, in italiano non so come si dice, aiutami Angela …” l’aiuto e Monica ”ah ecco, azzeccano!”.

Siete una coppia simpaticissima ma quanta realtà c’è di scritto?

Cioè, tu t’arricuord che c’i sta scritto ne sta biografia? Fa Enzo, fingendo perplessità e Monica: No, però c’è tanto di reale. Mo’, di là della biografia, c’è tanto di reale, io a casa lo picchio veramente, sono io che comando, queste sono tutte cose vere, nunn è overo Enzo?

Arteteca, come, da dove e perché è nato questo duo?

Monica: Ce lo stiamo chiedendo ancora e se lo sta chiedendo ancora anche la gente, perché ci incontra e ci dice: ma perché avete fatto questa cosa? Eeh, non si sa, i casi della vita.

Enzo: Allora, la coppia è nata che, prima ci siamo conosciuti, lei mi ha corteggiato per un po’ di tempo, dopodiché, non ho trovato niente di meglio e ho detto “Eh vabbè, allora iniziamo questa conoscenza”. Dopo che è nata la coppia, per moltissimo tempo lei mi ha detto “Guarda senza di te non riesco a fare questo lavoro, non sono in grado. Se non lo fai tu, non lo faccio neanche io” e quindi, mi ha costretto a fare questo duo anche nella versione attoriale comico lavorativa e lei te lo può confermare, non è vero?”

Monica: noi donne in realtà, dobbiamo ammettere che siamo masochiste, cioè, ci vogliamo fare del male e quindi, io, mi sono fatta del male così.

Enzo, cosa vi spinge a seguire le nostre comunità italiane all’estero, quanto è difficile far ridere specie in questo periodo che ne abbiamo passato di cotte e crude?

Per noi è solo una gioia seguirvi, anzi, sono tra i momenti più belli del nostro lavoro, della nostra carriera perché, di serate in patria ovviamente ne facciamo tante, però è un pubblico abituato a vederci live, in televisione, abituato a viverci. Diversamente, venendo di rado, sentiamo il desiderio del nostro essere italiano e quindi venire a fare qui uno spettacolo. È uno dei momenti più belli del nostro lavoro e ci veniamo sempre con piacere. È facile per noi seguire le comunità italiane in Germania, in Svizzera, siamo stati anche negli USA, proprio perché viviamo questi attimi con gioia. Sono i connazionali che desiderano vedere e vivere la nostra italianità. È semplicissimo anzi, è pure più facile farvi ridere, perché venite con quell’entusiasmo infantile e per noi, è davvero bello fare queste cose e venire da voi.

Monica, inseguire i sogni è spesso difficile. Siete partiti in quattro, poi tornati un duo, forse perché non si è creduti? Nei vostri programmi, dove siete anche su Rai2, la realtà vi ha dato finalmente ragione, o forse avete capito che funzionava così? Com’è nato il programma e quanto di vero c’è nei vostri sketch?

La verità non è proprio questa. Siamo partiti in quattro ma gli altri due, hanno deciso di fare un lavoro serio, uno fa l’ingegnere navale e l’altro si è aperto un negozio e ci hanno abbandonato. Noi siamo stati gli unici due incoscienti su quattro, a insistere su questa strada. Su questo sì che abbiamo avuto ragione. Loro lavorano e fanno delle vite regolari, rispetto alla nostra. Sì, siamo stati testardi e fortunatamente la vita ci ha dato ragione.

Enzo: Come ha detto Monica, siamo stati fortunati perché di sogni ne abbiamo realizzati tanti. Io penso comunque che la fortuna, in questi casi, quando si dice che: il treno quando passa, devi essere fortunato a prenderlo, sì questo è vero. Però penso anche che, i treni passano più o meno per tutti, l’importante è che tu, tutte le mattine ti vesti, ti decidi, esci e vai in stazione e lo aspetti. Se ti metti in quelle condizioni, allora sì che la fortuna del treno che passa esiste, perché tu ti sei messo nelle condizioni di prenderlo e noi ne abbiamo fatte di sveglie, ma fortunatamente ci siamo presi qualche treno e tolti qualche soddisfazione.

Enzo, tra i sogni nel cassetto, c’è Sanremo? Non per ultimo, un saluto alla comunità italiana in Germania.

Sì, nel cassetto ce ne sono ancora di desideri e questo è positivo, perché altrimenti faremmo questo lavoro con noia, mentre lo facciamo con grande entusiasmo. Abbiamo in cantiere una seconda edizione della sit- com, anche un terzo film che negli ultimi due tre anni, il cinema ci ha un po’ bloccati, causa pandemia, come ampliare dei live in giro tra le comunità italiane in Europa e nel mondo.

Monica: Sanremo è il sogno di qualsiasi artista. È il top. Non so se sarebbe il momento giusto, è un po’ rischioso, c’è un po’ di paura. Forse lo rinvierei un attimo, forse farei un attimino altre cose e poi, no, oddio se dovesse arrivare una proposta, perché no, accetteremmo subito e questo è sicuro!

Enzo: Noi abbiamo fatto il secondo film e il tema era che questa coppia, doveva emigrare in Germania. Questo quindi, ti fa capire Angela, quanto siamo legati alle nostre comunità italiane in giro per il mondo. Siamo sempre felici in queste situazioni, quando li vediamo ridere per le nostre cose siamo contenti e l’auspicio è di farne sempre più. Grazie per la vostra presenza, conserveremo anche il calore e i sorrisi di questa comunità che ci è venuta a trovare, un saluto a tutti da Arteteca.

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