Foto di ©Daniele Messina

Gli eredi di Galilei a portata di mano

La scienza è per sua natura la cultura più globale mai esistita; perciò non fa alcun senso parlare di „scienza italiana“ allo stesso modo in cui parliamo di „cucina italiana“ poiché un articolo di ricerca scientifica pubblicato da un italiano non si distingue in alcun modo da quello pubblicato da un inglese, un indiano, un cinese… Mentre invece la differenza fra la cucina italiana e quella inglese si sente subito.

Ciò nonostante l’Italia ha sempre saputo produrre ricerca scientifica di alta qualità, come dimostra il premio Nobel per la fisica assegnato nel 2021 al romano Giorgio Parisi, professore ordinario di fisica teorica all’Università La Sapienza di Roma 1. Molti altri brillanti ricercatori si sono affermati principalmente all’estero, purtroppo, perché il nostro paese -e la nostra politica- non lascia loro molto spazio. Se nei numeri passati del Corriere d’Italia abbiamo fatto conoscenza con alcuni di loro, ma molti di più ce abbiamo in lista di attesa.

Il mese passato si è svolto il „Galileo Galilei Science & Space Festival“ organizzato dalla Goethe Universität di Francoforte sul Meno, dall’ente spaziale europeo ESA di Darmstadt, dall’istituto per la ricerca degli ioni pesanti GSI di Darmstadt con il supporto del Consolato Italiano di Francoforte. La manifestazione di apertura il 14 giugno è stata online, perché si era collegati con Roma con il professor Parisi che ha offerto un’interessante intervista sugli sviluppi della fisica dei sistemi complessi. Se per gran parte degli pubblico, non solo italiano, gli assaggini di cromodinamica quantistica „alla Gell-Mann“ risulteranno completamente insipidi, bisogna riconoscere che molti Insider si sono sforzati con successo di rendere accessibili i loro campi di ricerca, e così il professor Parisi ha recentemente pubblicato un eccellente libro intitolato „In un volo di storni. Le meraviglie dei sistemi complessi“ in cui si fa riferimento agli uccellacci e uccellini che a lungo hanno infestato il cielo della capitale disturbandone gli abitanti umani con deiezioni varie. Al professor Parisi ed ai suoi collaboratori è riuscito a stabilire per la prima volta un modello tridimensionale dei loro gruppi e identificare i parametri delle interazioni fra i singoli uccelli in volo che producono l‘incessante cambiamento di forma del loro stormo.

L’inaugurazione vera e propria era stata preceduta da una conferenza nella sala del Kunstverein di Francoforte del bergamasco Telmo Pievani, professore di filosofia della scienza presso l’Università di Padova e noto in caricatura come portaborse di Darwin, dal titolo „La natura è più grande di noi “ ripetendo il titolo del suo ultimo libro divulgativo. La natura non è un agente intenzionale, non è interessata alle nostre sorti, non ci punisce nè ci premia. Anche noi siamo parte di essa, ma da quando abbiamo incomiciato ad alterarne, dapprima inconsapevolmente, gli equilibri, stiamo provocando reazioni in gran parte incontrollabili (vedi la siccità, le alluvioni, la pandemia…). Se effettuare la transizione ecologica ci costerà moltissimo, il non effettuarla ci costerebbe venti volte di più.

Il 15 giugno è stata poi la volta del romano Luca Amendola, professore di fisica delle alte energie dell’Università di Heidelberg con la lectio megistralis intitolata „L’algoritmo del mondo“, che si dedicava alle „questioni ultime“ e cioè se siamo vicini ad una comprensione totale del nostro universo oppure c’è ancora molto da scoprire. Questo è anche il titolo del suo omonimo libro divulgativo. La conferenza tenuta nell’aula magna della facoltà di fisica della Goethe Universität di Francoforte, è stata introdotta e moderata dal milanese Luciano Rezzolla, professore di astrofisica relativistica presso la stessa università ed autore del libro di divulgazione „L’irresistibile attrazione della gravità“: è l’esperto sui buchi neri che abbiamo già presentato qualche numero fa.

Il 16 giugno, di nuovo al Kunstverein di Francoforte, il milanese Paolo Ferri, direttore emerito dell’ente spaziale europeo ESA di Darmstadt, ha presentando il suo nuovo libro divulgativo „Le sfide di Marte / storie di esplorazione di un pianeta difficile“ ha spiegato tutti i problemi tecnici più impensati nascosti nel programma di inviare un equipaggio umano fin sul pianeta rosso, ed ha smontato alquanto le spavalde aspettative di Elon Musk & C.

È poi sopraggiunto un weekend interplanetario il 17 giugno nella sala magna delle conferenze nella sede dell’ente spaziale europeo ESA-Esoc di Darmstadt. Sotto la regia di Paolo Ferri ha preso la parola Ian Carnelli, uno dei principali responsabili delle missioni “Hera + Dart” con cui, per la prima volta è stata modificata la traiettoria di un asteroide dimostrando la possibilità tecnica di allontanare questa minaccia dalla Terra. Poi la dottoressa Francesca Luoni del GSI FAIR ha descritto i suoi esperimenti con gli accelleratori di particelle per studiare gli effetti deleteri della radiazione cosmica sui corpi viventi, che rappresenta uno dei problemi più gravi per i futuri viaggi spaziali. Quindi il Dr. Flavio Murolo dell’EUMET-SAT ha raccontato tutte le generazioni successive die satelliti metereologici con conseguente accrescimento progressivo delle nostre conoscenze sulla dinamica dell’atmosfera terrestre. Infine la veneta Sara Buson, professoressa di astrofisica presso l’università di Würzburg, ha incominciato a descrivere un viaggio attraverso l’universo.

Lascia una risposta

Please enter your comment!
Please enter your name here