Nella foto: il dott. Paolo Ferri, foto di ©danielemessina

Il dott. Paolo Ferri è stato quale Spacecraft Operation Manager (SOM) e in seguito Direttore di Volo dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) il responsabile, il coordinatore ed il supervisore della missione spaziale della sonda Rosetta, inviata con successo a prendere contatto con la cometa Churimov-Geramisenko, ed è attualmente Head of Mission Operations presso il Centro Europeo di Operazioni Spaziali (ESOC) di Darmstadt. Lo abbiamo incontrato a Francoforte assieme al suo libro di memorie „Il cacciatore di comete“, che ha appena pubblicato presso l’editore Laterza, in cui ricostruisce in maniera avvincente tutta la storia della missione Rosetta, dei problemi, dei successi e delle delusioni del suo lavoro estremamente impegnativo. In questo libro, prevalentemente aneddottico e tecnico, la sua narrazione è intercalata da brevi intermezzi del celebre storico Amedeo Feniello, che apre una finestra sul passato mostrandoci in numerosi episodi l’importanza delle comete nella storia dell’umanità

Molti dei nostri lettori ci fanno questa osservazione: ma perché si deve spendere tanto denaro in imprese lontane dal mondo, quando quaggiù abbiamo tanti problemi? Lei cosa risponderebbe?

Questa domanda viene fatta spesso. La prima risposta è: questa è scienza fondamentale. Se noi smettessimo con essa, sarebbe la fine della nostra società, della nostra civiltà addirittura. Però è anche vero che questo tipo di studi hanno delle ricadute molto importanti: prima di tutto, la maggior parte dei soldi spesi in queste missioni vanno in sviluppo di alta tecnologia, che non è che serva solo a raggiungere le comete: ad esempio abbiamo sviluppato celle solari molto particolari ad alta efficienza, sono stati sviluppati dei sistemi software per riconoscere le immagini, che adesso sono usati dai mobilifici per fare le pianificazioni sui mobili a casa della gente; quindi ci sono delle ricadute tecnologiche di ogni genere, di cui la società approfitta. E infine c’è l’effetto che secondo me è molto importante di queste missioni che è l’entusiasmo per la scoperta che trascina anche le nuove generazioni, quindi c’è un’infusione di amore verso la scienza e la tecnologia che alla fine fa bene alla nostra società.

Ed infatti a me sembra che i giovani, i bambini, siano molto più interessati degli adulti. Voi fate pure una politica verso i minorenni, nelle classi scolastiche, per interessare le nuove generazioni all’ESA?

Questo è cresciuto con gli anni. L’ESA era tradizionalmente un circolo di scienziati e si rivolgeva soprattutto a quel mondo, ed ovviamente anche al mondo politico, perché alla fine sono i politici a decidere sui finanziamenti, però negli ultimi anni l’ESA si è impegnata molto nell’educazione, e perciò ci sono molte pagine divulgative sui siti dell’ESA che si rivolgono a bambini e scolari di ogni età. L’impresa della sonda Rosetta ci ha molto favorito in questo, sono stati fatti anche dei cartoni animati che hanno appassionato la generazione die più piccoli. Grazie anche a queste missioni così entusiasmanti abbiamo imparato a rivolgerci alle nuove generazioni.

Quello che mi ha colpito nel suo libro è la prospettiva storica in cui amplia tutto il discorso sulle comete. L’impresa Rosetta viene vista come il culmine di un lungo sviluppo storico e conoscitivo durato millenni, e questo è anche possibile grazie all’intervento di uno storico purosangue come il professor Amedeo Feniello. Ad esser sincero, quando per la prima volta mi hanno riferito dell’impiano del libro, ho reagito un po’ scetticamente, perché la storiografia e l’astronomia sono due discipline che metodologicamente hanno ben poco in comune fra di loro. Quando poi ho letto il risultato, mi sono meravigliato di come i due testi si integrano perfettamente.

In effetti è stata una specie di sfida. Il trascinatore è stato Amedeo Feniello, da lui è venuta la proposta di mescolare il mio racconto della missione Rosetta, che riguarda gli ultimi vent’anni, con il suo racconto, che sono questi intermezzi che coprono un arco di alcune migliaia di anni e spiegano come le comete sono state viste e capite gradualmente durante la storia dell’umanità. L’idea di mescolare le due cose era già interessante, mescolare i due racconti con gli intermezzi storici che si inseriscono fra i capitoli, è stata una scelta abbastanza coraggiosa. I lettori avranno la libertà di leggerle sia in parallelo, sia inframezzate, e Rosetta può esser vista come l’ultimo passo fino ad ora di questo progresso millenario. Il passo successivo dobbiamo ancora vederlo.

Ma quale significato si può dare a questo passo?

Se uno guarda bene, le comete sono, a parte il sole e la luna, gli oggetti celesti più collegati alla storia dell’umanità. Nel passato le comete hanno non solo impressionato quelli che guardavano in cielo, perché erano oggetti davvero misteriosi, molto di più dei pianeti, perché il sole e la luna e tutti gli altri erano ripetitivi, già millenni fa gli astronomi potevano calcolare quando sarebbero riapparsi, le varie fasi lunari, tutto era già conosciuto molti millenni fa, mentre le comete rimanevano imprevedibili e misteriose. Però le comete, a parte queste influenze sulla cultura umana, hanno influenzato anche lo sviluppo della vita; hanno forse portato l’acqua sulla Terra, forse hanno portato le molecole iniziali della vita, ma sicuramente hanno portato pure distruzione. Per miliardi di anni hanno bombardato la terra, forse hanno distrutto i dinosauri, forse noi esistiamo proprio perché 65 milioni di anni fa una cometa ha colpito la superficie della Terra, e uccidendo i grandi rettili ha dato spazio ai mammiferi per crescere. Quindi le comete sono parte della storia della Terra ed alla fine anche della nostra civiltà.

Le comete hanno segnato anche la storia della cultura. Una cometa che apparve nel 1680, con conseguenti reazioni superstiziose della gente, diede spunto al pensatore francese Pierre Bayle di pubblicare delle „Lettres sur la Comète“, poi ampliate nei „Pensées diverses sur la Comète“ in cui dimostra che non tutto quello che la maggioranza degli uomini crede, sia per questo vero. Può darsi benissimo che la maggioranza vada appresso a opinioni radicalmente false. Fu una vera pietra miliare all’inizio dell’Illuminismo.

Io non sono la persona più qualificata a commentare le questioni filosofiche dell’Illuminismo, però è vero che le comete nella storia della scienza hanno portato a mettere in dubbio tutte le cose che si credevano una volta; siccome Aristotele pensava che le comete fossero dei fenomeni metereologici, per duemila anni l’umanità lo ha creduto nonostante che ci fossero stati altri pensatori che la pensavano altrimenti e nonostante ci fosse l’evidenza delle osservazioni. Bastava una persona di grande autorevolezza per portare l’umanità sulla strada sbagliata. Poi c’è la tesi sostenuta da Paolo Maffei: la scoperta della cometa di Halley ha convinto Newton della correttezza delle sue equazioni della gravitazione universale, o per lo meno la discussione tra Halley e Newton ha portato l’uno a sostenere la tesi dell’altro. Le comete hanno quindi giocato un ruolo di rottura con le idee del passato.

Il suo libro termina con il successo della missione Rosetta a cui segue un epilogo molto vago. Vorremmo sapere se nel frattempo possiamo aspettarci altre imprese di questo tipo o se qualcosa è stato già programmato.

Sicuramente ci sono nuove idee per nuove missioni sulle comete. Mentre scrivevo il libro la NASA ha presentato l’idea di una missione che arrivasse alla stessa cometa di Rosetta, la Churymov- Geramisenko, e riportasse a terra die campioni della sua superficie. Era una cosa che avrebbe dovuto fare Rosetta quando è stata concepita trent’anni fa, e che poi è stata abbandonata perché troppo complicata per quei tempi, ma oggi grazie proprio a Rosetta, è diventata fattibile. Questa missione della NASA però non è stata approvata e quindi non avrà luogo. Tra l’altro, sarebbe stata una missione con conclusione negli anni ‘30, e quindi molto nel futuro. Nel frattempo l’Agenzia Spaziale Europea ha avuto un’altra idea, di fare il sorvolo di una cometa, qualcosa di simile a quello che ha fatto la sonda spaziale Giotto nel secolo scorso, però l’idea è che la sonda, che verrà lanciata nel 2028, sarà chiamata „lntercettatore di comete“. Essa attenderà nello spazio che arrivi una cometa di lungo periodo, magari anche una cometa interstellare -nel frattempo abbiamo scoperto comete che arrivano dal difuori del nostro sistema solare; si piazzerà li per qualche anno, aspettando che ne arrivi una, e quando la vede arrivare le andrà incontro, facendone il sorvolo.

Una specie di sentinella spaziale?

Come una specie di sentinella: potrà farlo solo una volta, ma questa è l’idea. Se ne potrebbero pensare molte altre, di missioni, però bisogna fare i conti con i tempi lunghissimi, con i costi, e con le idee anche in altri campi: nella ricerca astronomica e spaziale non ci sono solo le comete.

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