Chi è il tipico serial killer? Secondo la definizione della serie televisiva Dexter si tratta di un maschio, bianco, single, sulla trentina, emotivamente dissociato. Ma è ancora così? Per rispondere a questa domanda Lidia Fogarolo ha preso in considerazione un campione di quarantacinque scritture di serial killer, responsabili di un ampio ventaglio di aberrazioni che vanno dallo stupro seriale al cannibalismo

Laureata in psicologia e specializzata in grafologia, grande esperta di grafologia morettiana, allieva di Giovanni Luisetto, lavora come analista e perita grafologa, è consulente tecnico di tribunale nei procedimenti di verificazione di scritture e docente di grafologia applicata alle dinamiche interpersonali. Per le Edizioni Messaggero Padova ha pubblicato Il segno grafologico come sintesi psicologica (2011), Tratti di personalità nella scrittura (2012), disponibile anche in lingua inglese (Personality Traits in Handwriting, 2015), e L’intelligenza razionale e l’intelligenza emotiva (2016). Per Graphe.it ha già pubblicato Perché gli opposti si attraggono e i simili si comprendono (2013) e Grafologia e sessualità. Un’analisi psicologica, sociale e culturale del comportamento sessuale (2015).

Come è nata l’idea del saggio?

Considero questo saggio un contributo allo studio dell’Ombra dell’essere umano. Il tema trattato – i serial killer – e l’uso della lettera maiuscola nella parola Ombra fanno capire che qui non si sta parlando di lievi rimozioni o proiezioni, ma di qualcosa di più potente. Il tuffo in questo mondo è allucinante, non solo per le storie di violenza agite dai protagonisti, ma anche per il desolante ambiente in cui sono cresciuti e per le violenze che hanno subito. Ne emerge un quadro sociale sconcertante per molte ragioni. Ciò che non può mancare di colpire è il livello di disgregazione sociale, di povertà, di isolamento che emerge da queste storie, l’humus ideale per creare quegli scompensi che si trasformano poi in orrori senza fine. Per questo parlo di Ombra, scritta con la lettera maiuscola perché la prima reazione, di fronte a queste aberrazioni, è sempre la negazione: non è possibile che un essere umano possa fare questo. E quindi avviene la presa di distanza psicologica. Più in generale, il libro fa parte di un progetto volto a illustrare come un metodo psicodiagnostico così complesso come quello elaborato dal grafologo italiano Girolamo Moretti consenta di andare in profondità nella lettura del comportamento, associandolo a temi dominanti all’interno di una data personalità. Questo progetto comprende una serie di pubblicazioni molto specifiche: oltre ai serial killer, ho pubblicato studi sul comportamento sessuale, sulle dinamiche di coppia, sull’intelligenza razionale ed emotiva. Inoltre è appena uscito da pochi giorni un saggio sui segnali d’allarme visti nella scrittura, indicativi di particolari squilibri in atto, dal titolo Grafologia e Psichiatria.

Come si manifesta la devianza nella scrittura?

Il concetto di devianza richiederebbe una lunga introduzione di tipo sociologico e psicologico, per cui mi limito a elencare una delle conclusioni, forse la più sconcertante, di questa ricerca condotta, coerente con quanto osservato dagli esperti convocati dall’FBI in un interessante convegno del 2008 sui Serial Murders: “La maggior parte dei serial killer non sono dei disadattati sociali che vivono da soli. Non sono dei mostri e non necessariamente presentano segni di ‘stranezza’. Molti serial killer si nascondono in piena vista dentro le loro comunità, hanno spesso casa e famiglia, esercitano un’attività professionale e sembrano essere normali membri della loro comunità”. Premesso questo, possiamo capire perché molti serial killer non presentano segni di devianza nella scrittura. Il problema più frequente è dato dalla capacità di dissociazione psichica, per cui, citando un famoso brano del Vangelo, capovolgendone però il messaggio, avviene esattamente questo: “Non sappia la tua mano destra quello che fa la sinistra”. Questo problematica psicologica è stata descritta, forse per la prima volta in tutta la sua drammaticità, dallo scrittore Robert Louis Stevenson nel suo celebre racconto Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde (1886). È interessante riportare la conclusione cui giunge il dr Jackill a seguito dei suoi studi sulla psiche umana: « Sia sul piano scientifico che su quello morale, venni dunque gradualmente avvicinandomi a quella verità, la cui parziale scoperta m’ha poi condotto a un così tremendo naufragio: l’uomo non è veracemente uno, ma veracemente due». Teniamo presente che proprio questa problematica, esaminata sul piano clinico, ha dato il via agli studi di Freud sulla capacità della psiche umana di rimuovere i contenuti psichici sgraditi o inaccettabili alla coscienza. Questa visione ha aperto un mondo di interrogativi, scientifici, artistici, sociologici, ecc., e certamente non siamo ancora arrivati a una risposta che spieghi la scissione che avviene nella mente dei serial killer.

Che cosa hanno in comune le scritture dei serial killer?

La tipologia più diffusa è quella che presenta forme di dissociazione psichica, non necessariamente patologiche, per cui non c’è alcun modo di capire a priori se questa dissociazione produrrà forme di devianza o meno, per la ragione detta sopra. Tuttavia nella categoria si sono riscontrati individui appartenenti alle tipologie più svariate, per cui non c’è nessun elemento trasversale comune a tutti coloro che hanno agito questo tipo di devianza. La conclusione grafologica è anche quella dell’FBI, riportata negli atti del convegno prima citato: “Non c’è una singola causa e nessun tratto specifico caratteristico riscontrabile in questo tipo di reato, quanto piuttosto una moltitudine di fattori”. Teniamo presente, inoltre, che concettualmente la categoria comprende individui che possono aver ucciso 2-5 persone, ma anche individui che ne hanno uccise 20-30. E per quanto sia paradossale affermare questo, è logico che per uccidere decine di persone passando inosservati, bisogna avere molti segni di ‘normalità’. Vediamo quindi che i concetti di normalità e devianza si intrecciano in modo particolare in questa categoria di criminali.

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