Nella foto: Sanne de Boer. Foto di © Sanne de Boer

Presentazione del libro ‘Ndrangheta di Sanne de Boer

L’evento, che si è tenuto venerdì 19 aprile, è stato organizzato dall’associazione culturale Volare e. V., fa parte di una lunga serie di eventi contro le mafie che Volare e. V. organizza regolarmente. A me è stata concessa l’occasione di moderare la serata prevalentemente in lingua italiana.

Sono le ore 19 e la sala del Romanisches Seminar dell’università di Heidelberg, lentamente, si riempie per assistere alla presentazione del libro di Sanne de Boer con il titolo semplice ma diretto „‘Ndrangheta“. Sanne de Boer è una giornalista olandese con un mare di coraggio. Nel 2006 non solo decide di andare a vivere in Calabria da sola – lo fa per „scrivere in santa pace“– ma va ben oltre: si rende conto che la terra in cui vive, una terra affascinante e meravigliosa, al contempo nasconde qualcosa di incomprensibile, di misterioso. Sono gli sguardi della gente da interpretare, le parole non dette, i silenzi tra le righe che la incuriosiscono. E così comincia a fare delle ricerche, a scavare e, infine, a scrivere. Scrive un libro, un libro metà saggio e metà diario, nel quale descrive in maniera leggera ma non banale i tratti della ‘Ndrangheta, dell’incredibile potere di una mafia che ha conquistato ormai il mondo, essendo presente in tutti i continenti e che con le ingenti somme di denaro provenienti dal malaffare non solo controlla praticamente il narcotraffico internazionale, ma conquista sempre più potere – finanziario e politico.

Non è un caso se il ministro degli Interni tedesco Nancy Faeser ha dichiarato, all’inizio di quest’anno, rispondendo ad una interrogazione parlamentare, che la ‘Ndrangheta è, ormai, „stabilmente radicata anche in Germania “. L’organico conta oltre cinquecento membri attivi. Inoltre, secondo i dati dell’Ufficio federale di polizia criminale (BKA), nel 2022 sono stati identificati “1.003 sospetti membri della criminalità organizzata italiana residenti in maniera permanente”. Sul totale, 519 presunti mafiosi appartenevano alla ‘Ndrangheta, 134 a Cosa Nostra e 118 alla Camorra. Ebbene, nonostante il Bundestag conosca queste cifre allarmanti, non ha finora preso le adeguate misure a livello normativo. Basti pensare che in Germania non esiste ancora una normativa equivalente all’articolo 416bis che criminalizza l’appartenenza a un’associazione di stampo mafioso – solo per fare un esempio.

L’indifferenza della classe politica tedesca ha accompagnato questo fenomeno per anni, nonostante i numerosi allarmi lanciati dalle autorità italiane. Sanne de Boer, durante la sua presentazione, ha messo in evidenza, che anche l’Olanda ha ignorato quasi totalmente le mafie italiane, nonostante fosse a tutti chiaro il fatto che proprio le mafie italiane sfruttano i porti olandesi per importare enormi quantità di droghe. Soltanto durante l’operazione EUREKA, messa in atto nel maggio dell’anno scorso, sono state sequestrate 23 tonnellate di cocaina, con un valore sul mercato di circa due miliardi di euro.

Già nel 2017 il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, durante una conferenza tenutasi a Berlino, aveva illustrato il grado d’infiltrazione raggiunto della ‘Ndrangheta nello Stato tedesco, in Belgio e Olanda: acquisto di immobili, esercizi e acciaierie, traffico di immigrati, contraffazione di marchi, estorsioni, narcotraffico, traffico d’armi, riciclaggio e sequestri di persona.

Eppure, la Germania dovrebbe conoscere questo tipo di fenomeno: molti si potrebbero ricordare della strage di Duisburg del 2007, ma la mafia, ricordiamo è presente nel territorio tedesco ben prima dell’attuale millennio. Il collaboratore di giustizia Gaspare Mutolo ha spesso dichiarato che già negli anni Ottanta c’era l’ordine di investire capitali in terra tedesca perché erano stati informati che da lì a poco sarebbe caduto il muro di Berlino.

Sanne de Boer, inoltre, illustra nel suo libro alcune storie di personaggi coraggiosi, che hanno detto „no“ al sistema omertoso. Uno di questi è Gaetano Saffioti, che Sanne de Boer ha incontrato e che dal 2002 vive sotto scorta. Dopo aver subito per diversi anni una situazione soffocante di racket, durante i quali Saffioti è stato costretto a subire e pagare, nel 2002 decide di dare una forte svolta e denuncia il tutto alla magistratura. Da allora la sua vita diventerà blindata, perderà molte commesse, dipendenti, amici ma decide comunque di restare in Calabria e continuare l’attività, rifiutando gli aiuti economici statali per i testimoni di giustizia. Con le sue dichiarazioni ha dato vita all’importante operazione di polizia „Tallone d’Achille”, che ha portato all’arresto e alla successiva condanna, per associazione di tipo mafioso ed estorsione, di 48 esponenti delle famiglie mafiose dei Bellocco, Mazzagatti, Romeo, Nasone, Piromalli e Gallico.

Il libro di Sanne de Boer è stato tradotto in tedesco – edito da Audbau Verlag – e si può acquistare in tutte le librerie.